La vita, comunque la si consideri, è un dono ed un tesoro prezioso che abbiamo ricevuto in sorte. Partendo da questo presupposto, possiamo considerare questo dono come un bambino da crescere, un potenziale da aiutare a sbocciare. La valorizzazione di un potenziale richiede che il soggetto prenda in mano la situazione, che decida come intende vivere, quali valori fare propri, quali obiettivi perseguire. Ciò significa che ad un certo punto ogni persona deve prendere coscienza del fatto che la vita è un bene proprio, così come la salute, così come le scelte, dalle più piccole alla più grandi.
Può apparire, a tutta prima, un discorso ovvio. È naturale che ciascuno gestisca la propria esistenza, prenda le proprie decisioni e faccia le proprie scelte.
Un po’ meno ovvio in questo momento. Purtroppo.
La gestione impropria e poco coordinata della pandemia, il sommarsi di regole su regole, la comunicazione di indicazioni procedurali fin troppo precise ma al contempo anche confuse, la limitazione degli ambienti, delle libertà e delle possibilità di azione, degli stessi spazi fisici a disposizione, tutte queste cose hanno fatto sì che le persone si siano adagiate in una posizione di passività, dove sono gli altri a decidere, a prendere posizioni, a dire ciò che possiamo o non possiamo fare.
Ebbene, io credo che, arrivati a questo punto, noi dobbiamo prendere una posizione rispetto alla nostra esistenza. La nostra vita, e mi riferisco in particolare alla gestione della nostra salute, è in mano nostra. Nello specifico, la gestione del nostro sistema immunitario, che è quell’esercito pronto a difenderci, a proteggerci dagli attacchi che possono arrivare dall’esterno, è nelle nostre mani, è in nostro potere. Su questo noi dovremmo avere una grandissima attenzione ed una notevole consapevolezza, dovremmo cioè tenere bene a mente che il nostro stile di vita, la nostra alimentazione, il ritmo delle nostre giornate, la scelta degli orari per il sonno, il rispetto dell’ambiente intorno a noi, tutte queste cose possono veramente fare la differenza nel momento in cui virus, batteri, cambiamenti, stress e imprevisti di vario tipo compaiono.
Perché passivizzarci quando possiamo essere attivi, artefici nella gestione del nostro sistema immunitario? Perché non ricordarci che il nostro equilibrio, fisico e mentale, può veramente fare la differenza?
Intendiamoci, il virus c’è, certamente, ma ci sono anche i cosiddetti “asintomatici”, cioè tutti coloro che, e pare siano la maggior parte delle persone positive al virus, pur avendo incontrato il virus non hanno presentato sintomi. Tutti costoro non si sono neppure accorti di avere contratto il virus. In pratica, se non avessero effettuato il tampone, non sarebbero nemmeno stati presi in considerazione.
Ebbene, lo stile di vita ed il sistema immunitario ad esso fortemente collegato fanno la differenza. Determinano l’espressione o la non espressione di sintomi, la reattività di un soggetto.
Allora, perché non ricordarci che possiamo e dobbiamo essere soggetti attivi, attenti a noi stessi, consapevoli delle nostre caratteristiche e soprattutto delle nostre risorse? Soprattutto oggi è così importante tornare ad essere soggetti attivi della nostra vita.