Silenzio: parla la pittura è l’ultimo omaggio, in ordine di tempo, che Lorenzelli Arte dedica a Giorgio Griffa. Apre infatti giovedì 12 marzo la personale dell’artista torinese verso il quale la galleria ha sempre prestato particolare attenzione. Lo testimoniano le numerose esposizioni che sono state proposte dalla metà degli anni ’70 sino all’ultima realizzata nel 2008.
Giorgio Griffa è uno dei maggiori protagonisti dell’astrattismo, esponente fra i più creativi di quella tendenza artistica denominata “Pittura Analitica” o “Pittura Pittura” nata sul finire degli anni Sessanta. Proprio con lavori di questo periodo si apre la rassegna che presenta 22 opere che coprono il decennio sino al 1978, sicuramente il suo periodo più interessante e significativo non solo per le dimensioni, notevoli, dei lavori ma soprattutto per la qualità intrinseca delle opere, di assoluta importanza perché sublime espressione della ricerca dell’artista.
Le opere di Giorgio Griffa sono tele libere, non costrette dal telaio dove il colore diventa il tramite di un'azione e il segno l'effetto di un pensiero. Si contraddistinguono per la loro essenziale composizione formale: segni, linee, strisce, arabeschi, a volte sfumati, altre a campiture di colore uniforme ma sempre dipinti direttamente sulla tela grezza; una pittura immediata, vivace e luminosa, eseguita senza esitazioni.
Una maniera di dipingere non referenziale che sposta il suo accento sugli elementi sostanziali della pittura: il colore, espresso tramite elementi decorativi primari e lo spazio che è parte integrante della composizione pittorica.
Le tele, prive di supporto, vengono appese direttamente alle pareti. Questo volontario allontanamento dagli elementi classici della pittura, evoca un'idea di movimento, un attraversamento della pittura verso lo spazio intorno ad essa. Un fare artistico minimale e concettuale sospinto verso una dimensione tra il finito e l'infinito. Nel suo peculiare approccio alla pittura Griffa ha sperimentato il Canone Aureo che definisce “un numero piccolo che fissa un concetto immenso” che in queste opere appare come un segno interrotto dopo un numero variabile di cifre. Scrive Griffa: “Da parte sua la pittura porta una lunga memoria di altro da sé. La sezione aurea appartiene a questa memoria. Essa non è soltanto pittura o architettura, essa è matematica, è filosofia; il suo numero che non finisce mai affonda nell’ignoto e posa un ponte con le conoscenze e le emozioni del nostro tempo”. Per l’artista, la moltiplicazione matematica del numero aureo rappresenta la possibilità dell’arte di indagare spazi indefiniti e inesplorabili. I segni ripetuti di Griffa si compongono in un ritmo di crescita naturale, con le infinite variazioni e i misteriosi significati di un poetico dialogo con l’inesplorato.
In occasione della mostra verrà pubblicata una monografia bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un testo critico di Ivan Quaroni e una testimonianza di Giorgio Griffa.
Giorgio Griffa nasce a Torino nel 1936, dove vive e lavora. La sua prima mostra personale si tenne alla Galleria Martano di Torino nel 1968. Partecipa a numerose rassegne nazionali e internazionali dedicate alla pittura aniconica, ed espone in numerosi spazi pubblici e privati.
Tra le personali ricordiamo quelle presso le Gallerie Martano e Sperone di Torino, Sonnaben a New York, Templon di Parigi, Fumagalli di Bergamo, la Pinacoteca di Ravenna, e più recentemente al Kunslanding di Aschaffenburg, il Museo della Permanente a Milano e l'Insitut Mathildenhöhe di Darmstadt; tra le collettive si ricordino almeno le partecipazioni alle Biennali di Venezia del 1978 e 1980, e le mostre presso Palazzo Reale di Milano, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Castello di Rivoli e tantissime altre.
Giorgio Griffa ha tenuto mostre personali alla Galleria Lorenzelli di Milano nel 1976 e nel 1978, e alla Lorenzelli Arte nel 1981, nel 1985, nel 1997 e nel 2008.