La Galleria Menhir Arte Contemporanea è lieta di inaugurare la seconda parte della stagione espositiva con una mostra dedicata all’artista italiano Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940).
La rassegna rende omaggio all’artista presentando dodici opere su carta realizzate nel 1990: progetti per la serie di installazioni realizzate proprio in quegli anni, gli Armadi. Un ciclo di opere rappresentativo del lavoro e della poetica di Fabrizio Plessi, che evidenziano ed esplicitano alcune tematiche fondamentali della sua visione artistica.
Gli Armadi realizzati da Plessi sono strutture in lamine di metallo con quattro schermi televisivi posti in alto e quattro nicchie sottostanti, a rappresentare le due parti che rimangono invariate in ciascun lavoro: la simulazione video e i materiali su cui si opera la simulazione stessa.
Nei suoi progetti di Armadi infatti, Plessi presenta quelle che costituiranno le ‘materie prime’ del suo operato: vetri, mattoni e sassi che vengono però portati sullo stesso piano dell’immagine video, creando una dimensione artistica del tutto nuova. Plessi stesso scrive nel 1990: “Punge e taglia più l’immagine elettronica nell’armadio o il vetro pur pungente e tagliente, ad esso antistante? E servirà poi a chi catalogarne le forme fredde e squadrate nei ripiani sottostanti? Com’è pur sempre difficile separare tattilità fisica dalla evocativa materialità del suo virtuale!”.
Essi si pongono dunque come delle moderne Wunderkammer, giganteschi raccoglitori e al tempo stesso immense opere scenografiche, in cui la brutale consistenza dei materiali si contrappone alla leggerezza astratta delle immagini video.
Nonostante il ruolo centrale ricoperto sin dagli esordi dal video nelle sue opere, appare riduttivo classificare Plessi come un video artist. L’artista concepisce il video non come tecnica, bensì come materiale – concetto particolarmente evidente negli Armadi. Per Fabrizio Plessi il video assume una funzione rappresentativa che va ben oltre quella presentativa, più tradizionale: non si ferma alla semplice riproduzione di immagini, ma crea una sorta di nostalgia del reale formulando un linguaggio completamente nuovo.
La sperimentazione condotta da Plessi in questo ambito risulta ancora più interessante se analizzata in relazione al contesto storico- artistico nel quale ebbe inizio.
All’inizio degli anni ’70 movimenti come l’arte concettuale e la body art fecero sì che il video si diffondesse come mezzo espressivo e come supporto di una visione artistica ben precisa; non erano comunque molti gli artisti che, soprattutto in Italia si avvicinarono ad esso. Inoltre, nonostante negli anni ’80 si assista ad un ritorno alla pittura, fu proprio in quegli anni – precisamente nel 1985 – che Fabrizio Plessi si consacrò come artista con la prima grande esposizione di video sculture alla Rotonda della Besana di Milano.
Le opere esposte in occasione della mostra presso la Galleria Menhir in via Giuriati, 9 a Milano dal 13 settembre al 13 novembre 2019, sono di poco successive a quegli anni e di particolare rilievo per comprendere la visione e l’operato di Fabrizio Plessi, artista di fama internazionale.