Il Complesso monumentale della Pilotta di Parma, dall’8 febbraio al 18 maggio 2025, ospita la mostra La legatura italiana dei secoli XV e XVI nel patrimonio della Biblioteca Palatina, curata da Federico Macchi. L’esposizione si concentra su una selezione di manufatti dei secoli XV e XVI, di proprietà del Complesso monumentale della Pilotta - Biblioteca Palatina, che tracciano l’evoluzione dell’arte della legatura nel corso del tempo.
“Il Complesso monumentale della Pilotta è lieto di presentare una nuova mostra, dedicata alle legature, ospitata negli spazi suggestivi della Biblioteca Palatina - afferma Stefano L’Occaso, direttore del Complesso monumentale della Pilotta. Questo percorso espositivo offre l'opportunità di ammirare il ricco patrimonio librario delle nostre collezioni del quindicesimo e sedicesimo secolo da una prospettiva insolita.
L'iniziativa, realizzata dalle funzionarie bibliotecarie Elisa Montali e Viviana Palazzo, rafforza la preziosa collaborazione, ormai decennale, con Federico Macchi, studioso appassionato e curatore della mostra, da tempo impegnato nell'analisi delle legature presenti nei diversi Istituti culturali”.
Con il termine legatura si intende la complessa serie di operazioni che comprendono la cucitura del blocco di carte o di fascicoli, la relativa copertura e l’eventuale decorazione, al fine di proteggere il contenuto del libro da agenti esterni (temperatura eccessiva, umidità, muffe, insetti, topi). Allo scopo conservativo, nei secoli si è aggiunto un valore estetico alla pratica: si è così passati dalle severe legature gotiche, ornate a secco, alle classiche decorazioni rinascimentali in oro, ai fastosi ornamenti barocchi a ventaglio, a quelli a merletti del Settecento, fino ai decori romantici dell’Ottocento.
La mostra, nata dall’indagine “scaffale per scaffale” condotta a partire dal 2012 da Federico Macchi, che ha analizzato i diversi fondi della Biblioteca Palatina, evidenziandone la pluralità e la qualità, si concentra in particolare sul periodo gotico e rinascimentale dividendosi in due sezioni: Secolo XV e Secolo XVI.
“L’esposizione appare significativa in quanto concentra l’attenzione non già sul contenuto con il quale si identifica tradizionalmente il libro ma sul contenente - dichiara Federico Macchi, curatore della mostra - il quale è spesso inaspettatamente oggetto di scarsa attenzione. Le ricerche svolte sono invece destinate ad avvicinare il pubblico a questo argomento ricco di fascino e di curiosità”.
Le legature gotiche (XIV-XV secolo), realizzate nei monasteri e nelle botteghe delle città universitarie, sono solitamente di ampio formato e su assi lignee, rivestite con diversi materiali tra cui pergamena, pelle conciata, cuoio ovino e capra, con decorazioni inizialmente a secco e successivamente in oro.
In periodo rinascimentale (seconda metà del XV-XVI secolo), la legatura si rinnova seguendo la diffusione del libro a stampa, di formato più piccolo e maneggevole, che favorisce l’aumento della produzione libraria e di supporti più snelli, come i piatti in cartone in luogo di quelli in legno e con cuciture eseguite in nervi di canapa. Le legature italiane del tempo, all’avanguardia rispetto alle altre nazioni europee, presentano particolarismi cittadini e territoriali, come l’influenza islamica a Venezia o quella pontificia a Roma, insieme a una serie di caratteristiche comuni che ne decretarono l’eccellenza: la foglia d’oro, i tagli dorati, incisi e dipinti e i medaglioni al centro raffiguranti scene mitologiche e allegoriche.
Ne è un esempio il volume Ufficio della Vergine con l'aggiunte di altre preghiere, Ms. parm. 1573, risalente al XVI secolo, ricoperto da tessuto ricamato nonostante in epoca rinascimentale si preferisse il cuoio e la foglia d’oro, ritenuti più adatti al fasto richiesto dalle collezioni regnanti. Come inusuale è il volume Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, GG.2.1, che si segnala non solo a causa dei contro piatti foderati in cuoio, una tecnica di derivazione islamica poco frequente per il periodo, ma anche per le iscrizioni poetiche riprese lungo i labbri: una doppia evenienza più unica che rara. E ancora, vi sono solo due manufatti esistenti come il Cla. ptolemaei inerrantium stellarum significationes... di Publius Ovidius Naso, PAL. 15585, con la rara legatura a placchetta centrale dove si distingue per il profilo Faustina, ultima moglie dell'imperatore romano Antonino Pio (138-161 d.C.). La tipologia di lavoro, che spicca per i motivi figurati in rilievo di cammei bronzei incisi, perlopiù riferibili a scene mitologiche, allegoriche e a ritratti, è strettamente legata alla passione umanistica per le medaglie, tanto da costituire uno dei generi più ricercati e anche più costosi di legatura in questo secolo.
Per documentare la ricchezza del patrimonio della Biblioteca Palatina e favorirne lo studio, il Complesso monumentale della Pilotta - Biblioteca Palatina ospita, sul proprio sito, una sezione dedicata alla legatura, con oltre 1460 schede, di cui 530 online, di opere manoscritte o a stampa, corredate da descrizioni, commenti dettagliati e riproduzioni.