Herman Normoid è un artista restio a mostrarsi in pubblico, mai presente neppure ai vernissage delle sue stesse mostre o alle consegne dei premi, che ha deciso di presentarsi al pubblico con un logotipo disegnato dal grafico argentino Alejandro Fernandez Vales, come si trattasse di un vero e proprio brand, una sorta di motto che accompagna il suo logo, Proud to be obsolete, fiero di essere obsoleto, con cui sottolinea il suo legame con la "vecchia" pittura e forse un'ironica e poco velata critica al mondo delle installazioni, dei coup de teatre, delle banane appese al muro.
Da alcuni anni ha iniziato a sperimentare un sistema che gli permettesse di ricevere uno spiraglio espressivo proveniente dal suo io più intimo, un complesso di impulsi, sentimenti, passioni e fantasie che rimangono fuori dal dominio della coscienza, esattamente come si rivelano nei sogni o in quei momenti in cui ci si risveglia ma si resta in uno stato di semi-incoscienza, di profondo rilassamento, in una specie di fase di decompressione prima del ritorno alla realtà. Allo scopo si vedano le operePurgatory del 2010 e Pillars of Hercules del 2012.
Herman Normoid sfruttando le sue capacità di dialogo tra il cosciente e il subcosciente, tra l'occhio e la mano, tra le spatole e il colore pastoso, ha appena inaugurato con l’apporto del fisico Hectòr Ojeda, la mostra “Mateme(n)tica. La scienza si divulga anche così. I graffiti a 4 mani di Herman Normoid e Hectòr Ojeda”.
Come trasferisce un artista (Normoid) una sua idea nel mondo tangibile? Attraverso il segno grafico. Quale mezzo usa un fisico (Ojeda) per lavorare su un progetto? Il segno grafico.
Quindi nel segno grafico due mondi apparentemente distanti si incontrano intrecciandosi sopra la tavola nera graffita dal pittore, utilizzata per questa volta in condivisione con uno scienziato, come fosse una lavagna. E su una vera lavagna tradizionale, utilizzata da molto tempo in Italia e costituita da una lastra rettangolare di ardesia di colore nero, sono iniziati i loro primi esperimenti presso le aule dell’Istituto di Fisica dell’Università la Sapienza di Roma, come mostrato dal video proiettato in mostra insieme alle 5 opere che formano il corpus della mostra citata, allestita dal 5 novembre 2022 al 29 gennaio 2023, nelle sale della Dipendenza della Casina delle Civette di Villa Torlonia a Roma. L’esposizione propone una modalità contemporanea e coinvolgente di divulgare al grande pubblico concetti di fisica contemporanea, attraverso graffiti su tavola/lavagna di grandi dimensioni eseguiti a quattro mani da Herman Normoid, artista plastico poliedrico e Héctor Ojeda, fisico ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Negli ambienti della Casina delle Civette, inoltre, sarà presentato il video citato che mostra i due autori alle prese con i primi esperimenti per la realizzazione delle opere poi esposte.
La straordinaria e originale mostra, curata da Roberto Luciani, è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e realizzata dall’Unione Europea Esperti d’Arte, con la sponsorizzazione e il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto Sistemi Complessi.
Herman Normoid
Artista riservato, a venticinque anni Herman, termina la sua specializzazione nella conservazione dei beni culturali presso l’UNESCO iniziando presto a restaurare opere storiche artistiche. Questa privilegiata posizione professionale lo mette in contatto con dipinti di notevole valore culturale e artistico sia in Italia che all’estero.
Inizia a dipingere nella sua piena maturità raggiungendo subito notevoli traguardi, specialmente nella pittura informale e neoespressionista, fondando nel 2007 la corrente di pensiero definita da lui stesso Volumismo, di cui cura la redazione del manifesto.
I concetti espressi dal Volumismo, sono una rilettura intima della continua metamorfosi dell'opera d'arte nella mente di chi la osserva e delle infinite letture che gli innumerevoli osservatori daranno dell'opera stessa. Questi concetti sono rintracciabili nelle opere San Giorgio del 2013 e San Pedro del 2024.
In particolare, Normoid lavora con pigmenti puri e leganti acrilici su mdf. Le sue opere sono quasi tutte realizzate con spatole piatte attraverso le quali egli cerca di ridurre al minimo l’effetto della parte cosciente della sua mente liberando il subcosciente. I suoi inizi sono segnati da una rivisitazione dell’Action Painting e dell’Espressionismo astratto per poi approdare all’espressionismo puro delle sue vedute fantastiche e dei volti rigorosamente in toni di grigio.
Ai dipinti che raffigurano Volti, il pittore arriva dopo aver lanciato una sfida alla tecnica che lui stesso ha scelto quale principale per la realizzazione delle sue opere: riuscire a rendere le fattezze umane con l’uso di grandi spatole piatte da muratore che non consentono nessun tipo di controllo dei particolari. Nei volti femminili non c'è la bellezza, ma la potenza, mista ad una tristezza fatale, quasi sovrannaturale, la consapevolezza di una catastrofe imminente e ineluttabile o più semplicemente del ciclo della vita. Straordinari i cicli Msr.Davidson, Chloe, Diana e Kate, con opere realizzate in acrilico dal 2011 al 2014. Nella produzione recente Normoid elabora ancestrali Graffiti che galleggiano nel nero e non sembrano avere un corpo. Sembrano invece elaborati da decine di mani differenti: nel suo graffito si riversa un imbuto temporale e spaziale che gli permette, in un gioco di sostituzioni, di fondersi sia con i suoi avi che con le persone che di lì passavano per caso. Tra questi particolarmente significativi Don’t b shy, acrilico su tavola, cm 131x75 e Vincoli imbarazzanti, acrilico su Mdf, cm 100x70.
Ha esposto a Buenos Aires, Palermo, Noto, Roma, Reggio Emilia e Forlì. Una importante personale, presentata da Philippe Daverio, è stata allestita tra novembre e dicembre 2016 negli spazi espositivi della Cappella dell’Incoronazione presso il RISO, Polo Museale Regionale d’Arte moderna e contemporanea di Palermo. Hanno scritto di lui critici di chiara fame, tra questi Stefano Liberati in Il Volumismo è libertà. L’opera di Herman Normoid (introduzione di Mimmo di Marzio); Loretta Eller in Mono. Herman Normoid e il Minimalismo Cromatico; Roberto Luciani, Subconscio. Conversando con Herman Normoid (introduzione di Philippe Daverio, Roma 2015). In particolare, l’ultima monografia Subconscio, ha ottenuto molte recensioni come quella della rivista “Collezione da Tiffany” (4 luglio 2015).
La mostra Mateme(n)tica
Sulla base della considerazione che le scienze necessitino di un'ampia divulgazione pubblica per non rimanere isolate e per spingere i giovani a sceglierle come oggetto dei loro studi, la mostra Mateme(n)tica. La scienza si divulga anche così. I graffiti a 4 mani di Herman Normoid e Hectòr Ojeda” si propone di comunicare i contenuti della fisica contemporanea attraverso l’intervento artistico.
Saranno evidenziati in particolare argomenti di fisica del XXI secolo quali i cristalli di tempo, i superconduttori, la sincronizzazione e la fisica di Higgs approfittando dell’azione di Normoid volta ad “alleggerire” i contenuti, non sempre comprensibili facilmente, delle tavole di Ojeda. Le parole semantica e matematica si fondono nel titolo della mostra ad indicare la strada percorribile di una divulgazione possibile di concetti che pur nella loro complessità possono essere comunicati al vasto pubblico.
L’evento sarà corredato da una serie di attività didattiche legate sia alla tecnica artistica del graffito, di moda sin dal XV secolo sulle facciate degli edifici romani e utilizzata nelle opere in mostra, sia alla divulgazione dei concetti di fisica contemporanea. Questi laboratori saranno curati dai volontari dell’Unione Europea Esperti d’Arte e dai ricercatori dell’Istituto di Fisica dell’Università La Sapienza di Roma e del CNR. I servizi museali sono a cura di Zètema Progetto Cultura.
Sulle 5 tavole graffite vengono affrontati a quattro mani 5 argomenti di fisica contemporanea, allo scopo di renderli almeno parzialmente fruibili ai visitatori neofiti e/o principiante.
Questa esposizione rappresenta una buona occasione per vedere come l’espressione artistica non termini mai di cambiare, di sorprendere, e come ha scritto Philippe Daverio nel 2016, “Normoid il misterioso si sente oggi sull’orlo d’una nuova sperimentazione visiva… in un momento nel quale il pendolo della storia sembra essere in bilico, prima di ripartire chissà quando nella direzione opposta”.