Fino a sabato 22 dicembre, Burning Giraffe Art Gallery presenta la mostra Nightscapes 2015-2018 dell’artista e fotografo Ugo Ricciardi.
La mostra è il naturale proseguimento della precedente personale dell’artista, intitolata Officium e, a una selezione di opere già presenti in quell’occasione, ne accompagna altre, completamente inedite, realizzate dall’artista tra il 2015 e il 2018; una nuova serie di suggestivi paesaggi notturni, in cui il silenzio dei luoghi è interrotto dalla solitaria presenza aliena di disegni di luce che interagiscono con lo spazio naturale, accentuandone la bellezza. Il delicato lirismo invernale delle vallate piemontesi e l’austera arcaicità degli ulivi millenari della Puglia, si intervallano alle rovine delle architetture religiose magnogreche e celtiche, rispettivamente di Sicilia e Irlanda, catturandone e rinvigorendone l’ancestrale potenza spirituale e mistica.
I light painting che caratterizzano ciascuna fotografia, interagendo alla perfezione con i luoghi ritratti, sono catturati durante i lunghi tempi di esposizione e sono l’unica fonte luminosa degli scatti, oltre a quella lunare, sempre colta in fase di plenilunio. L’intento dell’artista è quello di mantenere inalterata la purezza dell’immagine, eseguendo, solo dove necessario, un delicato, quasi impercettibile, lavoro di postproduzione, che in alcun modo intende snaturare un progetto che, proprio nella sua onirica e mistica naturalezza, ha il suo punto di forza.
Ugo Ricciardi trasforma luoghi a lui familiari in visioni magiche in cui l’oscurità e la luce della luna fanno da sfondo a misteriose entità lucenti. Essenziale è l’uso del bianco e nero che aiuta ad uscire dal realismo del colore, portando lo sguardo al di là della superficie in un piano in cui lo spazio e il momento sono assoluti. Il metodo di lavoro è lungo e impegnativo. Di giorno la scelta delle inquadrature, gli alberi, le radici e i sassi, fantasticando su quello che potrebbe succedere durante il plenilunio, quando il chiarore della luna crea ombre lunghe e silenti. Di notte la sperimentazione con i cerchi di luce artificiale che nella penombra si animano di nuova vita, prendendo contorni diversi, sfuggevoli, mentre tutto il resto è ammantato dalle tenebre.Il risultato è Nightscapes, un mondo sospeso tra realtà e sogno, caratterizzato da ombre di luce fumosa, in cui la messa in scena regna sovrana, mentre la simmetria e la geometria degli spazi rendono saldo il concetto.
(Vanessa Ferrauto – Luci e ombre dello spirito, tratto dal catalogo Nightscapes)
In Irlanda ho trovato questo – racconta l’artista –: cerchi di pietre nell’erba, castelli in rovina in cima alle scogliere e tuttavia ancora vivi, gigantesche pietre erose dal mare e dal vento. E così in Sicilia, con i suoi templi, con le rocce nere del vulcano, con tutte le sue asprezze. Due isole così lontane e diverse, così ricche di sacralità e mistero. Forti, selvagge. Officium, l’uffizio, è preghiera. È cantare qualcosa di sacro, pregare per i miracoli della vita e della morte, un atto che nella liturgia cristiana rende reale l’amore e la dedizione a Dio. Ma è anche un dovere, un obbligo filosofico e morale verso qualcosa in cui si crede fermamente. Una scelta. È quello che sento quando visito questi luoghi durante le ore della notte. La luce è la mia offerta: il portale che permette il passaggio dal reale a ciò che sta dietro, giusto poco più in là, e che riesco a vedere. È il dovere che ho scelto, il mio uffizio, e, forse, l’unico modo che conosco di pregare.
(Ugo Ricciardi – Officium, tratto dal catalogo Nightscapes)