Dal 6 al 19 giugno 2018, Gilda Contemporary Art di Milano (via San Maurilio 14) ospita la personale di Alessandro Brasile (Milano, 1976) dal titolo Modeste eternità.
La mostra, che si tiene in occasione di Milano Photoweek, curata da Cristina Gilda Artese e Alessandro Trabucco, presenta per la prima volta una serie di immagini, realizzate dall’artista milanese in alcuni dei suoi viaggi di lavoro intorno al mondo, dall'Italia all'India, da Singapore al Portogallo, dal Brasile alla Spagna, dall'Inghilterra alla Francia sino all'Uzbekistan, che gli hanno permesso di raccogliere una serie d’immagini diverse da quelle commissionate come reporter fotografico.
Questi scatti sono in grado di offrire uno spaccato significativo delle atmosfere vissute in prima persona, senza avere nessuna intenzionalità documentativa di stampo sociale, e nemmeno la pretesa di individuare delle categorie umane da analizzare come studio antropologico.
“Modeste eternità - scrive Alessandro Trabucco nel testo critico che accompagna la rassegna - è un omaggio all’esistenza in quanto flusso continuo di incontri e interazioni, e Alessandro Brasile è parte integrante di queste “relazioni occasionali”, ne diventa protagonista indiretto, trovando nel proprio sguardo una chiave di lettura della realtà, mettendosi totalmente in gioco in quello che definisce il “mio personalissimo Gran Teatro del Mundo”, cercando di non farsi mai scorgere nel momento clou dello scatto, ottenendo in questo modo il massimo della sintonia con i personaggi che sta inquadrando col suo obiettivo”.
Ciò che più interessa ad Alessandro Brasile è il piacere di guardare la realtà che gli ruota intorno. Non vi è nulla di pianificato o progettato a tavolino; nelle sue fotografie, la vita si svolge senza condizionamenti o premeditazioni e i personaggi che ne diventano protagonisti sono attori inconsapevoli di una sceneggiatura improvvisata.
Le sue immagini, caratterizzate da colori intensi, con un elevato gusto pittorico e con illuminazioni misteriose, quasi caravaggesche, sono ottenute esclusivamente con la propria fotocamera digitale.
“Non sono fotografie da cavalletto - scrive ancora Trabucco -, o da apparecchio a soffietto, con tempi lunghi e con lastre 10x12, sono veramente immagini rubate e scattate in condizioni di stabilità precaria, realizzate da punti vista insoliti, spesso scelti per necessità contingenti la situazione. In questo senso l'aspetto decisivo non è tanto il trovarsi nel posto giusto al momento giusto, quanto essere l'artefice di tale condizione, non programmandone il compimento bensì sentendone in anticipo i richiami, la sensazione che qualcosa sta per accadere, pur non sapendo di preciso quando e come avverrà”.
Alessandro Brasile è nato nel 1976 a Milano. Diplomatosi in Comunicazioni Visive, ha intrapreso fin da giovanissimo la strada del teatro, lavorando con acclamati maestri internazionali di prestigiose accademie: dalla Royal Shakespeare Academy all’Opera di Pechino; dal Centro Internazionale Studi di Biomeccanica fino al teatro classico indiano nello stile del Katakali. In Spagna ha lavorato con Atalaya, Centro Andaluz de Teatro e Viento Sur Teatro, e in Italia col Teatro Tascabile di Bergamo. Nel teatro intraprende la sua carriera di fotografo. Prima fotografo di scena, passa poi a ritrarre chi crea arte: architetti, designer, autori, registi, sceneggiatori, artisti, fino ad arrivare a fotografare, attraverso numerosi reportage in tutto il mondo, anche i mondi degli ultimi della terra. Il suo sguardo eclettico sa posarsi, mai pago, con uguale coerenza e compostezza sul design moderno e su antiche rovine, sul marchio della povertà e sulla leggerezza del privilegio. Le sue immagini sono state pubblicate da testate e magazine nazionali ed esteri: Liberation, de Volkskrant, De Morgen, Financial Time, Il Venerdì, Bell’Italia, Marie Claire, Disegno, Casa Vogue, Ottagono, East, fra le altre. Le sue fotografie sono state esposte in mostre personali e collettive in diverse serie, fra cui: Faccia a faccia, presso le Gallerie Fnac; Il ritorno in un istante, presso Palazzo Clerici a Milano e Antichi Chiostri a Torino; Memorie del mare, presso il Museo Pigorini di Roma, l’Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia, la Gamec di Bergamo, il Centro Internazionale delle Migrazioni in Lussemburgo e il Museo del Mare a Genova; Panorama Singapore, alla Biennale di fotografia di Tashkent in Uzbekistan. Selezionato nel 2012 e 2014 alla Biennale di fotografia di Tashkent in Uzbekistan.Nel 2016 vince il primo premio nella categoria ‘alberi’ ed una menzione speciale nella categoria ‘paesaggio’ al Moscow International Foto Awards. Nel 2017 vince il terzo premio nella categoria ‘potfolio personale’ al Moscow International Foto Awards.