Attraverso le mostre proposte in questi 12 anni, la Dorothy Circus Gallery si è fatta spesso portavoce di tematiche culturali e sociali care a molti dei nostri artisti, sia street artist che nuovi surrealisti, che come noi amano stimolare la coscienza collettiva con messaggi profondi di anti discriminazione e antiviolenza, a difesa di tutte le fragilità.
Il programma espositivo del 2019 dal titolo Turning Page, inaugurato con la personale “Ecce Mulier” dell’artista iraniana Afarin Sajedi, prosegue con la collettiva Mother & Child portando nuovamente l’accento sulla Donna, con particolare attenzione alle relazioni materne e all’iconografia del femminile nel mondo dell’Arte.
La collettiva ospitata contemporaneamente dalla DCG di Roma e Londra esporrà opere di più di trenta Artisti internazionali tra i nostri più celebri e desiderati, quali: Adrian Cox , Andrey Remnev, Amandine Urruty, Aron Wiesenfeld Audrey Kawasaki, El Gato Chimney, Handiedan, Hyuro, Jade Rivera, Jana Brike, Javier Calleja (Javi), Jeffrey Chang Wong, Koh Kisung, Kukula , Marion Peck, Mark Ryden , Matthew Grabelsky, Peca, Ryan Heshka, Sean Mahan, Sergio Mora, Andrea Wan, Andrea Kowch, Camilla D’Errico, Jon Jaylo, LeValet, Luke Chueh, Javier Calleja, Olga Esther, Rafael Silveira, Yosuke Ueno.
Il suggestivo corpo di opere di Mother & Child, offre un’occasione per esplorare il tema della maternità nella sua accezione più profonda visualizzandone i paradigmi del nostro tempo, attraverso una panoramica sulle nuovissime tendenze filosofiche e sociologiche.
Il linguaggio è quello dell’arte ipercontemporanea, che spazia dal più evocativo e stravagante Pop Surrealismo, attraversando tutte le declinazioni della creatività contemporanea che si manifestano nella New Figurative Art così come nella provocatoria Urban Art e nella sempre innovativa Asian Art. Questa ricerca curatoriale ed artistica è stata inevitabilmente ispirata dalle più famose Madonne con bambino, dalla quali scaturisce una riflessione sulla maternità legata all’immagine spirituale di Donna, simbolo di amore, perdono e compassione.
Se è vero che la storia dell’arte ha fornito un punto di partenza per lo sviluppo di tale ricerca, è altrettanto visibile una ricerca della maternità intesa come forza generatrice e conservatrice identificabile come Madre Natura.
Maternità, e infanzia sono protagonisti di questo puzzle, nel complesso rapporto tra madre e figlio e madre e figlia, ma più di tutto lo è il sentimento materno che incarna protezione e cura nella loro più pura essenza e forza. Si rappresentano anche storie anche di adozione e di famiglia, perché maternità sia inteso come ruolo materno ad ampio spettro di amore e quindi di inclusione paterna.
Inevitabile cardine, è il ruolo della Donna e della madre nella società contemporanea, eredità delle intellettuali e delle attiviste e scrittrici femministe alle cui battaglie e vittorie dobbiamo la consapevolezza di oggi, che trova purtroppo ancora necessita di grande attenzione nel fenomeno di aumento dei casi di femminicidio, così come nella tendenza alla negazione del diritto al lavoro.
“Donne non si nasce, lo si diventa” affermava Simone de Beauvoir, indubbiamente anticipando le questioni contemporanee sulla fluidità del gender, ma anche sottolineando il non facile percorso che le donne e le madri, si ritrovano a percorrere nel formare una propria identità all’interno di una società che spesso le ostacola. Un’identità che non è da intendersi soltanto personale, ma anche collettiva. Mother and Child, dopo una private view riservata ai collezionisti e alla stampa, aprirà al pubblico sabato 13 aprile sia a Roma che a Londra.