Disegni e modelli per un'architettura “dopo geometria” innovativa e ricca di spunti volti ai numerosi progetti effettuati durante il suo percorso collaborativo con il noto architetto internazionale Daniel Libeskind. Molte le eco provenienti dalle influenze del segno razionalista di suo zio Giuseppe Terragni.
Questa è una lettura del lavoro artistico di Attilio Terragni che si pone, a mio avviso, di fronte a noi con due valenze:
Quella collegabile alla geometria descrittiva dove vengono rappresentati su uno o più piani oggetti o ambienti bidimensionali o tridimensionali tramite la prospettiva e l'assonometria.
L'altra valenza è invece intesa in senso più strettamente artistico-creativo. Meandri dell'anima di Terragni artista che vengono esternati in complessi disegni evocativi, ricchi di ideogrammi, simbologie, segni e tratti che quasi fuoriescono dal piano di rappresentazione; in modo spontaneo, con una sorta di automatismo segnico e grafico che a tratti ci collega al mondo del surreale. Una parallela realtà esplosa che si parcellizza nello spazio “vitruviano” a lei circostante.
Sono patterns dotati di una propria organizzazione, una propria struttura, un motivo, una vita. Raccontano, ci dicono cose e concetti; hanno una loro evoluzione centrica in continuo divenire
E' in questo habitat mentale di auto-organizzazione che riusciamo a evidenziare l'esigenza/urgenza di salvaguardia e di eco-sostenibilità del nostro pianeta.
E' solo grazie a questo percorso intellettivo autonomo che possiamo conquistare una sorta di rispetto reciproco natura, ambiente, società.
L'Arte e l'Architettura in quanto strumenti veicolanti di messaggi sociali possono e devono dunque essere portatrici di cambiamento pro-attivo e innovativo.
Mostra curata da Massimiliano Bisazza.