Un ripartenza sulla Croisette. Il Festival di Cannes 2021, torna in scena con tutta la “grandeur” a luglio. Dopo l’annullamento l’anno scorso causa pandemia e nonostante il Paese sia ancora in piena emergenza sanitaria, la macchina organizzativa del cinema d’Oltralpe sta procedendo in modo inarrestabile per assicurare la kermesse in presenza. Adesso non resta che aspettare uno dei più sfavillanti appuntamenti cinematografici mondiali. Una notizia che riaccende speranze in un momento in cui la situazione culturale (musei e cinema) è in bilico fra chiusure che si prolungano, rassegne annullate o trasmesse via streaming come a febbraio per il festival del cinema di Berlino.
Un’edizione inconsueta, la 74ª del Festival di Cannes, diretta da Thierry Frémaux, e presieduta da Pierre Lescure, che non si svolgerà come da tradizione, dal 1952, nel mese di maggio, ma con uno slittamento di due mesi dal 6 al 17 luglio 2021, ritenuto quasi obbligatorio, in seguito alla criticità della situazione sanitaria mondiale. Annunciati il presidente di giuria, il regista statunitense, Spike Lee e il film scelto per il gala d’apertura, Annette di Leos Carax, un musical con protagonisti principali quali Marion Cotillard, Adam Driver e Simon Helberg. Tra le altre pellicole per il lancio dalla Costa Azzurra, ci sono inoltre: Tre piani di Nanni Moretti e The French Dispatch di Wes Anderson, in sospeso per un anno pur di non rinunciare al battesimo al festival di Cannes.
Le proiezioni e la sfilata sulla scalinata al Boulevard de la Croisette, dopo la pausa nel 2020, avverranno in piena estate un mese prima della Mostra del Cinema di Venezia, (fine agosto e primi di settembre) l’unica l’anno scorso a svolgersi in presenza. Ma i veri protagonisti del Festival d’oltralpe non sono soltanto i film in concorso, ma anche le strade della “ douce” Cannes, che hanno visto passeggiare la straordinaria Grace Kelly con il principe Ranieri, Brigitte Bardot… fino ad arrivare ai nostri con George Clooney, Tom Cruise, Nicole Kidman, Angelina Jolie. Nella magnifica cornice della Costa Azzurra, la città di Cannes accoglie ogni anno appassionati cinefili o semplicemente curiosi, oltre a una giuria di artisti e professionisti del settore allo scopo di assegnare numerosi premi, fra cui quello per il miglior film, la miglior messa in scena (assegnato al regista), il migliore interprete maschile e la migliore interprete femminile, il premio della giuria, il Grand Prix e, ovviamente, la famosa Palma d'Oro, dal 1955 riconoscimento massimo del festival. All’inizio fu la città di Biarritz candidata a ospitare il festival poi però venne sostituita da Cannes che proprio in quel periodo, stava diventando meta turistica ambita per le sue belle spiagge e i grandi alberghi. Il Festival di Cannes, insieme al Festival del Cinema di Venezia, al Festival Internazionale del cinema di Berlino e al Festival del cinema di Locarno, rappresenta una delle manifestazioni cinematografiche più antiche al mondo, e probabilmente in assoluto la più prestigiosa.
Fu alla fine degli anni '30 che il governo della Francia con Philippe Erlanger, diplomatico e storico francese, decide di dare vita a un Festival Internazionale di Cinema ‘libero’ in Francia, in contrapposizione alla Mostra di Venezia, nata nel 1932 e successivamente finita sotto il ‘controllo’ dei regimi nazi-fascisti. Nel 1938, fu infatti il film di propaganda nazista Gli dei dello stadio, di Lena Riefenstahl, a vincere il premio a Venezia. La prima edizione del festival di Cannes si sarebbe dovuta tenere dal 1 al 20 settembre 1939 (lo stesso giorno del festival di Venezia) con Louis Lumière, padre del cinema e presidente onorario, ma l’inizio del secondo conflitto mondiale interrompe la manifestazione che riapre i battenti nel 1946, nell’edificio del Casinò Municipale (Palais du Casino). Nel settembre del 1946 la rassegna cinematografica francese, sotto l'egida del ministro della Cultura Jean Zay e di Philippe Erlanger, vero creatore della manifestazione, rinasce in un clima di festa che segna l’inizio di un nuovo capitolo nella storia del cinema. Il Palais Croisette dal 1947 ospita l’evento cinematografico ad eccezione degli anni 1948 e 1950, in cui non si svolse per problemi di bilancio. Già dal debutto si rivela lo 'stile' del Festival. Mondanità, défilé di star, interessi turistici, le strabilianti parate di star (la Metro Goldwin Mayer aveva addirittura noleggiato un transa-tlantico per i suoi divi del momento, da Tyrone Power a Gary Cooper a Norma Shearer), le feste nelle ville sul mare e nei palazzi sul Boulevard de La Croisette, il rinomato viale costeggiato da negozi e hotel lussuosi secondo lo stile della Belle Époque. Cominciano gli anni de La Croisette e proprio lungo quella via sfilano come in una passerella le star più acclamate del Cinema internazionale. Gli anni ‘60 vedono una serie di proiezioni al Palazzo dei Festival e dei Congressi, consacrazioni e celebrazioni.
Nel 1966 il premio speciale del ventennale fu attribuito a Orson Welles, mentre nel 1964 era stata indetta una festa per i cento anni di Louis Lumière, con una rassegna dei suoi film a cura della Cinémathèque française. Per il cinema italiano è un vero successo tanto che moltissime pellicole nostrane vengono acclamate a capolavori come ad esempio La dolce Vita nel 1960 o il Gattopardo nel’63 e ancora Padre Padrone e L’albero degli Zoccoli (1977 e 1978) fino ad arrivare ai giorni nostri con la Stanza del Figlio (2001) che si fregia della celebre Palma d’Oro. E poi nel 1968 un’altra sospensione a causa della contestazione a Parigi in cui gli studenti innalzarono le barricate e Louis Malle, membro dimissionario della giuria, impose l’interruzione delle proiezioni al Palais. Aderirono altri cineasti gauchiste, e cioè François Truffaut, Jean-Luc Godard, Claude Berri, Jean-Gabriel Albicocco, Claude Lelouch e Roman Polanski.
È negli anni ’90 che il Festival di Cannes fa un vero e proprio salto in avanti, celebrando anche la nascita di molte importanti figure della regia internazionale femminile. Il multiculturalismo cinematografico permette di assegnare nel 1993 la Palma d’Oro a due donne (Jane Campion per Lezioni di Piano (The Piano) e Chen Kaige per Addio mia concubina) e di assegnare premi a rappresentanti di tutto il mondo. In questi anni sono stati di grande successo anche i film del cinema indipendente americano, tra tutti Barton Fink di Joel ed Ethan Coen e Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Negli ultimi anni compaiono nuovi generi cinematografici, che aprono il Festival a questioni socio-culturali, come le periferie e il razzismo. Assegnati riconoscimenti a nuovi film che si assumono il rischio di fare luce su problemi sociali urgenti, da qualsiasi parte del Paese. La lotta di classe e la precarietà, del sudcoreano Bong Joon-ho con la pellicola Parasite nel 2019 ha portato per il secondo anno consecutivo la Palma d'oro in Oriente.