Di solito chi vuole passeggiare dove s’incontrano la terra e il cielo va in Bolivia, nel Salar de Uyuni. In quel deposito di sale le piogge estive creano un effetto specchio che riflette il ‘paradiso’. Un incanto, pare. Certo, lontano. Certo, dispendioso. Poi, di questi tempi ammorbati, certo sconsigliabile. Ma il nostro Paese, come spesso accade proprio quando stiamo per precipitare nella costernazione, stremati da malfunzionamenti vari, sfodera tutta la sua bellezza e cultura invogliandoci a rimanere nei confini patrii.
Saldare la terra con il cielo è il titolo dell’edizione numero 34 del Festival di Radicondoli e dunque, invece che l’America latina la destinazione per librarsi nell’azzurro senza staccarsi dal suolo è fra il Chianti e la Maremma, nel borgo medievale sulle Colline Metallifere.
Fra le rassegne di teatro più longeve, Radicondolifestival quest’anno è divisa in due ‘atti’: 29 luglio-7 agosto e 4-6 settembre. “Un’esperienza pilota per esplorare assieme alle istituzioni locali, regionali e nazionali le possibilità di riportare il lavoro degli artisti, dei tecnici, degli organizzatori al centro di un meccanismo di ideazione” spiega il direttore artistico Massimo Luconi che ha presentato il cartellone con gioia e orgoglio, confessando che durante il confinamento da virus era stato immerso “in un vuoto pneumatico che gli aveva tolto l’energia cerebrale e la voglia di futuro”. Ma, appunto nel risparmiarci i proclami, che suonano spesso artificiosi, su quanto il COVID 19 sia stato per lui d’ispirazione e nell’ammissione del travaglio, il regista è intonato quando dice che “se questo periodo mette a dura prova lo spettacolo dal vivo, rappresenta anche un’opportunità per riaffermare la vocazione e l’identità del Festival, fortemente legata all’uso dello spazio naturale che diventa scenografia e al rapporto diretto e coinvolgente con il pubblico”.
Un posto particolare nell’estate di Radicondoli lo avrà Federigo Tozzi(1883-1920), ormai considerato uno scrittore principe del primo Novecento. E poi i protagonisti, star culturali e non da tappeto rosso. Lo spiega Luconi: “Vogliamo continuare a sottolineare il fondamentale ruolo dell’attore che con il suo millenario sapere unisce a una profonda umanità il saper fare e la memoria antica e contemporanea della nostra civiltà: l’attore come fulcro della comunicazione, come sacerdote di una cerimonia che appartiene alla comunità e a tutte le tipologie di pubblico. Allo stesso modo, la letteratura, la scrittura, l’elaborazione drammaturgica saranno linee trasversali che percorrono tutto il festival con testi inediti e di grandi autori contemporanei”.
E allora, ecco gli spettacoli:
Atto Primo
29 luglio Quello che conta Ginevra Di Marco canta Luigi Tenco.Con Francesco Magnelli, pianoforte e magnellophoni, Andrea Salvadori, chitarre, tzouras e loop Una delle voci più belle e limpide della musica italiana fra pop e tradizione, affronta il mondo poetico e musicale di un mito. Le canzoni immortali di Tenco con le splendide melodie e le partiture originali degli archi sono appositamente riscritte per questo progetto.
30 luglio L’angelo di Kobane di Henry Naylor, con Anna Della Rosa, regia Simone Toni Chi ricorda l’assedio di Kobane? Il pluripremiato autore inglese Henry Naylor ne ha tratto un magmatico racconto, un flusso di coscienza che prende spunto da una storia vera: quella di una giovane donna, una contadina kurdo-siriana, che avrebbe voluto studiare, diventare avvocato, e invece abbracciò il kalashnikov, fino a diventare un implacabile cecchino delle truppe che combatterono contro l’Isis.
31 luglio Armando Picchi di Alessandro Brucioni e Michele Crestacci, con Michele Crestacci, regia Alessandro Brucioni Armando Picchi portò nell’Inter di Herrera e Moratti tutto lo spirito ribelle e combattivo ereditato dalla sua Livorno. Quello spirito fece il cemento fortissimo di una squadra italiana che vinse tutto al mondo, vanto della Milano capitale emergente della società industriale. Attraverso una narrazione comica e intensa viene ricostruito il percorso umano e professionale del calciatore, un simbolo di serietà, fedeltà e sacrificio.
1 agosto Il Podere lettura a cura di Francesco Argirò e Antonella Miglioretto, da Federigo Tozzi Il mondo fra la campagna e la piccola borghesia cittadina, fatto di ansia, e paura con una realtà che è minacciosa, incombente, aggressiva. Il protagonista è Remigio, che alla morte del padre riceve in eredità un podere, conteso sia dalla matrigna che dalla vecchia amante del padre. È essenzialmente la storia di “un uomo senza qualità” che subisce la crudeltà di tutti i personaggi di quel microcosmo, e alla fine uno di loro, che lo odia apparentemente senza ragione, lo uccide.
1 agosto Il buio oltre la siepe di Harper Lee, interpretazione e regia Arianna Scommegna Oltre la siepe c’è l’ignoto. Ambientata in una piccola cittadina dell’Alabama nella prima metà del ‘900, è una storia più che mai attuale raccontata in prima persona da Scout, una bambina che con la sua purezza e innocenza accende una piccola fiamma nel buio.
2 agosto Mammamia! di e con Maria Cassi Il teatro di Maria Cassi è antidoto alle terribili paure delle diversità dove le varie provenienze dei popoli e dello loro culture sono, in realtà, il patrimonio condivisibile di una nuova, potente, naturale e bellissima alleanza. Ci prende e si prende in giro la Cassi, col cuore sempre aperto e l’entusiasmo di chi vive una passione vera e un immenso amore per il proprio mestiere e per l’umanità tutta.
3 agosto Per tutta la mia vista ho fatto solo cose che non sapevo fare di Remi De Vos, regia e interpretazione Ciro Masella Anteprima, primo studio La storia di un uomo che beve tranquillamente una birra in un bar e viene aggredito, verbalmente ma con inaudita violenza, da uno sconosciuto. Un vertiginoso fiume di parole, ultimo argine alla violenza bestiale del branco omofobo; un’illusoria richiesta di “umanità” attraverso cui l’uomo sbobina, avanti e indietro, il nastro della propria vita per comprendere e far comprendere ai suoi aguzzini come sia stato possibile arrivare a un esito così fatale.
3 agosto Faccialibro-il post delle fragole di e con Alberto Severi. Prima nazionale Severi racconta il suo esordio – 56enne – su Facebook, nel 2017: “Allora, io volevo starne fuori, ma a quanto pare non si può. Ciao a tutti e… niente pettegolezzi…”, fu il suo primo post, (con la sua brava citazione da Pavese, a dare da subito un certo tono). Da allora, mentre i giovani più cool trasmigravano su Instagram, quelli più trash su Tik-tok, e quelli più impegnati su Twitter, nel social più basic i suoi post hanno trovato un piccolo zoccolo duro di pubblico entusiasta, che lo ha ripetutamente incoraggiato a pubblicarli in un libro, o a trasformarne una selezione mirata in monologo teatrale.
4 agosto L’Approdo Liberamente tratto da un racconto di G. Kanafani, adattamento e regia di Patrizia di Martino, con Dalal Suleiman Il racconto dell’autore palestinese ci porta in una giornata piovosa, grigia, le persone non sono per le strade ma al riparo nelle proprie case, solo una signora è in giro. Chi è? Non si è mai vista da quelle parti e per giunta non frequenta la chiesa, lei non prega. Si vede che è in cerca di qualcuno o qualcosa…
4 agosto Il folle volo. L’ ultima notte di Amelia Rosselli di Ulderico Pesce e Maria Letizia Gorga, con Maria Letizia Gorga, regia Ulderico Pesce, musica dal vivo Stefano De Meo. Prima nazionale. Un omaggio a colei che Pasolini definì “la più grande poetessa della seconda metà del Novecento”. Il percorso emotivo e politico di Amelia, attraverso le sue parole, i suoi versi, il racconto di una rifugiata dalla vita in dialogo con la sua amata musica, composta, arrangiata ed eseguita dal vivo da Stefano De Meo.
5 agosto Del coraggio silenzioso di e con Marco Baliani, collaborazione alla drammaturgia Ilenia Carrone Di solito si associa alla parola “coraggio”, un’azione eclatante, dettata da un’urgenza impellente, un’azione che sfida la morte e se ne appropria, mostrando una luminosa presenza dell’umano. È il coraggio “numinoso”, visibile, mostrato, che accade in condizioni estreme, e che diviene poi epos, racconto, esempio.Ma c’è un altro tipo di coraggio, silenzioso e non appariscente, ed è di questa declinazione della parola coraggio che questo spettacolo vuole parlare.
6 agosto Lo spirito della Terra Dall’opera di Niyi Osundare e altri poeti africani, architettura sonora con Monica Demuru, voce e canto, Cristiano Calcagnile percussioni e progetto musicale. A cura di Massimo Luconi, progetto speciale Radicondolifestival. L’impegno politico e l’attenzione alla causa dell’oppressione e dell’ingiustizia sociale si legano indissolubilmente alla denuncia di una natura altrettanto sfruttata e depredata, entrambi i temi percorrono in forma più o meno esplicita l’opera di molti poeti e autori africani, dove, accanto a reminiscenze e rimandi alla grande poesia occidentale, è presente e costante una forte spiritualità e la rivendicazione di fiera appartenenza alla cultura e alla tradizione della propria terra.
7 agosto Variazioni furiose Dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, con Federica Fracassi, al violoncello Lamberto Curtoni, a cura di Federica Fracassi e Massimo Luconi. Prima nazionale L’Orlando Furioso è un romanzo d’amore, un’opera rock, un fumetto, un film di fantascienza, una fantasmagoria che trascende la pur calzante definizione di poema cavalleresco. All’interno della sua variegata geografia si intrecciano sentieri e vite che parlano al nostro presente con forza, ironia e disperazione: un mondo giovane e pieno di vita e di contrasti, così vicino alle furie adolescenti.
7 agosto Maestrale Filippo Gambetta Trio concerto, Filippo Gambetta organetto diatonico, Sergio Caputo violino, Fabio Vernizzi piano I tre musicisti creano un connubio sonoro tra temi che si rifanno agli idiomi e alle forme delle musiche tradizionali europee, in particolar modo di Italia, Francia e Irlanda, uniti a quelli della rumba gitana e delle musiche nord africane e brasiliane. Da ascoltare e danzare.
Atto Secondo
4 settembre Il volo di Michelangelo di Nicola Zavagli, con Beatrice Visibelli e Marco Natalucci, regia Nicola Zavagli, al violoncello Dagmar Bathmann Un racconto teatrale per voce e violoncello. Un lungo volo nella vita d’un mito. Quasi una fiaba popolare, a volte poetica, a volte ironica. Per ripercorrere tutto d’un fiato il mistero concretissimo del genio indiscusso dell’arte universale. La leggenda artistica e biografica sarà messa al confronto con alcune verità storiche emerse dopo quattro secoli di indagini.
5 settembre La visita di Marcello Benfante, reading a cura di Lisa Capaccioli e Francesco Dendi Progetto nuova drammaturgia, con la presenza dell’autore.
Un testo fresco di scrittura che per la prima volta si confronta con il pubblico in una dimensione teatrale. Il racconto muove da un sogno e percorre a ritroso un lungo viaggio nella memoria familiare di uno zio molto amato nel ritratto di una nazione umiliata e offesa, in uno dei momenti più tragici: la prigionia di seicentomila soldati italiani lasciati allo sbaraglio dopo l’armistizio dell’8 settembre ‘43.
5 settembre Io Monica, confessioni della madre di Sant’Agostino Tratto dal romanzo di Lucia Tancredi, con Patrizia Punzo, musiche Roger Rota Contrariamente a tutte le “biografie” di Monica, nelle quali sono assemblati i brani in cui è Sant’Agostino, con la sua cruda sincerità, a parlare della madre, qui le posizioni si invertono: Monica prende finalmente la parola e ci permette di avvicinarci a lei. Attraverso le numerose tappe della sua storia umana e spirituale, in continua risonanza con quella del figlio, Monica accompagna Agostino fino a quella che sarà una delle più significative conversioni della storia del cristianesimo.
6 settembre Concerto dell’Orchestra da camera di Radicondoli
Violini: Asia Guarguaglini, Giovanni Guarguaglini, Alessandro Garaffi, Gabriele Gazzei, Francesco Rossetti Viola: Alessio Torriti Violoncello: Filippo Torriti, Gabriele Signorini, Clara D’Autilia Contrabbasso: Simone Dei L’Orchestra è costituita da dieci giovani dai 15 ai 25 anni, formati alla scuola di musica Dulcimer di Radicondoli. Il repertorio va dalla musica barocca alla musica romantica.
Inoltre: 30 luglio il Premio Radicondoli per il teatro, XI edizione e vernissage di Tra cielo e terra- Teatro di figure mostra di Massimo Biagi in arte Miradario, 3 agosto presentazione del libro di Giulia Calligaro Esercizi d’amore-Pratiche di morbidezza per il corpo e il cuore.