Una porta è un vano praticato in una parete per permettere il passaggio. È un simbolo di "accesso e di apertura" se si ha la chiave giusta. Allo stesso tempo rappresenta un ostacolo, una chiusura (“per entrare hanno dovuto sfondare la porta…”).
Non c'è niente come una porta per segnare un confine. Varcare la soglia è un gesto semplice che viene visto in molte culture come simbolo di cambiamento. Aprendo la tua porta permetti a certe persone di entrare nella tua casa dove ogni cosa parla di te. Se la tua casa potesse parlare, cosa racconterebbe di te?
Quando inizi a porre attenzione alla sistemazione del tuo spazio, delimitato da un uscio, inizierai un percorso che ti arricchirà e ti svelerà parti nascoste del tuo essere. La porta diventerà così il tramite fra due mondi, quello esterno e quello interno.
L'idea di spazio aperto, o più correttamente di “open space”, nasce all'inizio del Novecento principalmente per gli spazi produttivi, dove diventa una modalità per rendere efficienti i luoghi di lavoro. A poco a poco, questo modo radicalmente nuovo di concepire gli spazi interni, si trasporta fra le mura domestiche, fino ad oggi dove l’"open space" interpreta l'idea moderna di casa ariosa e connessa con gli elementi.
La zona giorno assume maggiore importanza rispetto alla zona notte mentre la cucina si riduce di dimensione, diventando una porzione specializzata del soggiorno. Quest'ultimo diventa il vero centro della casa e coniuga cucina, pranzo e salotto. Uno spazio aperto fisicamente e concettualmente. Il salone open space può diventare anche il luogo dell'home office e annette anche una nuova funzionalità, quella lavorativa. L’eliminazione dei confini arriva fino in camera da letto dove diversi architetti oggi progettano la camera matrimoniale in comunicazione con il bagno padronale, senza porta di separazione. Dunque, ha ancora senso parlare di porta ai giorni nostri?
Ti invito a riflettere su cosa significa "porta" per te, nel tuo immaginario. Una porta chiusa è per te sempre un ostacolo da superare? E ancora … una porta aperta al contrario può essere una suggestione, un invito a entrare in uno spazio nuovo, diverso, sconosciuto?
Superare un limite, un confine. Se l’assenza di confini spaventa è vero che la costrizione dentro una demarcazione può essere limitante. In questa dualità, in questa dicotomia dello spazio diventa importante comprendere il significato profondo di ‘soglia’ che senti dentro di te.
Preferisci una casa declinata in diversi ambienti (ingresso, soggiorno, cucina, camera da letto) oppure prediligi l’open space? Si tratta di una scelta che scandisce il passo della tua quotidianità. Hai bisogno di raccoglierti e rilassarti una volta rientrato a casa oppure aspetti con impazienza gli amici per aperitivo, cena o dopocena?
Per certi versi, uno spazio aperto è uno spazio pubblico, capace di riprendere e reinterpretare le logiche e le dinamiche che si verificano all'esterno. Annullando le separazioni tra i diversi ambienti della casa, lo spazio aperto spinge gli abitanti alla socializzazione e alla condivisione di esperienze. Tuttavia quando rientra a casa, come ogni altro mammifero, l’essere umano vuole ritrovarsi "nella tana". Un luogo dove riposarsi e rilassarsi, dormire e cibarsi al riparo dagli elementi e dallo stress affrontato "all’esterno". Ecco perché la dualità fra open space e casa declinata in spazi delimitati dalle funzioni diverse rappresenta un nodo da sciogliere, un crocevia concettuale da attraversare.
Trovare un punto di equilibrio e di benessere fra lo stare "dentro" e lo "stare fuori’" entrambi momenti preziosi per vivere una vita piena e appagante, fonte di benessere per il corpo, la mente e l’anima.