Mentre in Giappone fioriscono i ciliegi, la pioggia di colore di Sakurai invita a meditare sulla bellezza e sulla caducità della vita con un'attenta indagine neo-pop sul segno e sul valore dell'icona, unendo la velocità dell'Occidente ai mille lenti rituali di un Oriente ancora lontano…
E intanto fioriscono i ciliegi…questo il suggestivo titolo della personale a cura di Raffaella A. Caruso con cui la Galleria Eidos Immagini Contemporanea presenta Shinya Sakurai. Giovane artista nipponico, allievo dei Maestri del Gutai, laureato in Belle Arti ad Osaka ed ancora in scenografia a Torino presso l’Accademia Albertina, opera con il suo lavoro un perfetto sincretismo tra oriente ed occidente, contemporaneità e tradizione. Il suo neo pop segnico, nonostante il colore che invade la tela e che lo avvicinerebbe in superficie al pop fluo di Takakashi Murakami, è ben lontano dalla civiltà dei consumi e rappresenta invece una raffinata indagine sul valore concettuale e semantico dell’icona. Lavori lenti e meditati, apparentemente lontani dalla gestualità dei Gutai spesso erroneamente assimilata ad una sorta di action painting, laddove è invece attenzione alla materia, rispetto e possibilità tutta orientale di lasciarla parlare. Così Sakurai prepara le sue tele intingendo nel colore il tessuto annodato con l’antica tecnica dello shibori, dando spessore “rituale” alla reiterazione del suo segno: cuori, bottoni, teschi, croci, lacrime e celle di colore. Pur appartenendo a tre generazioni successive a quella che ha vissuto nella carne la devastazione della guerra, anche Sakurai, nato ad Hiroshima, non può dimenticare. E’ giovane e vive della speranza del colore, ma ha ben presente la potenza demoniaca dell’atomica e degli sconvolgimenti della natura, cui la sua patria lo ha abituato, la bella e terribile alternanza tra morte e rinascita.
Come scrive Raffaella a. Caruso nel testo in catalogo: “E’ il passaggio dalla vita alla morte e viceversa che mi ha fatto scegliere l’Hanami, la fioritura dei ciliegi come rituale simbolo di questa esposizione (oltre all’avere poi appreso con stupore che in giapponese sakura significa proprio ciliegio…). Tra la fine di marzo ed i primi di aprile le famiglie si riuniscono nei parchi ovunque ci sia un ciliegio in fiore: attraverso l’epifania di fioriture incredibili i giapponesi riscoprono i ritmi rurali della loro terra festeggiando la vita che si rinnova, ricordando quanto di questo si debba gioire poiché basta un soffio a far cadere i petali a terra, copiosi”.