Libertà sulla parola: conosciuta anche come "Parole", nel diritto di molti paesi, può essere concessa al detenuto dopo un periodo di carcere, a fronte del suo comportamento esemplare. La libertà sulla parola è atto di fiducia e rigida regolamentazione, permesso aleatorio (verba volant), oppure, attraverso uno spostamento di senso, campo di apertura alle infinite possibilità della parola.
Osart Gallery proroga la mostra rivoluzionando l'allestimento, inserendo nuove opere degli artisti precedentemente esposti e lavori di altri protagonisti delle Seconde Avanguardie, tra cui Alain Arias-Misson, George Brecht, Ugo Carrega, Guglielmo Achille Cavellini, Jiri Kolar, Antonio Paradiso, Alain Satié, Aldo Tagliaferro e Luigi Tola. Le opere esposte, datate a partire dagli anni Sessanta, sono legate all’uso della parola in alcuni degli ambiti di ricerca più fertili delle Seconde Avanguardie: poesia visiva, arte concettuale e Fluxus.
La commistione tra scrittura e arti visive, oltre al riuso di supporti che acquisiscono significati autonomi, trova fertile interpretazione in una molteplicità di gruppi artistici, confermando quanto segnalava Mirella Bentivoglio: “molti artisti, accanto ai nuovi poeti, hanno cercato di abbattere a colpi di materia la turris eburnea della letterarietà, coinvolgendo nel concetto stesso di linguaggio la semiologia dei materiali”.
Sono rappresentate in mostra parte delle ricerche Fluxus, in cui la relazione tra media diversi e le operazioni a cavallo tra parole e immagini sono costitutive. Tra gli artisti del gruppo, sono esposti Roberti Filliou, Ken Friedman, Nam June Paik, George Brecht e Giuseppe Chiari.
Tra gli artisti legati all'arte concettuale internazionale che hanno indagato la relazione tra linguaggio e immagine coinvolgendo media diversi, si trovano Peter Hutchinson, Vincenzo Agnetti, Maurizio Nannucci, Salvo, Emilio Prini, Claudio Parmiggiani, Gianfranco Baruchello.
Le sperimentazioni verbovisuali, che si sono sviluppate in una moltitudine di tendenze e gruppi, sono qui ricordate tramite la presenza di alcuni esponenti della poesia visiva, come Paul De Vree, e Jiri Kolar, e del fiorentino Gruppo 70: Lucia Marcucci e Ketty La Rocca (in cui si rintraccia la commistione di parola e rappresentazione del corpo), Lamberto Pignotti, Sarenco, e Michele Perfetti. Tali sperimentazioni sono testimoniate poi dalla scrittura come registrazione onirica in Magdalo Mussio, e dall'operazione di sottrazione tramite cancellatura di Isgrò. La polimatericità degli approcci verbovisuali è propria delle ricerche di Antonio Paradiso, Mirella Bentivoglio, Maria Lai, Amelia Etlinger, Franca Sonnino, e Anna Veruda, mentre vanno nella direzione della forte attenzione alla scrittura come gesto e segno Irma Blank, Betty Danon, Chima Sunada e Marilla Battilana.
Ogni raggruppamento risulta fallace e gli artisti rappresentati si situano tra gli insiemi, nello spazio ibrido fra parola e immagine; le loro ricerche vanno nelle infinite direzioni di una assoluta Libertà sulla parola.