Era di maggio, curata da Laura Antonini, al Museo 900 di Firenze. Vengono presentati in Mostra progetti di architettura, realizzati e non, dello Ipostudio, che ottiene in tal modo un riconoscimento ufficiale del suo quarantesimo anno di attività operosa ”da artigiani”, secondo la definizione di Carlo Terpolilli, il fondatore.
Agli schizzi e disegni di dettaglio si accompagnano, per alcuni progetti, i plastici, molto più artigianali, appunto, dei rendering che oggi li sostituiscono in molti contesti.
Si possono ammirare, fra gli altri, il progetto realizzato per il Micas Malta International Contemporary Art Space, che sorge all’interno di un bastione fortificato a Malta; il progetto per la realizzazione della Terza torre della Regione Toscana a Firenze; il progetto dello stadio Artemio Franchi, nato da un approccio di estremo rispetto nei confronti dell’opera di Pier Luigi Nervi come vero e proprio monumento moderno, da restituire alla città e che presenta il nuovo stadio come sistema duale di “stadio nello stadio”; infine, i progetti per l’ampliamento dell’Ospedale della Carità di Locarno, che mira a realizzare una struttura innovativa caratterizzata dall’equilibrio tra tecnologie avanzate e comfort, e la Città della scuola Polo scolastico di Sarno.
La scelta di includere, all’interno di questa narrazione quarantennale, larga parte dei progetti presentati ai concorsi di architettura, anche quelli non andati a buon fine, deriva dal fatto che essi sono frutto di un lavoro serio, gioioso, doloroso, faticoso ma sempre approfondito e appassionato. Questo a confermare il modus operandi, la pratica dello studio come “modo di lavorare e di stare assieme”, per citare le parole di Carlo Terpolilli.
Come in un racconto, la mostra raccoglie progetti di architettura prodotti in epoche diverse, ciascuno con la propria storia. Parte di una visione più vasta che fa riferimento a un metodo, un modo di riferirsi alla realtà, una particolare visione racchiusa spesso nei titoli, evocativi, delle opere che suggeriscono il significato profondo e quasi letterario attribuito loro.
Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento, spiega “Al Museo Novecento prosegue l’indagine sui grandi protagonisti dell’architettura, con particolare attenzione alle fasi progettuali che sono il fil rouge del progetto dedicato al Tavolo dell’architetto. Dopo la grande mostra dedicata ad Adolfo Natalini, un altro importante studio del nostro territorio, apprezzato a livello internazionale è accolto nel loggiato interno del museo. Il gruppo Ipostudio si distingue per un’attenzione al linguaggio architettonico che non sia scollegato dalle pratiche artigianali e dal virtuoso legame con il contesto sociale e culturale.” Infatti, in contemporanea con l’apertura della mostra c’è stato un insieme di iniziative fuori Museo collegate in varia misura col quartiere S. Nicolò, dove il gruppo di architetti Ipostudio ha da 40 anni la sua sede.
Vogliamo ricordare questa festa di quartiere per il modo gioioso, esteso a botteghe e cittadini con cui è stata concepita dallo storico Studio. Un esempio di coinvolgimento che va recuperato in molti luoghi della città, resa spesso inabitabile a causa dello strapotere delle iniziative turistiche. In occasione del vernissage di questa mostra, Ipostudio Architetti ha chiamato a raccolta nei festeggiamenti l’assessore allo Sport, Cosimo Guccione e la Presidente del Comitato San Niccolò, Sara Nocentini, insieme con le botteghe artigiane del rione, invitando queste ultime ad esporre in vetrina un loro progetto mai realizzato e unendole l’una all’altra con una saetta di nastro giallo nel cielo della via, come guida per i cittadini ad entrare in ogni bottega prima di ritrovarsi nella palestra in fondo alla strada, dove veniva presentato il libro a firma Carlo Terpolilli Architetture mai nate. Progetti di Ipostudio 1983/2023, edito da Forma edizioni, Firenze.