Il giardino è il nuovo progetto ideato e realizzato da Lutz & Guggisberg per la Collezione Maramotti. Prima personale in una istituzione italiana del duo di artisti svizzeri, la mostra è organizzata in occasione del festival di Fotografia Europea 2018, dal titolo “Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie”. L’esposizione si sviluppa in un percorso di cinque sale e presenta oltre venti fotografie di formati diversi montate su pannelli e con interventi pittorici, insieme ad agglomerati di oggetti di recupero selezionati dagli artisti in alcuni magazzini locali.
Cabine, attrezzi da lavoro, tavoli, sedie, vasche di plastica dai colori sgargianti, cassette, tubi di gomma: nelle fotografie tutto sembra divelto e ribaltato da un apparente uragano appena trascorso, l’atmosfera visiva post apocalittica delle scene rimanda al passaggio recente di una presumibile catastrofe naturale, così come può evocare un possibile processo di distruzione violenta da parte dell’uomo. Nello stesso tempo queste immagini presentano una bellezza intrinseca, una composizione armonica di colori e forme in cui si manifestano piccoli dettagli lirici, connessi sia a elementi umani (il piano di un tavolo tondo che diventa una luna terrena, una casetta tranciata in due parti ricomposte sottosopra) che naturali (bucaneve e crocus che nascono tra le macerie, bulbi di cipolle che spuntano sotto alle tavole, un gatto che dorme).
Queste immagini testimoniano la rottura violenta di un ordine costituito e l’affermazione della Natura come forza irriducibile e inesorabilmente più potente dell’uomo e della sua storia: nel processo di distruzione e ricostruzione della realtà, la Natura riprende il suo corso su ciò che l’uomo crea.
La rivoluzione si manifesta qui come movimento in una doppia declinazione: il cambio di traiettoria, lo spostamento da una data condizione e insieme il ritorno, dall’andamento circolare, dei cicli naturali. Gli interventi pittorici sulle immagini stampate rappresentano una realtà ultra-fotografica, generano una dimensione altra, forse utopica, che è propria di ogni processo artistico.
Lutz & Guggisberg utilizzano una grande varietà di media nel loro lavoro: pittura, scultura, installazioni, video, fotografia, perfomance, e hanno anche prodotto una propria biblioteca di libri immaginari in costante crescita. I micro- e macrocosmi che i due artisti creano e compongono, come pseudoscienziati o alchimisti, traggono ispirazione da ogni branca della conoscenza umana, dall’antropologia alla letteratura, dalle arti visive all’architettura o le scienze naturalistiche. Le loro opere e i loro ambienti spesso trasmettono sensazioni ambigue e attivano un senso di stupore; attraverso percorsi narrativi non lineari, entrano in connessione diretta con la percezione dello spettatore. Nell’approccio estremamente aperto e anarchico alla generazione dell’opera d’arte di Lutz & Guggisberg – frutto di libere associazioni e insieme di un’analisi parascientifica della realtà – l’ironia, il paradosso e il gioco convivono con una misteriosa ambivalenza e un sotterraneo senso sovversivo.