Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea presenta la prima personale in Italia dell’americana T.J. Dedeaux-Norris. Questa mostra segna un momento di svolta nella vita artistica e personale di questa artista: precedentemente nota come Tameka Jenean Norris, è ora giunta ad un nuovo stadio della sua evoluzione costante. T.J. non è un’abiura di esperienze passate, ma piuttosto un modo per riconciliarsi alle proprie origini, portare alla luce il passato e rivelare il futuro. T.J. è l’abbreviazione del suo nome completo, controbilanciata dall’aggiunta del cognome materno – Dedeaux – al già esistente “Norris”. Presentarsi come “Dedeaux-Norris” è, ancora una volta, una maniera alternativa per definire la varietà di aspetti frutto della contaminazione culturale tra le radici franco-creole e afroamericane dell’artista, di cui sono impregnati tutti i lavori in mostra, nel tentativo di esplorare la propria identità artistica e personale come “fluida”.
Ed è proprio questa “fluidità” il motore che spinge l’artista a svelare e ad offrire al pubblico delle parti intime di sé. Essa è il tema ricorrente della ricerca accademica e artistica di T.J., al fine di ottenere e indagare gli stereotipi connessi ai concetti di genere, razza, età ed appartenenza sociale. Essendosi trovata sola ad affrontare nuove sfide (come la gestione dimutui bancari e scolastici, la responsabilità di una casa di proprietà e di un genitore anziano da accudire), l’artista si è vista costretta a dover reinventare costantemente la propria identità, o la percezione esteriore di sè a livello sociale. La gran parte dei materiali stampati proviene direttamente dalla vita privata di Dedeaux-Norris, dalla sua infanzia così come dai viaggi intrapresi nel sud degli Stati Uniti, nella California del sud, ad Harlem (New York), in India, in Italia, nel Regno Unito e in Francia. L’artista spera che il viaggio e la ricerca costante continuino ad infondere ispirazione alla sua produzione artistica.
I dipinti su stoffa in mostra sono perciò un’estensione della sensazione di “sentirsi nel mezzo” che l’artista prova. Sentirsi ai margini, al centro, visibile ed invisibile, criticata e desiderata. Qualcosa che non è né tappezzeria, né lenzuola, né tende, né sculture o dipinti. Opere senza telaio così che possano mantenere le proprie caratteristiche intrinseche: fluidità e flessibilità. A differenza di un’opera incorniciata, questi lavori non sono fissi, ma hanno bisogno di mobilità, di essere visti e sentiti. In questa sede l’artista ha voluto sperimentare per la prima volta la stampa su stoffa. Ciò che vediamo sono frammenti e documenti accuratamente selezionati dal proprio archivio personale: fotografie di famiglia, ritagli di giornale, lettere non spedite, disegni infantili, carte da gioco di casinò ecc. Queste immagini risaltano su patchwork di stoffe rinvenute e dismesse, da cui fanno capolino le stampe originarie (motivi floreali, stampe mimetiche, meloni, formiche, scimmie, ciliegie e ritagli pornografici) che completano la composizione. L’artista sta di fatto aprendo un cassetto di cianfrusaglie di una stanza privata, nella quale ci permette di entrare. Ma è proprio il potere di questa combinazione nebulosa a mettere in discussione ciò che in effetti crediamo di vedere.
T.J. Dedeaux-Norris è nata a Guam e ha conseguito la laurea triennale presso l’Università della California prima di ottenere un Master in Belle Arti alla Yale University School of Art nel 2012.Dedeaux-Norris ha recentemente preso parte a numerose esposizioni e festival: Nasher Museum of Art alla Duke University, Durham; Yerba Buena Museum,San Francisco, CA; Prospect.3 Biennial, New Orleans, LA; The Walker Museum, Minneapolis, MN; Performa 13; Contemporary Arts Museum Houston, Houston, TX; The Studio Museum, Harlem, NY, Rotterdam Film Festival, Rotterdam, Netherlands, Sundance Film Festival, New York, NY, Mission Creek Festival, Iowa City, IA. Le residenze artistiche includono la Skowhegan School of Painting and Sculpture, la Fountainhead Residency, Grant Wood Colony Fellowship, The MacDowell Colony, Vermont Studio Center e Yaddo.Nel 2017 è stata beneficiaria di un finanziamento artistico nazionale, e di una borsa di studio nel 2018. Attualmente ricopre il ruolo di assistente professore per una cattedra all’Università dell’Iowa. Tra le mostre personali sono incluse “Tameka Norris: Too Good for You (Introducing Meka Jean)” presso la Lombard Fried Gallery, New York (2014), “Almost Acquaintances” presso la Ronchini Gallery, Londra (2014) e “Not Acquiescing” presso la 1708 Gallery, Richmond (2015).