C'era una volta: visioni del cielo e della terra è una mostra collettiva che si organizza come un viaggio nel tempo e nello spazio per riflettere sulla fine del mondo e sull'immaginazione di altri mondi. La mostra che si svolge nella Grande Galeria dell'edificio Pina Contemporânea articola le prospettive di 33 artisti di diverse generazioni e origini in Brasile e nel mondo, le cui produzioni ci permettono di intravedere il confronto tra diverse logiche dell'abitare il pianeta e, soprattutto, inventarlo; un viaggio nel tempo e nello spazio per riflettere sulla fine del mondo e immaginare nuovi inizi.
La mostra indaga il pensiero cosmologico degli artisti, dal periodo del 1969 – anno che segna gli eventi storici dell'arrivo dell'uomo sulla Luna e della pubblicazione del primo rapporto delle Nazioni Unite sui Problemi dell'ambiente urbano – fino ai giorni nostri , in cui il rapporto predatorio dell'umanità con il pianeta poneva le questioni ambientali come tema centrale nel dibattito in tutto il mondo.
In C’era una volta, gli artisti fanno diagnosi e immaginano altre realtà possibili – mescolando approcci documentaristici, speculativi e immaginari.
Dal cielo alla Terra
La mostra è divisa in tre momenti. Entrando nella Grand Gallery, i visitatori sfogliano una serie di opere che guardano nello spazio, nel tentativo di scoprire e immaginare oltre la Terra. Puoi vedere opere come Yauti nei cieli (Saturno, sbarco sulla Luna e arrivo sulla Luna) (1988-9), di Regina Vater, I miei tre pollici sono arrivati (1973), di Iole de Freitas, tra gli altri, fino ad arrivare all'opera di Steve McQueen, C'era una volta (2002), che dà il titolo alla mostra. Nel 1977, la NASA inviò una serie di foto nello spazio, con l'obiettivo di inviare agli extraterrestri registrazioni della vita sul pianeta. McQueen presenta 116 di queste immagini, spiegando una narrazione nostalgica costruita dagli scienziati nordamericani, che hanno messo insieme una selezione finita di immagini che simulano la vita sulla Terra, senza considerare questioni come povertà, guerre e conflitti religiosi.
Nello spazio centrale della galleria, gli artisti guardano dal cielo un pianeta in conflitto, mentre pensano a come connettersi con la Terra. In Allevamento di bestiame XXI (1969), di Humberto Espínola, l'artista porta un gigantesco corno di bestiame per affrontare le ambivalenze dell'agrobusiness, che distrugge l'ambiente per generare ricchezza in modo irrilevante.
Sempre nella stessa sala, il rapporto tra gli artisti e il pianeta si definisce attraverso connessioni ancestrali e spirituali. Jota Mombaça, nel film La nascita di Urana Remix (2020), vive l'esperienza di seppellirsi nella terra, diventando parte del tutto.
Speculazione fantastica
Con l’avvento dell’Antropocene (termine usato per designare l’impatto globale delle attività umane sul pianeta), gli artisti ci invitano a concepire nuovi mondi, basati su movimenti di resistenza e immaginazione radicale. In questa parte della mostra, artisti come Yhuri Cruz sono ancorati a speculazioni fantasiose e ci portano verso nuovi universi, come quello di Vendetta (2023).
L'artista colombiana Astrid González presenta una società libera in Drexciya (2023), un'opera che integra video, immagini, sculture e disegni per creare una comunità sottomarina discendente da donne incinte gettate in mare durante le traversate delle navi che trasportavano schiavi tra il 1525 e il 1866.
Organizzata da Ana Maria Maia, Lorraine Mendes e Pollyana Quintella, la mostra “C'era una volta: visioni del cielo e della terra” ha un catalogo che riunisce una raccolta di 19 testi selezionati, alcuni scritti dai membri della mostra, come Yhuri Cruz e Jota Mombasa. Il catalogo comprende saggi, poesie, manifesti, resoconti orali trascritti, tra gli altri, articolando un mosaico di voci, pratiche ed epistemologie e può essere trovato nei negozi fisici della Pinacoteca o online.
Artisti partecipanti: Anna Bella Geiger, Anna Maria Maiolino, Arthur Luiz Piza, Astrid González, Bu'ú Kennedy, Carla Santana, Carlos Zilio, Carolina Caycedo, Castiel Vitorino Brasileiro, Celeida Tostes, Cipriano, Edival Ramosa, Erika Verzutti, Feral Atlas, Humberto Espíndola, Iole de Freitas, Jaider Esbell, Janaina Wagner, Jota Mombaça, Juraci Dórea, Luciana Magno, Luiz Alphonsus, Mariana Rocha, Mayana Redin, Movimento dos Atingados por Barragens (MAB), Mira Schendel, Patricia Domínguez, Regina Vater, Steve McQueen, Sueli Maxakali, Tabita Rezaire, Uýra Sodoma, Xadalu Tupã Jekupé e Yhuri Cruz.
(La mostra è sponsorizzata da Itaú Unibanco e Rede, nella quota Platinum)