“Il mio disegno al tratto è la traduzione diretta e più pura della mia emozione” affermava Henry Matisse. Per la prima volta le Musée de Grenoble, tra i più importanti in Europa, porta in Italia una corposa selezione del suo patrimonio, ben 130 opere nelle prestigiose sale di Palazzo Zabarella a Padova. Per capire le sperimentazioni e la creatività dei movimenti e dei protagonisti che hanno rivoluzionato la visione della realtà della prima metà del Novecento, ci sono in mostra i grandi protagonisti delle avanguardie post-impressioniste di prima e dopo la guerra e si passa dal cubismo al dadaismo, dal surrealismo all’astrazione in un arco di tempo dove l’espressività artistica si mostra potente e con lampi di estrema vivacità.
Pe spiegare le ragioni di questa esposizione spiega Federico Bano, Presidente Fondazione Bano: “Rispetto alle mostre precedenti di Palazzo Zabarella dedicate alla pittura e alla scultura, la prospettiva è completamente mutata per inoltrarci nell’affascinante scoperta di un mondo in gran parte sconosciuto al grande pubblico come quello del disegno. Si tratta infatti di materiali che solitamente, per la loro natura e le giuste cautele di conservazione non sono esposti, o solo occasionalmente nei musei. Anche se non esiste museo che si rispetti il quale non abbia una collezione di grafica, considerata giustamente complementare alle sezioni dedicate ad altre tecniche. Questo è il caso del museo di Grenoble, ricco di capolavori e particolarmente significativo per quanto riguarda la vastità e la qualità delle opere raccolte relative all’arte, dal Novecento ai giorni nostri, rappresentata attraverso i grandi artisti come Monet, Signac, Bonnard, Utrillo, Chagall, Rouault, Modigliani, Delaunay, Kandinsky, Arp, de Chirico, Picabia o Balthus”. Per Sébastien Gökalp, Direttore del Musée de Grenoble “Il disegno non imbroglia. Da solo, struttura, dà ritmo, definisce la pesantezza e il vuoto…La collezione di arti grafiche del museo di Grenoble è notevole. Contiene quasi 6.700 pezzi, un terzo della collezione di cui quasi 1.700 per il periodo dal 1900 al 1965, il cuore di questa mostra. È la più grande collezione di arte del XX secolo in Francia dopo il Musée national d’art moderne - Centre Pompidou a Parigi. Numerosi cataloghi e mostre hanno presentato queste collezioni, concentrandosi sulle scuole nordiche, germaniche e italiane”.
Il grande laboratorio della modernità sfila nelle sale di palazzo Zabarella offrendo la possibilità di scoprire le diverse tecniche e i linguaggi differenti che hanno caratterizzato la scena artistica. Dalla matita al carboncino, dall’acquerello alla tempera fino al collage e all’astrazione. Curata da Guy Tosatto, questo inedito disegno della modernità si divide in cinque sezioni e indaga i movimenti artistici più rilevanti, dal neoimpressionismo all’espressionismo d’impronta fauve, dal cubismo al ritorno all’ordine, dalla rivoluzione dadaista al sogno surrealista fino all’astrazione. E nel complesso del percorso il visitatore potrà esplorare le contaminazioni e gli intrecci tra poesia, letteratura e arti visive come nell’arte di Artaud, Klossowski, Cocteau e Michaux.
Per Guy Tosatto “l’esposizione racconta rivoluzioni formali e sconvolgimenti estetici attraverso opere che vanno dal piccolo formato al monumentale. Frutto il più delle volte di una notevole economia di mezzi (carta e matita) questi lavori testimoniano una libertà espressiva incomparabile e ineguagliabile e aprono nuove strade a un’arte che non ha mai smesso di rinnovarsi per tradurre il più fedelmente possibile il mondo e le sue metamorfosi”. Si ammirano le opere in inchiostro di china e acquerello che ritraggono la costa provenzale di Henri-Edmond Cross uno dei più brillanti coloristi di quell’epoca o le opere grafiche di Paul Signac, le gouache di Edouard Vuillard e la possenza di acquerelli e gouaches su carta di Georges Rouault.
Si passa attraverso la delicatezza delle Marine di Albert Marquet per soffermarsi sugli straordinari studi di Henri Matisse o le sue tavole sul Jazz o il suo incredibile Viso su fondo giallo del 1952 che l’artista realizza quando ha 83 anni. La panoramica offre tanti capolavori tra cui le opere di Fernand Léger, la poesia grafica di Jean Cocteau o la gouache del surrealista André Masson. Non manca la singolare bellezza dei ritratti di Modigliani né i Nudi di Donna di Aristide Maillol fino all’astrattismo di Alexander Calder e i collage di Alberto Magnelli ed Eduardo Chillida. Come spiega ancora il curatore: “Il percorso si chiude all’alba degli anni Sessanta che, come l’inizio del secolo segnano una profonda cesura nella storia delle forme: nuovi movimenti emergono sia in Europa che in America, portando diversi approcci alla pratica artistica, spesso lontani da quelli dei decenni precedenti. Ciononostante, il disegno continua a essere prediletto dagli artisti che trovano in questa modalità espressiva – e questa è la sua qualità principale – un rapporto immediato con l’atto creativo”.