Dopo due anni di collaborazione con la galleria di ricerca milanese, l’artista Alessio Barchitta presenta “Fluid like concrete, tough like sand”, progetto economART inedito che sarà visibile dal 10 ottobre all’01 novembre presso Amy d Arte Spazio. Arricchito di un bellissimo testo critico della curatrice Arianna Baldoni, il progetto fa il punto della produzione artistica di Barchitta (vincitore assoluto per la scultura dell’ediz. XI del Premio Nocivelli 2019) sempre alla ricerca di uno spazio e di un luogo che ricerca come un pellegrino. Scrive a proposito: “Il vagabondo, al rientro dal suo viaggio, riconosce in parte la casa come propria, infinitamente pregna e appesantita da ricordi. Impossibilitato nel ‘portarsela dietro’, vede come unica soluzione quella di alleggerirla, smembrandola, per poi ricostruirla, idealmente. La casa natia, come un forte, legata al suolo da radici impossibili da estirpare, è oggetto perturbante, familiare e inquietante al tempo stesso. La casa di origine rimane quella dei bei vecchi ricordi, luogo che nella memoria resta tale nonostante la lontananza: la sua immagine è sempre positiva; idealizzata e irreale, al rientro, impedirà al vagabondo di riconoscersi nello spazio, obbligandolo a riprovare la stessa sensazione di smarrimento propria del viaggio”.
In –La casa empatica– Arianna Baldoni analizzando opere e percorso stilistico dell’artista sottolinea che [….] l’opera di Barchitta non ha valore stilistico o edilizio, ma è rivolto all’abitare come idea originaria, fondativa, una sorta di riscoperta radicale del nomadismo, della casa in qualità di contenitore eterogeneo e transiente, fatto di pareti che respirano le vicende e la memoria di chi le ha vissute. Il progetto intitolato Errante eterotopico, composto da una versione abitativa in telo isotermico sorretta da murali in abete e poi da una scultura in legno di scarto che replica una casa sottodimensionata (cui si aggiunge un multiplo mobile in miniatura), richiama l’idea archetipica della capanna primordiale, ne racchiude gli stessi principi nella sua essenza formale e animistica, esprimendo quella rara capacità di cogliere le tracce più profonde che si celano nell’inconscio collettivo.
[….] Nel lavoro inedito site-specific dal titolo Kick me (presentato nella galleria di ricerca milanese Amy d Arte Spazio dal 10 oct. all’01 nov. 2019), emergono gli aspetti salienti della sua poetica con declinazioni ludiche. Si tratta di un ambiente di grandi dimensioni (2x6 metri) composto da un tessuto nautico sul quale sono impresse le immagini di cinque bunker risalenti al Secondo conflitto mondiale, fotografati di notte. All’interno dell’installazione si estende un prato sintetico che ospita alcuni palloni da calcio creati con piastrelle e materiale edilizio trovati nel letto di un torrente nel messinese, divenuto oggi una discarica abusiva. Le sfere multicolori producono lo stimolo di essere calciate, un impulso che rimane però compresso sotto forma di puro desiderio, mentre l’impianto che le custodisce appare in antitesi tra la leggerezza del fabbricato e la costellazione fotografica delle fortificazioni militari. Nuovamente ritorna il conflitto, la dicotomia che Barchitta sembra risolvere nella mutazione, nel passaggio fluido di concetti ambivalenti, ma insiti nella stessa radice animistica, che detiene in sé il principio del movimento empatico tra realtà esterna e mondo interiore [….]
Il progetto espositivo aderisce a MGW Milano Gallery Weekend e ad AMACI e prevede l’apertura straordinaria del 12 ottobre per la Giornata del Contemporaneo.
Testo critico di Arianna Baldoni