Esserci. Esserci a tutti i costi. Pur nella consapevolezza che non tutto filerà liscio, che ci potranno essere variazioni, anche all'ultimo minuto, che si rischiano persino mortificanti soppressioni di appuntamenti. Ma gli Amici della Musica, una delle più antiche e prestigiose associazioni concertistiche italiane, alla celebrazione del centenario non rinunciano. Perché se è vero che la musica è la medicina dell'anima, questo è uno dei momenti in cui abbiamo più bisogno di cure. Come disse il grande Jim Morrison in una frase diventata un mantra per tante giovani generazioni: “Un giorno anche la guerra si inchinerà al suono della chitarra”.
Certo, i tempi non migliorano e le scale su cui si arrampica la cultura sono ripide oggi come allora. Lo sa bene Domitilla Baldeschi, infaticabile direttrice artistica degli Amici della Musica, che il programma per la prossima stagione concertistica lo ha fatto e disfatto decine di volte, come Penelope la sua tela. “Mi sento come se fossi in mezzo al mare sapendo che la tempesta sta arrivando”, confida dietro la mascherina in un teatro dolorosamente deserto, quello fiorentino de La Pergola, da anni 'albergo' dei loro eventi musicali in un rapporto di stretta collaborazione.
E lo sanno altrettanto bene gli appassionati spettatori, molti dei quali non hanno chiesto il rimborso dei biglietti per gli spettacoli di marzo, aprile e maggio, annullati causa Covid. Così come numerosi artisti, che hanno rinunciato al loro cachet o lo hanno diminuito, dando la loro piena disponibilità a tenere un concerto durante la stagione appena iniziata. Tanto che, nonostante prescrizioni e distanziamenti, il cartellone del centesimo compleanno contiene come sempre appuntamenti concertistici di rilievo internazionale con i maggiori interpreti della cameristica.
Una sessantina i titoli del calendario, a partire dal 17 ottobre fino al 12 aprile, che si susseguono al Teatro o nel Saloncino de La Pergola con cadenza settimanale ogni sabato pomeriggio, domenica sera e spesso anche il lunedì sera. Per la verità la grande kermesse dell'anniversario degli Amici della Musica era iniziata sotto migliori auspici - tra Brahms, Schoenberg e Beethoven - con il concerto di Maurizio Pollini al teatro del Maggio il 17 settembre, grazie a un'intesa con il maggio Musicale Fiorentino
Oggi che l'emergenza sanitaria ha imposto ai teatri il massimo di 200 spettatori, sulla grande festa di compleanno pende la spada di Damocle.
“Se non ci sarà un miglioramento della situazione una parte dei concerti non potranno svolgersi”, ammette costernato il presidente degli Amici della Musica, Stefano Passigli. “Molti artisti non potranno lasciare il loro Paese e ad alcuni solisti non potremo chiedere di venire per soli 200 spettatori. Tuttavia cercheremo di mettere in atto il più possibile e ciò che dovrà essere rimandato lo riprenderemo”.
Ecco allora l'atteso ritorno di Richard Goode al pianoforte (21 novembre), due grandi del violoncello, Mario Brunello e Giovanni Sollima, in una accattivante Suite Italienne (6 dicembre) e la giovanissima e pluripremiata pianista Beatrice Rana insieme al violino di Augustin Hadelich e al violoncello di Pablo Ferrandez (14 dicembre).
Il nuovo anno si apre con il pianoforte di Alexander Lonquich, neo direttore della Scuola di Musica di Fiesole (9 gennaio), mentre, pochi giorni più tardi, è atteso il numero uno della viola da gamba Jordi Savall (18 gennaio), che ha firmato la colonna sonora del film di Alain Corneau Tutte le mattine del mondo. E ancora la pianista argentina Martha Argerich, 80 anni e una mai sopita grande personalità interpretativa: suonerà con Misha Maisky al violoncello (15 marzo).
“Abbiamo scelto grandi figure della musica, che non sono necessariamente star”, è il commento del direttore Passigli. “Ma nello stesso tempo abbiamo voluto dare grande attenzione ai giovani”. Come la violinista Lorenza Borrani, che suonerà con Ursina Braun al violoncello, a Miguel Ramos Salvadò al clarinetto e a Dénes Varjon al pianoforte (28 febbraio). Non poteva mancare l'Orchestra giovanile italiana in due serate al Teatro del Maggio con Rudolf Buchbinder al pianoforte (9 e 10 dicembre).
Nel variegato programma di quella che Domitilla Baldeschi ha definito 'una soffertissima stagione', spicca anche il colto e sofisticato Pavel Haas Quartet (24 e 25 gennaio), mentre per il canto troviamo il superlativo Paul Agnew (15 febbraio) e il gruppo vocale inglese The King's Singers, dal seguito internazionale.
Insomma un mondo. Un mondo di rapporti tra espressioni musicali costruito grazie ad anni di esperienza, incrociando i limiti imposti alla capienza dei teatri con la qualità e i denari disponibili. “Perché a noi non li ripianano i debiti”, sottolinea Passigli, ricordando di essere a capo di una Onlus.
Marco Giorgetti, direttore de La Pergola, guarda dal palcoscenico il teatro vuoto ed evoca la storia: “Questo è un luogo della nostra civiltà. È rimasto chiuso pochi mesi dopo la guerra e ancora pochi mesi dopo l'alluvione. Il Coronavirus lo ha di nuovo fermato, ma adesso verrà riaperto e, sia pure con una capienza ridotta, in questo spazio torneremo a ritrovarci, augurandoci che vengano tempi migliori”.
Per gli Amici della Musica la storia comincia 100 anni fa, il 16 marzo del 1920, quando l'imprenditore fiorentino Alberto Passigli, lontano parente di Stefano e grande appassionato di concerti cameristici, fonda l'associazione con un atto notarile e con l'invio di una circolare alle famiglie fiorentine più in vista. Con 100mila lire di capitale sociale e la successiva apertura ad un pubblico borghese a cui veniva chiesta la quota di 100 lire annue, gli Amici della Musica si assicuravano una solida base finanziaria, potendo così perseguire il loro obiettivo: accrescere il sentimento artistico delle classi popolari. Tutto questo e molto altro sarà nella mostra che Moreno Bucci sta organizzando a Palazzo Vecchio, in cui verranno ripercorse le varie fasi dell'associazione fiorentina, presto diventata un punto di riferimento nazionale. Bartok, Hindemith, Schoenberg, Toscanini, Cortot sono solo alcuni dei grandi ospiti delle prime edizioni. E scusate se è poco. Certo, dopo aver combattuto e superato le prevaricazioni del fascismo, il vuoto atroce della guerra, le innumerevoli pastoie burocratiche e le immancabili difficoltà economiche, nessuno poteva immaginare di dover combattere un nemico invisibile. Senza dubbio un centenario travagliato, ma bisogna pure ricordare che anche l'attesa inaugurazione del 1920 fu tormentata. Il primo concerto doveva infatti essere eseguito da Toscanini, ma all'ultimo minuto fu necessario un cambiamento. Però si trattò solo di un rinvio: il maestro si presentò a Firenze con la sua bacchetta pochi mesi dopo, nel marzo 1921. A volte la fortuna aiuta davvero gli audaci e anche oggi, in mezzo a tanto buio, si intravede qualche luce. Arriva dagli American Friends of Florence Music che hanno finanziato 50mila euro per il restauro di uno Steinway degli stessi Amici della Musica, pianoforte prestigioso degli anni Trenta. L'arte non ha tempo, né confini. Evviva l'arte!