Il titolo scelto per la terza mostra dell’artista in galleria – dopo Where All Become (2012) e Sifr - La distanza canonica (2011) – nasce da un gioco di parole: i due sostantivi, uno francese e l’altro italiano, si anagrammano a vicenda. Ed è proprio la prospettiva delle permutazioni di significato, tipica del gioco anagrammatico, alla base del suo nuovo progetto. Punto di partenza è la fotografia: le opere in mostra riflettono sulle modalità concettuali e materiali in cui poter declinare il linguaggio fotografico. Così, la fotografia di un falso cielo e l’immagine in motion di un bosco notturno, animato dalle lucciole, fanno da contrappunto alle video-fotografie di un piccolo vulcano che brucia ininterrottamente, o all’enorme massa d’acqua di una cascata che scende rallentata. Il tema universo è qui inteso come scansione dei quattro elementi, rappresentati intrecciando finzione e realtà.
Anche nella seconda parte della mostra il luogo e il suo ricordo fotografico – il souvenir – sono un pretesto per scavare nelle possibilità del linguaggio fotografico. Due grandi fotografie di interni, scenari che ricordano il film Stalker di Andrej Tarkovskij, non sono luoghi reali ma immaginari, frutto del lavoro scultoreo di Silvia Camporesi che ha fotografato in studio dei modellini creati ad hoc.
Infine, l’antica tecnica giapponese del taglio e piega della carta viene applicata dall’artista su immagini di luoghi dismessi, azione che aggiunge una terza dimensione alla fotografia. Con questo ultimo intervento si conclude l’esplorazione immaginifica di luoghi reali e di finzione, esplorazione che sottopone la fotografia ad una riscrittura delle sue possibili esplicitazioni.
Silvia Camporesi (Forlì 1973), laureata in filosofia, vive e lavora a Forlì. Attraverso i linguaggi della fotografia e del video – declinati in maniera pittorica, dove il colore è sempre protagonista – costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale, lungo una sottile linea di confine tra immaginazione e realtà, veglia e sonno, mantenendo una relazione costante con l'elemento naturale. Affianca l’attività artistica all’insegnamento di fotografia e critica dell’immagine. Dal 2000 ha esposto in numerose mostre personali in Italia tra cui, tra le più recenti ricordiamo: Journey to Armenia, (Galleria Photographica fine art, Lugano, 2013); Qualche volta, di notte (MLB Gallery, Ferrara, 2012); La Terza Venezia (Galleria Photographica fine art, Lugano, 2011), Where all Become (doppia personale con Michael S. Lee, z2o Galleria | Sara Zanin, Roma, 20129; Sifr- la distanza canonica (z2o Galleria | Sara Zanin, 2010; Dance dance dance (MAR, Ravenna, 2007). All’estero: 2112 (Saint James Cavalier, Valletta, Malta, 2013); À perte de vue (Chambre Blanche, Quebec – CAN, 2011); Terrestrial clues (Istituto italiano di Cultura, Pechino, 2006). Nel 2007 ha vinto il Premio Celeste per la fotografia ed è stata fra i finalisti del Premio Cairo (2013), del Premio Terna (2012 e 2010) e del Talent Prize (2012 – menzione speciale e 2008). Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private. (www.silviacamporesi.it)
Z2O Galleria | Sara Zanin
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Orari di apertura
Martedì - Sabato
Dalle 11.00 alle 19.00 o su appuntamento