Galleria Continua / Le Moulin è lieta di presentare Endgame, un’esposizione dell’artista sud-africano Kendell Geers, che prende le mosse dalla mostra Fin de Partie a Galleria Continua / Beijing nel 2011.

Endgame non solo è un omaggio all’opera teatrale di Samuel Beckett, ma si riferisce anche al momento finale della partita a scacchi, quando poche pedine sono rimaste e una mossa porterà uno dei giocatori a dare scacco matto all’avversario, mettendo dunque fine alla partita.

Secondo Kendell Geers la partita è finita sotto tutti i punti di vista. Oggi, viviamo in un mondo dove tutte le istituzioni sono crollate, noi siamo i tralasciati, il surplus delle grandi ideologie utopiche del passato. Noi ci detestiamo, consumiamo più del necessario fino a far scomparire tutto quello che ci rende umani, siamo incoscienti delle conseguenze delle nostre azioni e abbiamo dimenticato, da tempo, il signifiacato di una vera rivoluzione.

Con una fede ferma nell’arte e nel ruolo dell’artista, e attraverso i riferimenti politici, linguistici e spirituali, Kendell Geers mostra attraverso le opere presentate in Fin de Partie una riflessione sull’evoluzione e sulla (mancanza di) rivoluzione che stiamo attraversando.

L’esposizione dei barili di petrolio in riferimento alle ruote per la preghiera riservate ai monaci tibetani proibite in Cina, la giustapposizione dei manganelli decorati con foglia d’oro sopra un muro porpora che richiama le vesti dei prelati, il gioco di parole contenuto nel titolo dell’opera (EMPTY V), tutto racchiude il potere di integrare, interrogare e informare lo spettatore.

Fin dai tempi antichi gli artisti, sciamani e sacerdoti furono attirati dalle proprietà spirituali e terapeutiche della resina. La resina naturale, di mirra o d’incenso, era privilegiata dagli antichi, per poi cedere il posto alle resine sintetiche, così come la necessità di industrializzazione e di consumo hanno eclissato a livello mondiale il bisogno di rispettare l’ambiente. Flesh of the Shadow Spirits è l’incarnazione del demonio all’epoca della sintesi, lo spirito del combustibile fossilizzato, la marea nera dell’era contemporanea.

Poco dopo l’apertura della mostra personale Fin de Partie di Kendell Geers a Pechino accade un evento straordinario che ne sconvolse l’avvenire: il 3 aprile 2011 l’artista cinese Ai Weiwei fu arrestato dalla polizia e scomparve per 81 giorni. Kendell Geers, indignato, volle sostenerlo attraverso un gesto simbolico chiedendo alla galleria di chiudere in segno di protesta. Ma per evitare che il personale della galleria potesse subire con tale gesto conseguenze negative l’artista cercò un’alternativa per poter esprimere i suoi sentimenti riguardo alla detenzione di Ai Weiwei. Coprì per questo con le bandiere cinesi gli occhi delle sue sculture in resina nera, Flesh of the Shadow Spirits.

Le figure accecate rivelano la protesta; l’arte di Kendell Geers si è fatta vittima di una violenza di stato che riduce al silenzio gli artisti sparando sulla loro immaginazione a colpi conformità. Le bandiere rosse non solo manifestano il sostegno politico di Kendell Geers mostrando che non tutti sono ciechi ma testimoniano anche la sua fede senza compromessi nel potere infinito dell’arte e degli artisti.

Poiché all’epoca la protesta non fu pubblicizzata, la presentazione di Endgame in Francia diventa un’opportunità, retrospettiva, di svelarle al pubblico, tenendo conto che Ai Weiwei è sempre in libertà condizionata e non può lasciare il suolo cinese.

“Un miliardo di occhi bendati non impediranno mai alla verità di essere vista una volta pronunciata dagli artisti.”‚

Kendell Geers è nato a Johannesburg (Sud-Africa) in una famiglia appartenente alla comunità degli Afrikaner, di formazione religiosa Calvinista derivante dai coloni olandesi che si stabilirono in Sud-Africa tra il XVII e XIX secolo.

La sua infanzia è stata profondamente marcata dalla segregazione e dall’ingiustizia dell’apartheid (letteralmente “separazione” in lingua Afrikaans), che divideva non solo le comunità dei bianchi e dei neri ma anche i bianchi di origine Britannica ed Olandese, innescando una spirale di violenza destinata a continuare fino a metà degli anni 90.

Nel 1998, insieme ad altre 168 persone, si rifiutò di servire nell’esercito sud africano, un crimine punibile fino a sei anni di reclusione; prima del suo arresto riuscì a scappare negli Stati Uniti, dove visse lavorando come assistente dell’artista Richard Prince fino al 1990, quando Mandela venne rilasciato e Geers fu in grado di ritornare a Johannesburg. Nel 1993 decise di fissare la propria data di nascita nel maggio 1968, un momento storico pieno di eventi memorabili per la sua crescita artistica e personale: le rivolte studentesche, la morte di Marcel Duchamp, l’assassinio di Martin Luther King.‚

Questa identificazione tra storia collettiva e vita personale diventerà uno dei perni della sua futura produzione artistica ed è perfettamente esemplificato nella sua opera in costante evoluzione, T.W. (cv), un curriculum vitae che comprende le date e gli eventi che hanno maggiormente influenzato Kendell Geers come persona e come artista. Kendell Geers vive e lavora a Brussels (Belgio). Durante la sua carriera ha sviluppato un lavoro polimorfico che si avvale di mezzi espressivi di diversa natura: ready-mades, installazioni, video, fotografia, performance, ecc. Egli interroga codici di comportamento, principi morali e sistemi ideologici, politici e sociali (incluso lo stesso mondo dell’arte) attraverso opere scioccanti e profonde.

Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre collettive internazionali, compresi il padiglione africano alla 52esima Biennale di Venezia (2007) e Documenta 11 a Kassell (2002). Recentemente, la sua mostra personale Irrespektiv ha girato numerosi ed importanti musei europei: SMAK (Ghent, Belgio) ed il Baltic (Gateshead, Regno Unito) nel 2007; il DA2 (Salamanca, Spagna) ed il MAC (Lione, Francia) nel 2008; il MART (Rovereto) nel 2009. Nel 2012 il Castello di Blandy-les-Tours (Francia) gli ha dedicato una mostra personale e nel 2013 l’Haus der Kunst (Monaco) una grande retrospettiva.

Galleria Continua / Le Moulin
46 rue de la Ferté Gaucher
Boissy-le-Châtel (Seine-et-Marne) 77169 Francia
Tel. +33 (0) 164 203950
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www.galleriacontinua.com

Orari di apertura
Mercoledí - Domenica
Dalle 12.00 alle 19.00 e su appuntamento