Nella mostra “Hans Hartung. Beyond Abstraction” la galleria Dellupi Arte di Milano – situata all’interno delcomplesso progettato da Daniel Libeskind, nel quartiere Citylife, nuovo polo di attrazione dell’arte contemporanea e del design – ripercorre, dal 23 novembre 2018 al 26 gennaio 2019, circa quarant’anni di ricerca dell’artista franco-tedesco attraverso un’attenta selezione di opere realizzate in vari momenti del suo percorso.
“La ricchezza della sua produzione, la varietà delle soluzioni tecniche impiegate, unite al desiderio di sperimentazione – ricorda la curatrice Ilaria Porotto – contraddistinguono Hans Hartung come uno tra i più significativi protagonisti dell’arte astratta; la sua pittura – libera da vincoli ed etichette – ha caratterizzato l’arte del secondo Novecento, influenzando generazioni di artisti più giovani”.
Questa seconda mostra dedicata a Hartung dalla galleria Dellupi Arte si configura come una piccola antologica con circa 20 opere, una quindicina di capolavori su tela, accompagnate da una selezione di raffinati lavori su carta. Il progetto segue un percorso cronologico: partendo dagli anni Cinquanta, dove prevale ancora un linguaggio fortemente segnico, si concentra sugli anni Sessanta e Settanta, quando Hartung sviluppa una nuova gestualità e sperimenta inediti strumenti per grattare, scavare, imprimere la superficie della tela, per completarsi con i dipinti della maturità eseguiti negli anni Ottanta, le sue creazioni più liriche, in cui il gesto è completamente libero di esprimersi.
Nelle opere in mostra appare evidente come Hartung declini il suo linguaggio in un segno pittorico fremente e vitale. Come ben rappresentato da alcune delle tele esposte – come T1962-L8del 1962, T1963-R42 del 1963o T1965-E3 del 1965 – per ottenere ciò, l’artista si avvale di strumenti nuovi, sperimentando utensili comuni e oggetti di uso quotidiano, come rulli, spazzole, rami e rastrelli da giardino, ma anche l’aerografo, spruzzi e compressori.
Hartung elabora così una personalissima modalità stilistica e operativa. In capolavori come T1962-U4, anch’esso in mostra, una nuvola di colore indefinito si dissolve in una profondità spaziale popolata da linee sinuose o nervose, accostate o intrecciate l’una all’altra, scalfite nello strato pittorico. Il quadro si trasforma al contempo in energia primigenia ed esperienza lirica: un’arte completamente astratta, priva – anche nel titolo – di ogni tipo di riferimento, ma trampolino verso l’infinito, capace di suscitare emozioni e generare bellezza.
La rassegna si conclude con gli acrilici degli anni ’80 che descrivono uno dei momenti forse più affascinanti della carriera dell’artista dove segni e colature di colore esprimono un potenziale armonico che arriva a delle punte di poesia del tutto inaspettate nelle quali si riconoscono reminiscenze di elementi naturali o paesaggistici.