In collaborazione con Angelo Camillieri,Volha Iotchanka, Margherita Kay Budillon, Massimiliano Marianni,Valeria Mauro, Beatrice Migliorati.
Tentativo di Dubbio_Capitolo II è l’esito espositivo della residenza che Didymos ha svolto durante l’estate 2018 presso Nelumbo Open Project.
Il bando chiedeva ad artisti e collettivi una proposta che alternasse occasioni di incontro con il pubblico e momenti di lavoro autonomi: la risposta che Giulia Vannucci e Alessia Certo hanno prodotto prevede l’approfondimento di una prassi già costituita,Tentativo di dubbio, che si apre all’altro prima di essere risolta e che quindi si assume il rischio di venir messa in dubbio, in discussione, di essere profondamente contaminata e modi cata nell’ambito di questo incontro o ancora di non essere compresa e dunque fruita sommariamente.
Tentativo di dubbio è una una modalità di ricerca e analisi, un metodo fondato sul fallimento come tesi e sul dubbio come presupposto, all’interno del quale una serie di materiali accuratamente selezionati per le loro caratteristiche siche e fenomenologiche vengono maneggiati con perizia, testati e adoperati al ne di produrre dispositivi agibili. L’esito fallimentare dell’azione operata su questi dispositivi mette in forma una serie di installazioni fragili e duttili, in cui la puntualità compositiva e l’imprevedibile volontà di autodeterminazione di ciascun elemento coesistono in un rapporto di ascolto e in uenza reciproca. Nel caso di Tentativo di dubbio_Capitolo II il circuito di relazioni si estende, comprendendo lo spazio di Nelumbo, lontanissimo dalla neutralità del white cube e caratterizzato da una struttura signi cante che fa spesso pensare ad un prima, un adesso e un dopo, e include un dialogo ttissimo con i partecipanti ai due workshop organizzati in occasione della residenza.
È dunque necessario convertire la propria disposizione alla contemplazione passiva e le aspettative che comunemente nutriamo verso il dispositivo mostra, in uno stato di oscillazione uida fra la tensione del fare e l’abbandono all’ascolto, in una formula che coniughi presenza cosciente e distacco metodico dal proprio ego. A chi riuscisse nell’impresa, Tentativo di Dubbio rivelerà le sue potenzialità creative e curative, l’immenso insostituibile valore del lavoro costante e reiterato che non si manifesta nella forma appagante, ma nella produzione di un nuovo stato energetico per l’ecosistema che lo accoglie.