GALLERIA CONTINUA/Les Moulins è lieta di presentare Early Autumn, la prima mostra personale di Ornaghi & Prestinari nei suoi spazi.
Nelle loro opere Ornaghi & Prestinari si confrontano direttamente con i materiali e le loro potenzialità, fondendo insieme figurazione pittorica e plastica, riflessioni sull’arte concettuale ed esperienze di vita personale. Particolarmente interessati alla dualità insita in ogni azione, gli artisti mantengono una componente estetica preponderante dai toni eleganti e sofisticati, evocando nelle loro installazioni composizioni figurative affascinanti ed intense. Il titolo della mostra - Early Autumn - si ispira al cinema giapponese di Yasujirō Ozu e il suo percorso è stato pensato come una successione di haïku visivi. Le opere frammentano lo spazio giocando talvolta in modo marginale con l’architettura del luogo o citandola direttamente. Queste forme apparentemente innocue punteggiano tuttavia lo spazio in modo perturbante, come sassi gettati in uno stagno. Le sculture instaurano un dialogo con l’anima dell’antica cartiera di SainteMarie confrontandosi con le sue proporzioni, colori e materiali. Elementi estranei in un luogo in trasformazione dove la natura lentamente si insinua alla riconquista di ogni spazio meno presidiato. Si avvertono ancora i segni del lavoro che per decenni si è avvicendato al suo interno ma che ora è un lontano ricordo. Ci si può solo immaginare le febbrili attività che hanno animato questi spazi, le voci e i suoni, i grandi contenitori di acqua, coloranti e cellulosa. Oggi, al loro posto, opere e gente che passeggia e osserva. Ogni tanto qualcuno ride, le voci della gente seduta ai tavolini del chiosco prima della pausa invernale. All’esterno, il fiume scorre con ritmo lento e le piante spontanee invadono le strade. La ripetizione rituale e scarna dell’elemento capace di contenere. Solitario e riservato. Vuoto e pieno. Gli oggetti domestici assumono il ruolo di nuclei astratti. Il silenzio che essi evocano li spoglia del dato figurativo per allacciare una polisemia che resta sul piano dell’allusione.
Così, giungendo al primo piano i visitatori incontrano Chapeau (Kanpai), una serie di bottiglie di birra vuote, apparentemente abbandonate su un muretto assieme a piccoli tappi in alabastro, eventuali reminiscenze scolpite di un momento di tranquillità e di riposo. Fanno eco a ISO 11228, una cassetta degli attrezzi e una valigetta realizzate in alluminio. Le norme tecniche ISO 11228, dedicate alle attività di sollevamento e di trasporto manuale di oggetti, definiscono i limiti di peso che i lavoratori possono trasportare: 25 kg per gli uomini, 15 kg per le donne, i giovani e gli anziani. Entrambe le sculture sono realizzate per pesare esattamente misure standard e offrono allo stesso tempo l’immagine della fatica che non allude solo al lavoro come produzione di merci e servizi in termini marxisti ma anche alla fatica intesa come sforzo legato al vivere, all’operatività umana. La scultura Guscio offre un’esplorazione dell’essenza: quella dell’alabastro. Una porzione di pietra viene scavata fino ad ottenere la superficie più sottile possibile, trasformando la solidità in fragilità. Dando così un’immagine in negativo dell’oggetto, Ornaghi & Prestinari confrontano il pieno e il vuoto, la presenza e l’assenza.
Le loro indagini proseguono con Pieno, costituita da un cucchiaio d’alabastro posto su un libro che tratta delle tecniche dell’Ikebana, l’arte giapponese di disporre i fiori secondo logiche geometriche e zen. Questa scultura offre 2/ una riflessione sulla concavità e la convessità che cambiano secondo il rapporto tra l’ombra e la luce e secondo il punto di vista.
L’idea di fragilità specifica alla ceramica affascina il duo e condensa in sé il concetto zen secondo il quale il tutto si trova nel nulla e il nulla nel tutto. Alcune opere entrano in risonanza particolare con l’architettura del luogo. Così le componenti di Pomeridiano, evocando la pittura di De Chirico, stabiliscono relazioni tra loro attraverso la dimensione pittorica della scultura. L’acqua, un altro elemento fondamentale del Moulin de Sainte-Marie, è a sua volta menzionato nelle opere di Ornaghi & Prestinari. Con Luna assume la forma di un riflesso perlato sul fondo di un secchio che restituisce luce creando costellazioni casuali. Gli acquerelli realizzati con acqua del fiume Grand Morin schematizzano i flussi e i movimenti sulla superficie dell’acqua.
Con Leggera, gli artisti si riferiscono direttamente alla storia del luogo che, oltre a una cartiera, è stata una fabbrica di mobili. La sedia di Gio Ponti è un prototipo del 1951 nato in modo molto razionale per migliorare un oggetto culturale italiano: la sedia Chiavari simbolo dell’artigianato ligure. Il suo progetto si basava sui concetti di leggerezza, semplicità e di stabilità. L’intelligenza della soluzione proposta ha fatto di questa sedia un classico del design, diventata nel corso degli anni un’oggetto elitario di tendenza. La mostra Early Autumn è allo stesso tempo rigorosa e poetica, contestualizzata e intima, scultorea e pittorica, delicata e potente. Mescolando l’estetica zen, la storia del luogo e le loro riflessioni plastiche, Ornaghi & Prestinari confermano l’affermazione di Carlos Marti Aris che dichiarava: «L’inventario del quotidiano si trasforma dunque in una invocazione spirituale.
Valentina Ornaghi e Claudio Prestinari, nascono rispettivamente nel 1986 e nel 1984 a Milano, dove vivono e lavorano. Si sono laureati in Disegno Industriale e in Architettura al Politecnico di Milano ed hanno proseguito gli studi presso l’Università Iuav di Venezia. Nel 2016 hanno tenuto la prima mostra personale a New York curata da Vittorio Calabrese presso la New York University - Casa Italiana Zerilli-Marimò. Tra le personali si ricordano quelle alla Galleria Continua, San Gimignano 2014 e 2018, e al MAMbo - Casa Morandi, Bologna 2017. Nel 2012 hanno ricevuto il Premio Regione Veneto dalla Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia) e nel 2018 il Club GAMeC Prize. Nel 2017 hanno presentato la scultura pubblica Filemone e Bauci per Carlos Marti Aris, Silenzi eloquenti. Borges, Mies van der Rohe, Ozu, Rothko, Oteiza, 2002 il nuovo parco ArtLine di CityLife a Milano. Hanno partecipato a workshop e residenze, tra cui quelli alla Fondazione Spinola Banna per l’Arte, Torino 2011; VIR-Viafarini in residence, Milano 2013; Artista x Artista, la prima residenza internazionale a L’Avana 2016. Nel 2017 sono stati i vincitori della residenza al Museo Carlo Zauli di Faenza con mostra finale al MIC Museo Internazionale delle Ceramiche. Hanno partecipato a diverse mostre collettive internazionali, sia in spazi sperimentali che istituzionali, tra cui MAAT, Lisbona, 2018; Museum Voorlinden, Wassenaar, 2016; Aguila de Oro, Avana, 2016; Le Centquatre, Parigi, 2015; Palazzo Reale, Milano, 2015; Museo Pietro Canonica di Villa Borghese, Roma, 2015; Biblioteca Ariostea, Ferrara, 2013; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, 2012; Zsolnay Cultural Quarter, Pécs, 2012; GMB - Centre for Contemporary Art, Bratislava, 2012; Hamburg Kunsthaus, Amburgo, 2012; KCCC-Klaïpeda Culture Communication Center, Klaïpeda, 2012; La Fabrique, Mountro