Galleria Continua / Le Moulin è lieta di presentare Tectonic Shift, esposizione dell’artista egiziano Moataz Nasr.
Moataz Nasr nasce nel 1961 ad Alessandria d’Egitto. Interessato alle attuali trasformazioni culturali nel mondo islamico, cerca di superare quelli che sono i particolarismi e i limiti geografici per dar voce alle inquietudini e ai tormenti del continente africano. I simboli di appartenenza, spesso fonte di conflitti e divergenze, diventano astrazioni simboliche universali.
La situazione politico-economica del suo paese è evocata nelle opere esposte come in Fiat Nasr (2002-2008). Questo veicolo fu il primo a essere costruito in Egitto e perciò ci riporta ad un’epoca di prosperità. Su ogni lato dei 16 cubi che compongono l’installazione è stampata la fotografia di ruote scoppiate. Quest’immagine d’abbandono sembra significare che la gloria passata è oramai definitivamente morta. La serie dei Khayameya (2012) estrapola dai tessuti motivi astratti propri della tradizione egiziana; questi motivi sono stati, per volere dell’artista, disegnati con dei fiammiferi potenzialmente infiammabili. L’opera denuncia come la situazione sociale e politica del suo paese, apparentemente stagnante e immobile, possa in qualunque momento infiammarsi.
Il conflitto e la violenza hanno un ruolo centrale nell’opera di Moataz Nasr. I lembi di tessuti ricamati nella serie Propaganda (2010) si rifanno ai contenuti e alla grafica dei volantini distribuiti in Iraq, durante le campagne di propaganda americana, poco prima dell’inizio della guerra del Golfo. I messaggi sono in questo caso illustrati con la tecnica tessile dell’appliqué, considerata una delle più alte forme dell’Egitto antico.
L’opera El Shaab (Il Popolo, 2012) è costituita di 25 figurine in ceramica, rappresentanti diverse classi sociali, etnie e generazioni della società egiziana. Tra questi personaggi un piccolo gruppo é isolato: tre militari intenti a colpire una donna prostrata a terra, la camicetta strappata lascia intravedere il reggiseno. Dettaglio questo che permette, a chi ha visto le immagini sui media, di identificare questa scena con un avvenimento realmente accaduto.
A queste opere inspirate a una realtà dura e sconvolgente, l’artista accosta opere che ci trasportano verso una dimensione meditativa e spirituale. Con The Key (2011), sommo simbolo di apertura, Moataz Nasr ci offre un accesso alla saggezza, alla conoscenza e alla comprensione dell’altro. Con questo intento Moataz Nasr pone in Towers of Love (2011) 7 torri, ognuna delle quali rappresenta una delle principali religioni, l’induismo, il buddismo, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam unite dal simbolo dell’amore che domina sulle loro cime.
Nel video Tabla (2006) l’immagine di un maestro batterista è proiettata in una sala piena di strumenti a percussione, l’artista si presenta come un direttore d’orchestra e mostra agli strumenti muti il loro potenziale, del quale probabilmente non sono ancora coscienti. Quest’opera mette in evidenza come la differenza tra guida e dittatore può essere assai sottile: meglio diffidare di qualcuno che crede di poter guidare le folle.
Galleria Continua / Le Moulin
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Orari di apertura
Mercoledí - Domenica
Dalle 12.00 alle 19.00 e su appuntamento