Questa mostra intende presentare, attorno alla figura centrale di Amedeo Modigliani, una significativa raccolta di opere degli artisti della cosiddetta “École de Paris”. Il termine fu coniato dal critico d’arte André Warnod per designare un gruppo di artisti, per lo più di origine ebraica e discriminati nei propri paesi di origine, che si raccolsero nei primi anni del Novecento nella città francese, culla degli impressionisti e dei movimenti di fine secolo.
Sfuggendo alle etichette degli “ismi” (Cubismo, Dadaismo, Surrealismo...), essi restarono indifferenti ai richiami dell’astrazione, preferendo esprimere la loro modernità nell’ambito dell’arte figurativa.
In mostra circa 90 opere racconteranno questa esperienza artistica ‐ accanto a Modigliani alcuni nomi eccezionali come Brancusi, Soutine, Utrillo, Chagall, Gris, Marcoussis, Survage, Picasso - tra cui sessanta capolavori provenienti dal Centre Pompidou di Parigi e da importanti collezioni pubbliche e private d’Europa.
La mostra è promossa da GAM e prodotta da Mondo Mostre Skira in collaborazione con il Musée National d’Art Moderne - Centre Pompidou di Parigi. La curatela scientifica è affidata a Jean‐Michel Bouhours, uno dei massimi studiosi di Modigliani e curatore del dipartimento delle collezioni moderne del Centre Pompidou di Parigi.
La prima tela di Modigliani entrò nelle collezioni del Musée national d’art moderne nel 1932; tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, si costituì poi un primo insieme significativo di opere, con l’acquisto di due teste in pietra, oltre alla straordinaria gouache raffigurante una Cariatide. Altri acquisti, donazioni e lasciti si sono susseguiti negli anni, arricchendo così il fondo Modigliani del museo.
Amedeo Modigliani incarna pienamente la figura dell’artista maledetto del XX secolo, messaggero di una bohème artistica che rinnova l’arte del suo tempo. Oggi viene universalmente considerato uno dei padri dell’arte moderna, eppure la sua carriera è stata straordinariamente breve e coronata da scarso successo in vita. Il suo genio transita come una meteora nella Parigi di inizio Novecento. Da spirito indipendente, egli sorvola i numerosi movimenti artistici che stanno nascendo, traendone ispirazione solo da lontano, ma rifiutandosi sempre di aderirvi, come fece ad esempio con il cubismo e il futurismo.
Modigliani è quindi raccontato in mostra come il principale testimone della realtà cosmopolita della Bohème parigina, che ha segnato la sua indipendenza dai movimenti ufficiali delle avanguardie artistiche. Un particolare momento storico in cui, alla creazione dei capolavori, si affianca un’esistenza disordinata che lo portò a morte prematura.
Un accento particolare viene poi posto sul rinnovamento della scultura all’inizio del XX secolo, sotto l’influenza delle arti primitive e di Gauguin in particolare, con un confronto serrato tra le sculture di Modigliani e quelle di Constantin Brancusi, del quale viene ad esempio presentata l’emblematica Princesse X.
In un contesto artistico che vede la straordinaria fortuna internazionale del cubismo, questi artisti si fanno portatori di un umanesimo che continua a fare del ritratto l’arte della metafisica.