Classe 1994, nata e cresciuta a Roma, una città che da sempre vive di politica, storia e dibattito. Fin da piccola, il confronto con questi temi è stato inevitabile: mio padre, per passione, era immerso in quel mondo e respirare politica è diventato per me un’abitudine, un modo per leggere la realtà e capire come il contesto in cui viviamo influisce sulle nostre scelte.
Le mie origini indiane hanno aggiunto un’altra dimensione a questo viaggio. Crescere in una città straordinaria, ma spesso legata a dinamiche tradizionali, mi ha portata a riflettere su cosa significhi essere percepiti come “diversi” e su come la società si rapporti all’identità. Roma ha molte qualità, ma ha sempre faticato – e fatica tuttora – a stare al passo con le tendenze culturali europee e internazionali. Ho sempre avvertito questa distanza, e forse proprio per questo la mia curiosità verso i cambiamenti sociali, le narrazioni culturali e il modo in cui le persone interpretano il mondo è cresciuta con me.
La scrittura è stata la mia prima bussola. Ho iniziato come lettrice accanita, passando dalle storie di Geronimo Stilton a I Pagliacci di Shakespeare e Il Signore degli Anelli. Tre mondi molto diversi tra loro, e sì, si fa sorridere pensare che il mio percorso sia iniziato in questo modo, ma è davvero così. Quelle letture, così distanti per stile e contenuto, hanno stimolato la mia creatività e il mio pensiero critico. Col tempo, la scrittura è diventata il mio strumento per osservare e interpretare la realtà. Non ho mai avuto uno stile definito, non scrivo per spiegare, ma per commentare ciò che mi colpisce, ciò che mi fa pensare. Con l’arrivo dei social media, questo è diventato un esercizio quotidiano: condividere riflessioni e analisi su ciò che accade nel mondo, senza filtri, senza la pretesa di dare risposte definitive.
Durante gli studi mi sono appassionata al marketing e alla comunicazione. Capire come le persone si categorizzano, come il mercato costruisce le identità e quali dinamiche regolano la percezione di un marchio o di un messaggio è diventato il fulcro del mio lavoro. Il modo in cui ci raccontiamo, e il modo in cui gli altri ci percepiscono, non è mai casuale. Le aziende, le istituzioni e persino i movimenti sociali si costruiscono attraverso una narrazione che può essere rafforzata o completamente stravolta dal contesto. È questo che mi affascina: il potere delle parole e delle strategie comunicative nel dare forma alla realtà.
Ma non volevo fermarmi alla teoria. Per questo ho scelto di partecipare attivamente a progetti di rivalutazione territoriale e a iniziative legate alla sostenibilità e all’impatto sociale. Non basta studiare i meccanismi del cambiamento: è necessario vederli da vicino, capirne le dinamiche e, quando possibile, contribuire a generarli.
Nel mondo del lavoro, ho deciso di occuparmi di comunicazione aziendale e istituzionale, con particolare attenzione ai progetti ESG. Il mio obiettivo è combinare strategia, attualità e sostenibilità per dare valore ai contenuti e costruire narrazioni che abbiano un impatto reale. La sostenibilità non è solo un tema di tendenza: è una necessità, e saperla comunicare nel modo giusto è fondamentale affinché non rimanga un concetto astratto. Ogni giorno, le aziende e le istituzioni si confrontano con la sfida di tradurre i propri valori in azioni concrete e di comunicarle in modo efficace. In questo processo, la comunicazione gioca un ruolo chiave, ed è qui che entra in gioco il mio lavoro.
Credo che la comunicazione non sia mai neutrale: ogni parola può orientare le scelte del mercato, ogni messaggio può cambiare la percezione di un marchio o di un’azienda. La reputazione si costruisce attraverso la coerenza e la trasparenza, e il modo in cui un’organizzazione si racconta è determinante per il suo posizionamento nel contesto sociale ed economico.
Oggi, lavorare su questi temi significa rimanere costantemente connessi al presente, perché nulla di ciò che facciamo è slegato dal contesto in cui ci muoviamo. Comunicare bene significa saper interpretare le tendenze culturali, capire il mercato e costruire messaggi che abbiano un senso. La politica, l’attualità, la sostenibilità: tutto è parte di un sistema interconnesso, e saperlo raccontare con consapevolezza significa contribuire attivamente al cambiamento.
Alla fine, tutto torna sempre allo stesso punto: osservare, capire e raccontare la storia del mondo in cui viviamo.