Federico Bianchi Contemporary Art è lieta di presentare la seconda personale in galleria di Jacopo Mazzonelli.
La processualità di Jacopo Mazzonelli in Eject investiga nitidamente la storia del Novecento - nazionalità, appartenenza, reversibilità delle proprie azioni, desiderio, denaro, possesso - il suo essersi svolta attraverso la formazione del consenso, le masse e il conformismo subito dagli uomini, i meccanismi sociali e gli esercizi tecnici, gli sbandieramenti e i monologhi, i disordini e le coreografie, i libri rivoluzionari e i supporti musicali che divengono metafora d’infidi meccanismi subliminali. Mazzonelli definisce un’attività che permette di tradurre i concetti in segni, simboli, messaggi, incipit. La sua conoscenza intuitiva di artista si cura della realtà dell’immagine attraverso una conoscenza intellettuale che determina nel suo lavoro quella componente di discriminazione tra vero e falso che non è giudizio morale, ma tentativo di sollevare una domanda. Il tasto eject nelle apparecchiature musicali è la funzione di controllo che imprime l’ordine di espulsione. Tale detonatore non è mai presente nella concretezza delle installazioni rendendosi in tal modo il “grande fratello” che furtivamente governa, decide, suggestiona, determina annullando spazio e tempo, appiattendo le distanze e occultando il potere con l’infido talento della percezione distorta. L’opera di Jacopo Mazzonelli in tal senso si muove con una cascata di effetti collaterali, una parafrasi continua di situazioni e atteggiamenti, un’azione volta a decentrare l’utopia che rinnega e soggiace a se stessa rovesciando la sua positività per divenire superficie temporale e spaziale di un mondo al negativo, distopico. Ciò che interessa indagare all’artista è un’assunzione di responsabilità ininterrotta e necessaria, uno stare in equilibrio sulla parafrasi delle situazioni e sulle contrapposizioni di ricostruzioni che risultano volutamente impersonali, ma straordinariamente interpretate con la presa di responsabilità urgente dell’arte contemporanea. L’introversione, gli effetti del senso, il segno del concetto, vengono sviluppati dal lavoro di Mazzonelli per srotolare un’equivalenza sotto il segno dell’architettura, dell’installazione, della scultura e della traccia impiegando materiali in uso e consueti come cemento, specchi, vetro, pigmento, legno, stampa o lampadine.
La seconda personale dell’artista presso la Federico Bianchi Contemporary Art si pone dunque come un progetto unitario ma poliedrico, governato da un denso processo di ricerca nella quale è lecito transitare non senza porsi delle domande sulla società contemporanea, sulle geografie, le economie e le politiche che stanno procedendo, mutevoli e confuse, dentro la nostra esistenza individuale e collettiva. -Martina Cavallarin
Jacopo Mazzonelli nasce a Trento nel 1983. Si diploma in pianoforte e in musica contemporanea presso l’Accademia Internazionale Tema di Milano. Parallelamente agli studi musicali sviluppa una processualità artistica che si esprime con differenti linguaggi per una pratica del contemporaneo trasversale ed errante. Mazzonelli realizza sculture e installazioni attraverso cui indaga spesso l’elemento sonoro - musica e rumore, ritmo e silenzio - pur non includendolo necessariamente come evento uditivo nell’opera. Ha tenuto mostre personali in Italia e all’estero.