Primo Marella Gallery è lieta di presentare Hate you, Love you, Fuck you, la seconda grande mostra personale di He Wei, un progetto site-specific di indagine delle forme e dei colori che muovendo dall’investigazione digitale arriva all’anarchia grafica totale. La sua è una ricerca che ci conduce ad analizzare la complessità del tentativo di spiegare fatti «estetici» e rielaborare le gerarchie del «bello».
Nato nel 1987 nella provincia di Anhui (Cina orientale), He Wei intraprende i primi studi artistici in Cina, per poi trasferirsi in Italia e frequentare la prestigiosa Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove entra in contatto con una dimensione esistenziale totalmente nuova, destinata a segnare il suo linguaggio artistico nel profondo.
Hate you, Love you, Fuck you espone il percorso della ricerca dell’artista che va dal bello al brutto, dalle certezze al dubbio, dall’esteriorità all’interiorità. Nelle opere recenti si accentua l’investigazione di un tumulto emozionale, che He Wei esprime con un linguaggio molto ritmico. I segni, le sagome, i graffi e gli scarabocchi. Tutto intrecciato tra le composizioni figurativo realistiche dei corpi anonimi e gli inserti cromatici astratti che ci costringono ad andare oltre il dato reale del visibile. Come osserva Jacqueline Ceresoli, He Wei rende visibile concetti sottesi, come il fatto che dietro quelle a maschere/icone di bellezza, c’è un «brutto», un elemento mostruoso e irritante in agguato, non logico ma autentico che si fa presenza dentro il «bello».
Metodico e riflessivo, l’artista osserva il mondo che lo circonda e sviluppa bozzetti virtuali, seguendo uno schema creativo ben dettagliato, dove tutto è il frutto calcolato dell’impero della mente. Una nuova serie di sculture astratte autoportanti realizzate in ferro verniciato ne sono un esempio. E’ il risultato di una lunga ricerca dell’artista di equilibrio e perfezione formale, di oggettualità e fisicità dell'opera siccome di artigianato e arte. Le questioni che venivano contemplate dai teoretici del neoplasticismo, dai minimalisti o dai fondatori del Bauhaus. Le enigmatiche strutture, protagoniste di questa mostra, riflettono la visione estetica di He Wei che trova applicazione sia nel campo della scultura che in quello della pittura.