Maestro d’Arte, Carmine Carlo Maffei, dipinge per pura passione, stimolato da un insaziabile istinto emozionale, anelando alla sublime intenzione di riuscire a trasmettere il proprio sentimento attraverso il suo fare arte.
Ci narra di momenti di vita intima, di quel vissuto, che solo un uomo sensibile e un artista generoso possono donarci senza chiedere nulla in cambio se non il piacere di poter stupire e affascinare lo spettatore.
La sua arte è molto varia e prolifica sia nei contenuti sia negli stilemi o nella tecnica: spazia da raffigurazioni curvi- formi di corpi sinuosi, talvolta volutamente asessuati, a volti appena accennati che si ripetono ritmicamente sulla tela. Dipinge con tecniche miste e ama farlo per il gusto di sperimentare, gusto che in lui emerge spontaneamente; subitaneo e fortemente istintivo; tipico di quel fare da artista curioso; per approfondire la conoscenza, nei più svariati ambiti creativi.
In altri lavori artistici propende invece verso atmosfere surreali, oniriche, dove tutto è sospeso e atemporale e dove i toni caldi si miscelano sapientemente a quelli freddi senza farne emergere “frizioni” estetiche, ma semplicemente lasciando intendere ciò che il’artista vuol far intravedere del suo vissuto soggettivo.
Atmosfere lunari si accostano a caroselli biomorfici; ma una piccola finestra resta sempre aperta, ci osserva e si lascia osservare. Al suo esterno è appeso un piccolo pacco dono rosso, che forse non sarà mai aperto…o forse sì. Di là dell’albero spoglio che poggia su una metaforica pavimentazione stile op-art, la Luna ci benedice col suo pallore, ci guarda silente.
Corpi si aggrovigliano in pseudo uteri che per antonomasia sono contenitivi; dove la vita è vita e dove tutto è possibile, sono protetti da invisibili liquidi amniotici e paiono socchiusi in placente metafisiche.
Poi ancora volti, con bocche spalancate urlano, magari si nutrono di sola aria, ma poggiano su verticali o su diagonali che non lasciano spazio al dilemma. Ci parlano, ci notano, sono ibridate tra loro e non solo…
Maffei è ispirato dall’osservare i grandi artisti del passato come Magritte, come Boccioni e Brancusi, ne fa una lezione da cui trarre insegnamento, uno o più punti di riferimento, ma mai in senso imitativo. Anzi sceglierei un pensiero tacito nel quale alle sue opere dedicherei un: ad majora!
L’artista beneventino trae dunque forza dalle viscere della terra, della profonda scelta di sentirsi libero di esprimersi e di trasmetterci il nucleo del proprio essere; sempre fedele a se stesso, talmente desideroso di nutrire la vita stessa di linfa emotiva da non voler mai scendere a compromessi con stilemi o mode del momento.
Allora non resta che dedicarsi del tempo e visitare la sua prima mostra personale milanese che si terrà in Galleria Statuto13, a Brera, nel cuore del distretto artistico della città.
Mostra curata da Massimiliano Bisazza.