Anche quest’anno in occasione di Arte Fiera, il prestigioso Poliambulatorio Giardini Margherita, centro specialistico con sede nell’ex Convento e Convitto dell’Istituto Fi-glie del Sacro Cuore del ‘500 nel centro di Bologna, si inserirà tra gli eventi da non per-dere durante la Art City White Night ospitando la mostra personale dell'artista Alfredo Rapetti Mogol a cura di Giorgia Sarti.
Ospiti d’onore in occasione della serata di presentazione della mostra saranno Miche-langelo Poletti, Presidente Accademia Belle Arti di Bologna; Vittorio Cavani, Capo Delegazione FAI Modena e Vicepresidente Comitato Regionale Giovani dell’Industria Emilia Romagna e Michele Poggipolini, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Emilia Area Centro.
Con Alfredo Rapetti Mogol si entra nell’affascinante mondo della parola. Attraverso le sue opere si percorre un vero e proprio viaggio tra i significati delle espressioni e la ma-gia delle lettere che, in un gioco di scomposizione e ricomposizione, ci accompa-gnano in un percorso dove pittura e scrittura si fondono tra loro in un tragitto fatto di pa-role, segni, tracce e graffiti, a celebrare la poesia, preziosa compagna di questo viag-gio universale.
Alfredo Rapetti Mogol unisce sapientemente due sue grandi passioni, scrittura e pit-tura, in una propria tecnica artistica nota come “impuntura”, attraverso la quale l’azione del dipingere confluisce nell’atto dello scrivere: una scrittura pittorica, o pittoscrittura, che gli permette di trovare la forma espressiva che meglio esprime la sua personale e affascinante poetica.
Nato a Milano nel 1961, la formazione artistica di Alfredo Rapetti Mogol risente del clima famigliare, dove da generazioni si respirano musica, letteratura, poesia. Giovanissimo, Rapetti è introdotto dal nonno materno, Alfredo De Pedrini, Presidente dell'Associazione Arti Grafiche, nell'ambiente artistico milanese, arrivando a maturare la passione per la pittura, alla quale si uniscono la formazione presso la scuola del Fumetto a Milano, le collaborazioni in ambito editoriale, mentre l'esercizio pittorico viene sperimentato in di-verse direzioni, destinate a confluire, nel 1996, nello studio degli artisti Alessandro Al-gardi e Mario Arlati che invitano Rapetti a condividere con loro la ricerca pittorica. Nell'a-telier di Via Nota Rapetti lavora quattro intensi anni, arrivando a maturare l'esigenza di coniugare le sue due più grandi passioni: la scrittura e la pittura, intendendole quali vi-sualizzazioni del processo mentale e psicologico.
Grazie ad una tecnica particolare, det-ta impuntura, l'azione del dipingere si fonde così con l'atto dello scrivere, e le parole ini-ziano ad essere segnate non solamente su fogli ma anche nelle tele. Segni, tracce, graf-fiti di un'umanità creativa e consapevole, le opere di Rapetti proseguono quell'ideale tragitto di una scrittura pittorica che tanto più è universale, quanto più sa frantumarsi e confrontarsi con i secoli della storia dell'arte, dalle avanguardie storiche al concettuale, passando per le esperienze spazialiste di Lucio Fontana e le grafie astratte degli anni Cinquanta. Trovata la forma espressiva congeniale alla sua poetica, fra la fine degli anni Novanta ed oggi è davvero notevole l'attività espositiva, sia personale che collettiva, conseguita dall’artista sempre in viaggio fra l'Italia e il resto del mondo, ricordiamo alcu-ne delle più importanti sedi: Museo della Permanente di Milano, il Salon d’Automne di Parigi, Palazzo Strozzi a Firenze, il Mosca Mar’s Contemporary Art Museum, il Riga Fo-reign Art Museum, il Grand Palais di Parigi, la Fondazione KPMG di Berlino, Palazzo del-la Ragione di Mantova, N.Y. University, Museo di scultura di Santa Monica L.A., 52° e 54° Biennale di Venezia, Castello Sforzesco, Spazio Oberdan, Lucca Center of Contem-porary Art.