Per l’ultimo appuntamento della stagione espositiva 2014/2015 la Romberg ospita nel suo spazio di Latina, Roomberg Project Space, un progetto di Mario Velocci, scultore originario di Monte San Giovanni Campano, Frosinone.
Un rapporto intimo con la natura e i suoi segni caratterizzano i lavori dell’artista che espone opere di grande formato accompagnate da alcune sculture di piccole dimensioni, lavorate con materiali intrinsecamente dissimili come l’acciaio e il cartone.
The sound room, la stanza dei suoni, è il titolo dell’esposizione che ruota attorno ai vibranti spazi mentali di Velocci che si traducono in una lucida riflessione sull’elasticità della realtà percettiva. Gli ambienti della galleria divengono una sorta di camera anecoica per una platea di sculture dalle sembianze di strumenti sonori, che riverberano nella mente del visitatore componendo una melodia lieve capace di assorbire l'aria e farla risuonare.
Lavori sapientemente stratificati che prendono forma dal suo legame con la terra, lui che proviene da una famiglia di contadini e fin da giovane si è espresso traendo ispirazione dalle distese di grano, dal lavoro dei campi, dalla flora e dalla fauna, sintetizzandone gli elementi. Il cartone nelle sue mani diviene cassa armonica e il freddo acciaio si plasma a strumento dell’anima, portatore di suoni nascosti.
Se “scolpire è arrestare l’energia per contemplarla, catturare la vitalità per domarla e nutrirsene” - come dice il filosofo e saggista francese contemporaneo Michel Onfray - Velocci fa un passo oltre arrestando sì questa energia, e catturandone la vitalità, ma per liberarla alla vita.