Dopo l’Accademia di Belle Arti di Napoli, Marinella Senatore frequenta il Centro Sperimentale di Cinema a Roma per approfondire i linguaggi audiovisivi del cinema e del video. Video, fotografia, installazioni, disegni e pittura diventano i mezzi attraverso cui l’artista ricompone lacerti di memoria personale e collettiva, restituisce storie fatte di dettagli, ambienti, atmosfere intime intrise di forte intensità emozionale. Dai suoi video, che hanno progressivamente acquisito una struttura anche produttiva sempre più cinematografica, scaturiscono storie aperte e meta-narrazioni potenzialmente infinite, dove lo sviluppo diegetico principale si dilegua nelle micro-narrazioni scaturite dai singoli personaggi.
Cortocircuitando vicende personali e processi collettivi, realtà e finzione, i progetti dell’artista sviluppano un caleidoscopio di relazioni personali che dall’artista passa ai partecipanti e si espande al contesto antropologico di appartenenza, favorendo la costruzione di un archivio di narrazioni condivise che richiama un senso corale di comunità. Emblematico di questo modus operandi è ad esempio uno dei suoi ultimi progetti: Rosas, volto alla creazione di un’opera lirica in tre atti realizzata per lo schermo, concepito dall’artista coinvolgendo nell’arco di oltre un anno un cast e una troupe di oltre 20.000 partecipanti in tre paesi differenti e prodotto da differenti istituzioni internazionali (Kunstlerhaus Bethanien di Berlino, il Museo Quad di Derby e il Matadero di Madrid). Le comunità coinvolte adottano una dinamica socio-politica alternativa per un periodo di tempo in cui l’artista si presenta come “attivatore” di processi collaborativi grazie a memorie, esperienze e momenti d’incontro che diventano materia da riscrivere sospesa tra realtà e finzione. Senatore imbastisce in questo modo un racconto polifonico che ibrida vari linguaggi, felice contaminazione di generi e modalità differenti di approccio al testo filmico trasformato in un vero e proprio lavoro di arte pubblica, dove l’elemento narrativo diviene solo il filo di una trama più fitta, nella quale anche il montaggio e la fotografia, così come le musiche, entrano a fare parte della narrazione.
Anche Manuale per i viaggiatori si basa sugli stessi meccanismi partecipativi. È un lavoro prodotto e in parte realizzato all’interno degli spazi del museo Madre nel mese di agosto 2007. Il set del film è stato un vero e proprio laboratorio aperto, dove ogni singolo visitatore è stato invitato ad assistere e a partecipare alle fasi di lavorazione. Il pubblico è dunque diventato parte attiva di ogni fase del processo creativo, dalla scrittura alla recitazione, inclusi gli elementi tecnici: scenografia, fotografia, illuminazione. I ruoli dell’artista come autore e del pubblico come destinatario passivo sono messi in discussione e rielaborati. I partecipanti hanno condiviso tempo, esperienze e competenze in un’atmosfera laboratoriale, in contatto con i contenuti ispirati dal proprio ambiente di vita e in costante relazione con il proprio background e il livello di coinvolgimento desiderato. L’aggregazione nei progetti pubblici di Marinella Senatore, come nel caso di Manuale per i viaggiatori, è favorita dalla condivisione e dal reciproco scambio di competenze, stimolato da nuove modalità didattiche attivate tra le risorse locali che facilitano uno scambio produttivo tra coloro che prendono parte a questa esperienza collettiva.