La galleria è interamente dedicata a due classi di vertebrati, anfibi e rettili, qui esposti secondo criteri sistematici.
Le prime vetrine sono dedicate agli anfibi, vertebrati a pelle nuda caratterizzati da un complesso ciclo vitale (da cui il nome che deriva dal greco e significa “doppia vita”), solitamente la larva è acquatica con pinne e branchie mentre l’adulto è terrestre con quattro arti e polmoni. Gli anfibi oggi sono rappresentati da meno di 5.000 specie divise in tre gruppi: anuri (rane, rospi e raganelle), urodeli (salamandre e tritoni) e apodi (cecilie). Tra gli esemplari esposti risalta la salamandra gigante del Giappone il più grande anfibio vivente.
Le altre vetrine sono dedicate ai rettili, vertebrati terrestri con il corpo ricoperto da squame. Oggi esistono circa 6.000 specie di rettili divisi in tre gruppi: loricati (coccodrilli, alligatori e gaviale), cheloni (tartarughe e testuggini) e lepidosauri (serpenti, lucertole e rincocefali). I loricati sono predatori semiacquatici con il corpo rivestito da grandi squame dermiche, nella vetrina a loro dedicata sono esposti un alligatore, un caimano, uno scheletro di alligatore del Mississippi e un cranio di gaviale. I cheloni sono facilmente riconoscibili per la presenza di una corazza costituita da ossa, rivestita da scudi epidermici e suddivisa in carapace dorsale e piastrone ventrale. Alcune specie mostrano variazioni di questa struttura, ad esempio la tartaruga liuto, il più grande chelone vivente, possiede un carapace cartilagineo con incluse migliaia di piccole ossa poligonali, possiamo ammirarne uno appeso alla parete.
In una vetrina sono messe a confronto una tartaruga marina, una testuggine di palude ed una testuggine terrestre. I lepidosauri sono divisi in tre gruppi: ofidi (serpenti), sauri (lucertole, gechi, camaleonti, varani, iguane) e rincocefali (tuatara). I rincocefali, molto diffusi nel Mesozoico, sono oggi rappresentati solo da due specie di tuatara o sfenodonti, un esemplare è qui esposto sotto alcool. Si tratta di rettili molto particolari, ad esempio sono gli unici vertebrati che possiedono il “terzo occhio”, hanno cioè la ghiandola pineale (epifisi) con funzione di fotorecettore.