Federico Luger e Giampaolo Abbondio sono lieti di annunciare l’apertura di Spazio 22 in viale Sabotino 22, Milano.
Spazio 22 è il luogo in cui Galleria Pack e FL Gallery si associano per promuovere le nuove tendenze dell’arte contemporanea, creando un punto di aggregazione per artisti, galleristi, collezionisti e appassionati. Il primo appuntamento saranno le mostre personali degli artisti Andrei Molodkin, dal titolo Falling Capitalism, e Franklin Evans, headandhandinhand.
FL Gallery inaugura la sua nuova sede di viale Sabotino con una mostra personale di Franklin Evans. Per headandhandinhand l’artista presenterà una nuova serie di pitture e un’installazione che segue la linea delle sue ultime mostre istituzionali, che si sono tenute al Nevada Museum of Art (2013) e alla Monserrat Gallery presso il Monserrat College of Art (2014). Evans definisce questi lavori come “ambienti installativi” che diventato “ambienti esperienziali per il pubblico” che mostrano il processo di riflessione e di lavoro stesso dell’artista attraverso una presentazione del suo studio.
Il titolo scelto per la presente mostra si riferisce al fatto che la pittura di Evans è un processo mentale complesso e allo stesso tempo la fattura è totalmente manuale, a differenza di altre sue opere in cui include diversi tipi di stampe digitali.
Tuttavia, molte delle immagini su cui lavora Evans sono state trovate sul web: l’artista ripete in un certo senso una sorta griglia di pixels amplificati, e in ognuno di questi sceglie dei dettagli di teste e mani appartenenti a opere canoniche della storia dell’arte occidentale da riprodurre, molto spesso a memoria. In mostra c’è per esempio il dipinto handsjockjudd (2014) che allude attraverso dettagli amplificati, dentro dei “pixel”, non solo a noti pittori della tradizione moderna europea come Henri Matisse (le mani) o Piet Mondrian (la griglia), ma anche della tradizione americana con la citazione esplicita di Donald Judd.
L’opera di Franklin Evans continua ad evolvere ampliando sia il suo campo di ricerca che gli strumenti utilizzati per svolgerla - per esempio, attraverso l’utilizzo della tecnologia e le reti - senza però dimenticare mai l’importanza per la sua pratica della materialità e le possibilità della pittura stessa.
Il lavoro di Franklin Evans è stato esposto a New York presso il MoMA PS 1 (Greater New York 2010), El Museo del Barrio, The Drawing Center, Apexart e in gallerie degli USA ed Europa. Recentemente ha avuto mostre istituzionali presso il Nevada Museum of Art (2013) e il Monserrat College of Art (2014). Evans ha co-curato Lush Life nel 2010 con Omar Lopez-Chahoud in nove gallerie di LES e ha collaborato con Trajal Harrell nelle immagini per Twenty Looks or Paris Is Burning at the Judson Church (S), una performance presso il New Museum e The Kitchen a New York, e presso l’ Institute of Contemporary Art, Boston, MA. I premi ricevuti includono il Pollock-Krasner Foundation Grant, e residenze al Yaddo e The Marie Walsh Sharpe Space Program. Il lavoro di Evans fa parte delle collezioni permanenti di El Museo del Barrio, Weatherspoon Art Museum, The Pizzuti Collection, e Progressive Art Collection. headandhandinhand è la sua quarta mostra presso la Galleria.
Con questa mostra ricomincia l'attività espositiva di Galleria Pack. Il nuovo progetto di Andrei Molodkin verrà esposto in due tempi, la prima parte in questa occasione, la seconda a fine maggio con una grande installazione presso l'Università Luigi Bocconi.
L’opera di Andrei Molodkin, caratterizzata costantemente da una dimensione poetica politico-ideologica, si serve con uguale intensità di materiali tra loro diversi quali petrolio, inchiostro o sangue, per articolare l’ossessione che determina l’impianto narrativo del racconto dell’artista: l’economia come entità significante della costruzione simbolica, economica e culturale occidentale.
Il linguaggio e la tecnica caratteristici dell’artista - l’utilizzo del petrolio e dei sistemi idraulici che ne attuano la circolazione, dai compressori alle sculture “simulacro” vuote in resina acrilica - nelle recenti produzioni si articolano frequentemente in una serie di tele di grandi dimensioni realizzate con la penna biro e che riportano slogan o parole in cui i caratteri che li compongono occupano l’intero spazio visivo.
L’evoluzione stilistica dell’artista si è spinta recentemente su di un versante sempre più concettuale, che mira comunque alla continua ricerca di un dialogo con lo spettatore attraverso l’impatto emozionale suscitato dalle proprie opere. Secondo una personale scrittura visiva scandita in termini metaforici, l’inchiostro, nei lavori su tela, diviene così il sangue che fluisce dalla penna, allo stesso modo in cui il petrolio si fa rappresentazione della linfa vitale che scorre nei vasi del sistema simbolico alla base del panorama cognitivo occidentale, in un traslato dove l’umanità oggettualizzata e silenziosa rimane al fondo della narrazione dell’artista.
L’artista russo, articolando il suo linguaggio, riesce in questo modo nella rara impresa di dar vita ad una propria, personale, “tecnica” che lo differenzia profondamente dalle ricerche che vertono sul rapporto uomo-tecnologia e rendono la sua produzione tra le più singolari nel panorama internazionale.