C’è un artista americano la cui pratica artistica affonda le proprie radici nell’architettura, nel minimalismo, nel concettualismo, nell’estetica del bricolage, nella Land Art… Le sue opere sono costruite su equilibri precari in stretta relazione con lo spazio che le ospita e con l’osservatore sempre fortemente coinvolto al fine di stimolare un diffuso senso di collettività.
La Scuola dell’acqua (Water School) di Oscar Tuazon arriva in mostra alla Galerie Chantal Crousel di Parigi fino al 24 luglio 2021. Ma cosa è esattamente questa Scuola dell’acqua? È un progetto in progress che comprende opere e dibattiti pubblici che esplorano le dinamiche ed i giochi di potere che regolano alcuni diritti fondamentali dell’uomo come l’accesso all’acqua (la Dichiarazione Universale dei diritti umani afferma: “L’acqua è un diritto essenziale per la vita umana”), alla terra ed alle infrastrutture. Secondo il WWF oggi oltre un miliardo di persone non possono fare affidamento su un approvvigionamento continuo di acqua mentre 2,4 miliardi (un terzo della popolazione mondiale) non hanno a disposizione impianti fognari adeguati.
Sono diverse le scuole dell’acqua realizzate dall’artista americano nel mondo ed ospitate in una struttura di compensato ispirata alla Zome House di Steve Baer, una particolare architettura che assorbiva il calore senza alcuna impronta di carbonio. Cedar Spring Water School riflette sulla sorgente di Cedar nel Nevada. Situata nell’alto deserto del Great Basin, Cedar Spring è una delle centinaia di sorgenti di acqua dolce della Spring Valley ad essere minacciate dalla proposta di costruire un costosissimo oleodotto che prosciughi l’acqua nella valle a 360 miglia a sud di Las Vegas. “Cedar Spring Water School è un progetto di arte pubblica guidato dalla conoscenza ecologica indigena per connettere le persone attraverso il mezzo dell'acqua. Water School si muove, seguendo l'acqua mentre attraversa vaste aree geografiche, collegando le montagne agli oceani e le falde acquifere sotterranee ai cieli sopra di loro. Da Albuquerque a Zurigo; da Los Angeles a White Earth, Minnesota; i Grandi Laghi al Mare Salish; Cedar Spring to Paris: Water School è un'architettura mobile, che impara dalla fluidità del suo mezzo e dal processo collaborativo della sua costruzione”, Oscar Tuazon. Per la sua mostra alla Galerie Chantal Crousel, Oscar Tuazon presenta una serie di nuove opere legate al progetto Water School. Tra queste si segnala un insieme di finestre stampate a polvere che riecheggiano l’architettura della struttura fisica della Scuola dell'Acqua (“Lavoro nello spazio interno di una finestra, quello spazio tra le due lastre di vetro in una finestra a doppio pannello, un campo ristretto di luce rifratta dove si istanzia l'energia”, Oscar Tuazon).
Sono esposte anche stufe in legno e acciaio inossidabile. “C'è un fuoco al centro di tutta l'architettura, l'aspetto culturale dell'edificio per cui gli abitanti di una struttura sono responsabili delle risorse da cui dipendono, è legato all'esterno. Sotto gli effetti accelerati del riscaldamento globale, il fuoco incombe come una minaccia al di fuori del nostro controllo, trasformandosi in un'arma sinistra, il fuoco selvaggio. Possiamo domare la fiamma, il nostro principale strumento umano? La stufa a razzo è un esperimento a bassa tecnologia: un fuoco efficiente che consuma le sue emissioni, bruciando il proprio fumo”.
Sono numerosissime le mostre personali dedicate a Tuazon, tra queste ricordiamo: Aspen Museum of Art (2019); Bellevue Art Museum, Seattle (2019); Hammer Museum, Los Angeles (2016); Le Consortium, Dijon (2015); deCordova Sculpture Park and Museum, Lincoln (2014); Museum Ludwig, Cologne (2014); Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2013); Schinkel Pavillon, Berlin (2013); Kunsthalle Bern (2010) e il Centre international d’art et du paysage, Île de Vassivière (2009).
Tra le collettive si segnalano: Chicago Architecture Biennial (2019); Skulptur Projekte, Münster (2017); Documenta 14, Athens (2017); Triennale d'art contemporain de Beaufort (2015); Whitney Biennial (2012); and the Venice Biennale (2011).