Testing effects, dancing reactions, la nuova mostra personale di Loris Cecchini, propone un’ampia selezione di opere dell’artista la cui ricerca si muove seguendo le caratteristiche fisiche degli elementi plastici, trasfigurandoli in una dialettica costante tra arte e scienza. I fenomeni fisici diventano un inventario ottico ed emotivo dell’ambiente e i sistemi naturali si traslano in un sistema stratificato di relazioni semantiche al fine di rilevare i processi invisibili di una sintesi tra natura e cultura. L’alternarsi delle opere concorre alla creazione di un vero e proprio “organismo”, responsabile di generare esso stesso un confronto tra microcosmo e macrocosmo che avvicina e mette in stretta relazione differenti categorie estetiche e l’ambito scientifico.
Pareti ed oggetti in turbolenza come superfici liquide (Wallwave: Anatomy of a diagram, e Steelwave: Mercurial Chorus), inorganico che diventa organico (Waterbones, Sentimental Seismographies, Confining forces, The peeling paints), elementi naturali continuamente ibridati tramite il loro ripensamento attraverso processi cognitivi (di cui il disegno è strumento primario) (i vari Collages, l’opera Tavolo parallelo alla terra, Terra parallela al tavolo), restituiscono la tensione simbolica di un mondo di natura in cui l’uomo si muove, costruisce, progetta, realizza, in uno slittamento verso l’identificazione interiorizzata del fenomeno rappresentato. Non più intesa come catalogo di forme da riprodurre, la natura, considerata nella sua costante transitorietà del divenire strutturale e metafisico, si presenta come un analogon del processo creativo, dalla cui osservazione è possibile apprendere dinamiche formative mediante le quali creare immagini autonome e significative proprio come le forme della natura: le opere divengono risultato e testimoni di un processo di crescita e mutamento.
Questo è evidente in serie di opere come Waterbones, The developed seeds e Sinapsys paradigms and micrologies, e, in generale, in tutte le strutture modulari progettate e composte dall’artista in una nuova configurazione spaziale. Queste opere acquistano consistenza andando progressivamente a costruire degli agglomerati emotivi volti ad un dialogo continuo con lo spazio e l’architettura: ne è esempio anche il recente progetto The Garden’s Jewel (presente in mostra con i relativi disegni e il modello plastico), una casa/scultura su un albero realizzata permanentemente nel 2/ sud della Francia.
Le singole opere, analizzate nel loro prodursi, alternando caratteristiche di disposizione, configurazione, organizzazione, struttura, ordinamento, creano parallelismi volti a trasfigurare grammatica astratta e anatomia poe-tica, fenomeni esteriori di accrescimento organico e narrativa, il mondo della configurazione molecolare e della metafora biologica alla luce della meraviglia strutturale. Nato a Milano nel 1969, Loris Cecchini vive e lavora a Berlino e a Milano. Ha esposto il suo lavoro a livello internazionale, con mostre personali in prestigiosi musei tra cui Palais de Tokio a Parigi, Musée d’Art Moderne di SaintEtienne Métropole, MoMA PS1 a New York, Shanghai Duolun MoMA di Shanghai, Centro Gallego de Arte Contemporanea a Santiago di Compostela, Kunstverein di Heidelberg, Quarter di Firenze, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato, Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano.
Loris Cecchini ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui la 56°, la 51° e la 49° Biennale di Venezia, la 6° e la 9° Biennale di Shanghai, la 15° e 13° Quadriennale di Roma, la Biennale di Taiwan a Taipei, la Biennale di Valencia in Spagna, la 12° Biennale Internazionale di Scultura di Carrara. Loris Cecchini, inoltre, ha preso parte a mostre collettive in tutto il mondo tra cui esposizioni al Ludwig Museum di Colonia, PAC di Milano, Palazzo Fourtuny a Venezia, Macro Future a Roma, MART di Rovereto, Hayward Gallery di Londra, The Garage Centre for Contemporary Culture Moscow, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Il Musée d’Art Contemporain di Lione, il MOCA di Shanghai, la Deutsche Bank Kunsthalle di Berlino e altre ancora. Ha realizzato varie istallazioni permanenti e site-specific, in particolare a Villa Celle a Pistoia e nel cortile di Palazzo Strozzi a Firenze, alla Fondazione Boghossian di Bruxelles e per il Cleveland Clinic’s Arts & Medicine Institute negli Stati Uniti, a Les Terrasses Du Port di Marseille, e, recentemente, al Shinsegae Hanam Starfield a Seoul.