Dal 3 settembre 2016 al 5 gennaio 2017, il Museo civico Pier Alessandro Garda di Ivrea (TO) ospita Omaggio al Giappone, una mostra che propone uno sguardo approfondito sulla fotografia nipponica contemporanea attraverso l’obiettivo dei suoi maggiori e più riconosciuti maestri.
L’iniziativa, organizzata e curata dal Fondo Malerba per la Fotografia, col patrocinio della Città di Ivrea, col sostegno della Fondazione Guelpa, presenta 21 immagini di Noboyushi Araki, Yasumasa Morimura, Daido Moriyama, Naoya Hatakeyama, Toshio Shibata, Hiroto Fujimoto e Kazuko Wakayama, provenienti dalla Collezione Malerba.
La rassegna, che si tiene in occasione del 150° anniversario dei rapporti tra Italia e Giappone, ben s’inserisce all’interno del percorso espositivo del museo eporediese che conserva un’importante collezione di arte orientale, con una prevalenza di opere provenienti dal Giappone.
La fotografia artistica giapponese è sempre stata vissuta fino a metà del secolo scorso come uno strumento di fedele riproduzione dell’ambiente, delle cose e dell’uomo attraverso un realismo quasi dogmatico. Il tratto degli artisti presenti in mostra, da un lato, rievoca gli aspetti della memoria quale racconto di esperienze personali, dall’altro, accompagna il visitatore all’interno di un processo di rigore concettuale.
Proprio tale rigore concettuale è la cifra caratteristica che accomuna le opere di questi autori. Il loro sguardo va dalla natura alla città, dall’esperienza personale diretta a quella visionaria e costruita, dalla messa in scena al travestimento.
Nobuyoshi Araki, ad esempio, racconta del suo viaggio a Venezia dove, avvolto dalla malinconica atmosfera della laguna, recita egli stesso la parte dell’istrione. Allo stesso modo, Yasumasa Morimura, sempre in bilico fra se stesso e l’altro da sé, assume il travestimento come tratto distintivo della propria creatività, facendo rivivere le grandi star del cinema hollywoodiano. Dal canto suo, Daido Moriyama narra per frammenti il suo quotidiano peregrinare nelle città del paese del Sol Levante, osservando, scrutando e registrando tutto quanto gli appare davanti al suo obiettivo, comprese le piccole cose o gli eventi all’apparenza insignificanti.
Rispetto a questi maestri, vere e proprie star internazionali, Naoya Hatakeyama e Toshio Shibata, di alcuni anni più giovani, insistono anch’essi nell’osservazione del mondo - la natura e la città - volendone però rimarcare le mutazioni dovute all’intervento dell’uomo, mentre Hiroto Fujimoto e Kazuko Wakayama, delicati e raffinati nel loro descrivere la natura, ricordano come da sempre l’arte giapponese si nutra di dettagli e sia capace di sorprendere lo spettatore nella combinazione che questi poi assumono una volta ordinati.
Ad accogliere i visitatori, l’incanto dell’ikebana - l’arte di “rendere visibile la vita dei fiori” – con un’opera realizzata dall’insegnante della scuola Wafu, Ingrid Maier Galvagni.
In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà riproiettato – dopo la presentazione avvenuta il 30 aprile scorso, - il restauro del film Kyoto di Kon Ichikawa, uno dei più grandi maestri del cinema giapponese. Il film, prodotto da Olivetti Arte nel 1969, fu realizzato da Ichikawa, autore di 90 titoli tra cui L’arpa Birmana, per raccontare i tesori di Kyoto, una delle più belle città del mondo. l film è stato restaurato a 2.3K dall’Archivio Nazionale del Cinema Impresa in collaborazione con Marty Gross Film Productions, National Film Center di Tokyo e Associazione Archivio Storico Olivetti.