Strappando i manifesti pubblicitari dagli spazi del comune di Roma e incollandoli sulla tela, aveva inventato un modo nuovissimo di realizzare un’opera d’arte. Sul finire degli anni Cinquanta, quei lavori regalarono un’immediata celebrità a Mimmo Rotella (1917 -2016). La galleria DaDAEAST di Milano presenta un’esposizione ispirata al grande protagonista del Nouveau Realisme in cui le opere del collettivo Italiancode dialogano con le opere di Maurizio Galimberti con due stili diversi ma legati a una comune matrice Pop.
Per Italiancode, un collettivo formato da Stefano Albertini, Luciano Bobba e Max Portale, l’opera di Mimmo Rotella rappresenta un passaggio importante in un percorso di creatività che, dalle cartine di Milano, usate come vere e proprie tele e rigenerate con simboli riconoscibili come il Duomo o la Torre Velasca o l’Arco della Pace, passa attraverso Stencil Pop, altro step artistico del gruppo, dove i soggetti ispiratori spaziano dalla musica jazz, alla moto di Steve McQueen o ai tram cittadini e diventano lavori elettrizzanti e vivacizzati da pennellate, parole e spruzzi di bombolette spray. “Ora Italiancode - scrive Renato Diez - ha reinterpretato la geniale intuizione di Mimmo Rotella ricodificando il concetto duchampiano del ready-made, intimamente connesso ai manifesti pubblicitari strappati ai quali Rotella regalava una nuova vita come opera d’arte, filtrandolo attraverso una lente che, dalla Pop Art, arriva fino alla Street art di Bansky”.
Nelle due sale della galleria milanese, Italiancode presenta opere di grande e piccolo formato dove, come descrive Mariateresa Cerretelli, “miti del cinema, scritte, immagini di capolavori museali e personaggi si attraggono come una calamita sulle tele per trovare, insieme, una loro naturale armonia e si stratificano in un circo immaginario, frammentato e coloratissimo”. Maurizio Galimberti, l’altro protagonista dello spazio espositivo, è uno tra i più innovativi fotografi italiani. La potenza e il dinamismo ricorrente e sempre sorprendente dei suoi mosaici deriva dallo studio profondo delle avanguardie artistiche e in particolare dal Dadaismo, dal Futurismo e dal Surrealismo. In questo contesto presenta una vasta gamma di ritratti realizzati a Mimmo Rotella in diverse occasioni.
Da Rotorotella, la sequenza di nove provini in bianco e nero scattati con la Widelux nel 1992, di chiara derivazione futurista, ai grandi e potenti mosaici come Motor Oil, fino alle singole Polaroid accentuate e personalizzate dalla sua sapiente manipolazione. Una serie di lavori nei quali l’artista calabrese, così legato alla mitologia cinematografica, si trasforma in attore per un giorno, interpretando per Galimberti e la sua fotografia il ruolo del gangster italo-americano con ironia, gestualità teatrale e complicità. In questa mostra è esposto anche un lavoro inedito realizzato a quattro mani dove Galimberti ha composto uno dei suoi caratteristici ready-made intervenendo con la Polaroid su una carta di Italiancode. A questo mix di arte e creatività si aggiungono il “dietro le quinte” del 2005 di Enrica Cristoferi che ritrae Galimberti nelle fasi della sua performance e il backstage talentuoso di ritratti degli artisti all’opera firmato da Francesca Romano che svela (in parte) come Italiancode crea i suoi lavori.
Maurizio Galimberti nasce a Como nel 1956, è tra i più innovativi artisti italiani. È noto come fotografo, Instant artist e creatore del movimento Dada Polaroid e la sua fotografia si è sviluppata nel corso del tempo in una dimensione di ricerca e scoperta del ritmo e del movimento. I suoi ritratti a mosaico, noti al collezionismo mondiale, derivano dalla sua conoscenza profonda delle avanguardie artistiche: dal Bauhaus al Cubismo, dal Dadaismo al Surrealismo, con particolare attenzione al lavoro di Braque, Duchamp, Picasso e Boccioni, fino allo studio delle composizioni di David Hockney e alla fascinazione per autori come Daniel Spoerri e Lucas Samaras. L’artista ha iniziato con una Widelux per poi, a partire dal 1983, focalizzare il suo impegno in maniera radicale e definitiva sulla Polaroid. La creatività e la progettualità sono le caratteristiche principali della sua tecnica più nota: il mosaico, strumento attraverso il quale ha trovato il modo per esprimere il dinamismo e per reinventare una tecnica già esistente ma fino ad allora mai sviluppata in modo tanto efficace. Le sue opere fanno parte di prestigiose raccolte internazionali.
Il collettivo artistico è nato spontaneamente durante una serata tra amici, amanti dell’arte e tutti con uno spiccato senso della creatività. Da una riflessione su Expo 2015 e su possibili progetti da proporre è partita l’idea di trasformare le mappe di Milano e in seguito di altre città in piccole opere d’arte. Le cartine firmate da Italiancode come primo step artistico, si sono ispirate alla città di Milano, ai suoi monumenti, alle sue piazze, alle sue immagini più caratteristiche. Stencil Pop segna il secondo step dell’arte di Italiancode. L’estro si accende di nuove scintille e di spunti inediti. In primo piano la mitica moto di Steve McQueen o il pulmino o il tram, figura centrale della storia di Milano o il jazz, il genere internazionale che ha cambiato la musica nel mondo. E intorno, brillanti, dinamiche ed espressive, le pennellate, le scritte o i décollage multipli di manifesti, eredità della memoria rotelliana. Da questo flusso ininterrotto di ricerca artistica e di sperimentazione contemporanea è nato il terzo step con la serie di opere dal titolo Rotella Ricodificato, dove le tele riflettono una composizione sapiente ed effervescente di colori e di soggetti. Italiancode è un’espressione di arte democratica.