La Bibbia di Ottheinrich costituisce una straordinaria testimonianza del primo manoscritto illustrato del Nuovo Testamento in lingua tedesca. La sua gestazione si colloca a cavallo tra il XV e XVI secolo, ma durante i secoli successivi l’opera è stata più volte bottino di guerra e il suo viaggio fino alla Biblioteca di Stato Bavarese non è stato di certo privo di ostacoli.

Sebbene ad oggi l’opera sia popolarmente riconosciuta come Bibbia di Ottheinrich, il manoscritto venne commissionato intorno al 1430 dal duca Luigi VII di Baviera-Ingolstadt. La paternità dell’opera è confermata dagli stemmi di Baviera e Francia raffigurati all’interno dell’opera e dalla presenza del motto francese “De bon ceur vray sans repentir a tout iour”. Dal 1391 al 1415, infatti, Luigi VII visse in Francia alla corte della sorella Isabella e del marito Carlo VI, dove divenne bibliofilo e dove prese ispirazione per la costruzione del suo castello a Inglostadt.

Nel XV secolo la Baviera fu teatro di conflitti dinastici e il manoscritto rimase incompiuto a causa della successiva morte di Luigi VII nella prigione di Berghause.

Alla morte di Luigi VII, il manoscritto venne ereditato da Ottheinrich von der Pfalz, sovrano illuminato, principe elettore del Palatinato, patrono delle arti e delle scienze, noto per il suo interesse per la Riforma Protestante e per aver promosso l’educazione e la cultura nella sua regione.

Nel 1530 Ottheinrich incaricò l’artista rinascimentale Mathis Gerung di completare il manoscritto e successivamente trasferì la Bibbia ad Heidelberg nella Cattedrale dello Spirito Santo. Per un breve periodo nel 1621-1622, la Bibbia passò nelle mani di Papa Gregorio XV in Vaticano e nel settembre 1622 le truppe bavaresi, sotto la guida del conte di Tilly, portarono il manoscritto a Monaco nella biblioteca dell'elettore Massimiliano I.

Nel 1632, l'esercito svedese conquistò Monaco e la Bibbia di Ottheinrich cadde nelle mani del re Gustavo Adolfo II che la presentò al duca Guglielmo IV di Saxe-Weimar. Il manoscritto arrivò, così a Weimar e successivamente arrivò alla corte di Ernesto I di Sassonia-Gotha. L’opera rimase a Gotha per più di 300 anni, tantoché nel corso dei secoli prese il nome di Bibbia di Gotha e nella seconda metà del XIX fu divisa in otto volumi, provocandone la dispersione.

Solo nel 1930 cinque volumi tornarono a Gotha per essere esposti al Kurpfalz Museum a Heidelberg. Vent’anni dopo, nel 1950, i volumi I, II e VII, furono venduti alla Bayerische Staatsbibliothek dalla Fondazione Ducale di Sassonia-Coburgo-Gotha, mentre il resto dei volumi (valutato circa 2 milioni di sterline) venne consegnato a Sotheby’s dalla stessa fondazione e successivamente fu venduto allo Stato bavarese per una cifra non dichiarata.

“Concepita come la prima bibbia miniata e su scala imperiale, è una delle bibbie medievali più abbondantemente illustrate di tutti i tempi. (…) Uno dei migliori manoscritti documentati al mondo, il che gli conferisce un'importanza accademica senza eguali” ha commentato il Dr. Christopher de Hamel, consulente del dipartimento Western Manuscripts di Sotheby’s.

A differenza della versione latina della Bibbia, che poteva essere letta solo da persone altamente istruite e dal clero, la Bibbia di Ottheinrich fu scritta in alto-tedesco protomoderno ed era quindi comprensibile ad un pubblico più ampio. Le 46 miniature brillano sugli sfondi dorati e i colori vivaci rendono le miniature accattivanti allo sguardo del lettore.

Tra i tratti distintivi dell’opera, figurano sicuramente: la legatura in pelle goffrata, i fregi in oro, la notevole qualità della pergamena e gli inchiostri pregiati. Nelle miniature dell’opera, inoltre, si possono distinguere tre diversi maestri della scuola di Ratisbona, il cui lavoro si limita all’illustrazione del Vangelo di Marco, poiché le illustrazioni riguardanti il Nuovo Testamento e l’Apocalisse furono completate da Mathias Gerung.