Sabato 1 dicembre alle ore 12, in occasione del centenario della nascita di Leonardo Ricci (1918-1994), e all’interno delle manifestazioni organizzate dal Comitato nazionale “Ricci100”, inaugura presso lo CSAC di Parma la mostra Leonardo Ricci architetto. I linguaggi della rappresentazione.
Leonardo Ricci, architetto, pittore, scenografo, urbanista, docente, è stato un esponente della ‘scuola fiorentina’ guidata da Giovanni Michelucci. Il suo fare progettuale è legato ad una concezione ‘esistenziale’ dell’architettura, conferendo allo spazio - dinamico, continuo, asimmetrico - il primato assoluto. Lo spazio viene difatti modellato dagli ‘atti di vita’ di chi lo abita e solo in ultimo si concretizza in forma: da qui il rifiuto dell’architetto di forme prestabilite e dettate da un particolare ‘stile’.
Lo CSAC conserva l’archivio di Leonardo Ricci, costituito da 923 materiali progettuali - 173 schizzi, 609 lucidi, 27 radex, 4 radex con interventi, 98 copie, 12 copie con interventi - e la mostra vuole essere un’occasione per indagare i differenti linguaggi di rappresentazione utilizzati dall’architetto e le invarianti progettuali, attraversando le principali fasi della sua ricerca in un arco temporale compreso tra la fine degli anni Quaranta e gli inizi degli anni Settanta del Novecento, passando dalle influenze organicistiche di matrice wrightiana negli anni Cinquanta a quelle di natura espressionista degli anni Sessanta. Attraverso una selezione di 9 progetti realizzati e non realizzati si intende mettere in evidenza le principali caratteristiche legate al metodo progettuale, all’attenzione per alcuni temi di ricerca quali ad esempio l’aggregazione volumetrica, lo spazio centrifugo e fluido, la continuità spaziale, le traslazioni e connessioni. Il percorso espositivo si sviluppa nella Sala delle Colonne della abbazia di Valserena in cui si potranno scoprire 5 progetti disposti all’interno dei classificatori e segnalati a parete da tavole individuate come rappresentative del metodo progettuale oppure della specificità del singolo progetto: il Centro Ecumenico Agape, Prali Pinerolo (1946-47), il Villaggio Monte degli Ulivi, Riesi (1962-68), il Concorso per la Fortezza da Basso, Firenze (1967), Il Progetto per Palazzo per uffici, Milano (1960-70) e il Progetto per Casa Di Sopra (1972).
I casi sono stati scelti all’interno delle categorie attorno alle quali si svilupperà la mostra fiorentina nel 2019, con un focus sui linguaggi della rappresentazione (Case, Edifici pubblici, Comunità, Sistemi costruttivi, Urbanistica e Macrostrutture).
Nella sala di consultazione, il luogo deputato alla ricerca in archivio, saranno disposti 4 progetti che invece esemplificheranno le indagini di Ricci sulle tipologie architettoniche, progetti che nel giorno di inaugurazione potranno essere consultati nella loro interezza all’interno delle cartelle: Villaggio di Monterinaldi (1949-1963), Progetto per il concorso nazionale per la sede della Camera di Commercio di Carrara (1956), Allestimento per la mostra sull’Espressionismo, Firenze Palazzo Strozzi (1964), Habitation Study (1960-70 ca.).
Leonardo Ricci, nato a Roma nel 1918, si laurea in Architettura a Firenze nel 1942 con Giovanni Michelucci, di cui sarà allievo, assistente e collaboratore. Dopo una prima esperienza nel gruppo degli architetti fiorentini, tra cui l’amico e collega Leonardo Savioli, e un breve soggiorno parigino come pittore (1948-1950), inizia la propria attività autonoma accettando l’incarico per il Centro ecumenico valdese di Agape nel 1947. Negli anni a seguire affianca la sua attività di architetto a quella di docente universitario, insegnando nella Facoltà di Architettura di Firenze, di cui è stato preside dal 1971 al 1973, anno in cui si dimette. Dal 1960 al 1972 insegna anche come visiting professor in prestigiose università straniere americane come l’MIT e la University of Florida. Nel 1965 la casa editrice Il Saggiatore pubblica il suo libro l’Anonimo del XX secolo, versione italiana dell’Anonymous (20th Century) edito da G. Braziller, New York, nel 1962. Date le dimissioni come preside, Ricci abbandonerà la ‘scuola fiorentina’, trasferendosi in un “esilio volontario” a Venezia dove morirà nel 1994.