Inaugura sabato 7 ottobre (visitabile sino al 16 novembre) presso Eidos Immagini Contemporanee Reale F. Frangi. L’oltre, antologica che nasce non solo dalla voglia del curatore Raffaella A. Caruso di presentare una “bella” mostra ma anche dalla necessità dell’Artista, dopo più di cinquant’anni di attività, di un organico riordino di scritti, progetti, disegni, pittura in un periodo che va dalla fine degli anni 60 al nuovo Millennio: dai primi esperimenti con le plastiche, alla cellula abitabile, all'uso puro della geometria e del colore sino al Madi.
Nell'impossibilità di seguire diacronicamente l’evoluzione di ogni singolo tema, per la vastità del periodo analizzato e per la varietà del materiale analizzato, il curatore ha adottato una lettura sincronica- la stessa tenuta nel catalogo- in un percorso che parte già negli anni 60 con l’intento di indagare le “geometrie dialettiche” costruite dall’analogia/opposizione della forma dall’antagonismo o complementarietà del colore, alla continua ricerca dell’equilibrio.
Sul finire degli anni 60 dunque abbandonati i primi esperimenti figurativi, risolti in chiave realista-esistenziale, e sposato l’uso della geometria pura, la sperimentazione di Reale Franco Frangi si avvale dei nuovi materiali plastici: il colore riluce grazie alle nuove superfici e la forma esce prepotente per la prima volta dal quadro anticipando la penetrazione spaziale madi, chiaramente evidente nel progetto della cellula abitabile che segnerà il grande periodo di riflessione teorica degli anni 70. A partire dagli anni 80 la costruzione dei temi "formali" si fa più complessa, guidata dall'interazione matematica di luce-forma-colore. Ne è manifesto il ciclo del doppio: la forma inizia a traslare, ruota, si ribalta raddoppiando la forza sua e il potere del colore. Gli anni 90 sono quelli dell'adesione "ufficiale" al Madi: la crescita della forma nello spazio non è più binaria ma esponenziale, le possibilità combinatorie infinite, la libertà totale (sempre nel rispetto di precisi presupposti formali), la maturità artistica piena. L’oltre diviene la dimensione fisica di collocazione dell’opera nello spazio e la prospettiva mentale di costruzione dell’esistenza. Affiora quasi come imprescindibile e urgente esigenza il tema del tempo.
Accompagna la mostra un volume (con-fine edizioni d’Arte&Cultura) con un articolato saggio di Raffaella A. Caruso, e un ricco apparato iconografico, riproducente non solo le opere in mostra ma anche appunti, disegni, schizzi, progetti dell’Artista. Scrive il curatore: “Alcune osservazioni parranno al lettore forse già viste. Affondano infatti le proprie radici in quella stagione di grande fermento di idee e di scambio d’intenti che fu il dopoguerra: nascono dalla gioia e dalla sofferenza d’una seria ricerca personale e dalla passione di un’intera generazione, che uscita da anni di fame e di tribolazioni, volle sperimentare lottando. E ancora oggi sa farlo, cercando l'oltre”.