Rizomi Art Brut di Parma (Strada Nino Bixio 50) presenta, dal 10 febbraio al 17 marzo 2018, la mostra di Andrea Saltini, Ritual de lo Habitual. 51 opere fatali, a cura di Marta Santacatterina: una monografica che prende spunto da un progetto editoriale e che si sviluppa in una ricerca originale dell’artista figurativo ben noto a Parma e apprezzato a livello internazionale.
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato 10 febbraio 2018 alle ore 18.00, è realizzata da Rizomi Art Brut in collaborazione con Magnificat Ars Societas, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma.
Ritual de lo Habitual. 51 opere fatali è una mostra che prende vita da un progetto editoriale – del quale riprende il titolo, mentre il sottotitolo del libro recita 31 paesi fatali – e che al contempo segna un momento di passaggio nel lavoro di Andrea Saltini.
Il volume, pubblicato nel dicembre del 2017 da Fermoeditore, è il frutto di una lunga gestazione che si è sviluppata, a partire dal 2007, attorno alla scrittura di una serie di racconti – 31 per la precisione – che hanno per protagonisti strambi personaggi e l’atmosfera densa, surreale, a volte inquietante e altre volte poetica della Bassa Pianura Padana: quell’area geografica che si distende a ridosso del Po e in cui si concentrano paesi, località, grumi di case dai quali scaturiscono le storie narrate dall’autore. Ma la doppia anima di Saltini – quella del pittore e quella dello scrittore, che sono sempre compresenti e che si fondono in un tutt’uno – non poteva esprimersi completamente senza l’aspetto visivo: ecco allora che l’artista ha realizzato e selezionato circa cinquanta tavole che arricchiscono le pagine del libro con suggestioni in bianco e nero, con un segno forte e marcato, come sono altrettanto forti e marcati i toni dei racconti, e con una visionarietà che è un trait d’union costante nelle sue creazioni, siano esse “materiali” e concretizzate in un dipinto o in un disegno, o sequenze di parole.
Per la prima volta sarà quindi possibile vedere, negli spazi della Galleria Rizomi Art Brut, tutte le illustrazioni originali del libro riunite insieme e realizzate con tecniche miste: qualche raro disegno su carta ma soprattutto tele, dipinte come spesso usa Saltini con bianchi gessosi, inchiostri, pigmenti puri, e tavole che lasciano trasparire, anche nelle riproduzioni stampate, le venature del legno. Queste opere sono affiancate da alcuni nuovi dipinti, tre dei quali assolutamente inediti e realizzati appositamente per la mostra, che come si è accennato sopra segnano il passaggio tra l’ultima produzione di Andrea Saltini e quella futura.
Se il primo nucleo di lavori di piccolo formato – che si è scelto di esporre in raggruppamenti organici in modo da dare loro la possibilità di dialogo e agli spettatori un’idea di “insieme” – vedono tra i protagonisti individui soli, coppie tormentate, animali fantastici memori dell’antica tradizione delle favole di La Fontaine illustrate sullo scorcio dell’Ottocento nonché dei moderni fumetti, i dipinti più recenti e di grandi dimensioni conducono il visitatore all’interno di folle popolate di personaggi anonimi tra i quali spuntano figure celebri della storia dell’arte – la Ragazza con l’orecchino di perla e la Gioconda, solo per fare due esempi più che celebri – in una composizione complessa, dove ogni volto assume nuovo significato accanto a quelli che gli stanno attorno.
«Emerge quindi senza ombra di dubbio – spiega la curatrice – la grandezza e il significato delle opere di Andrea Saltini, con quel suo rifarsi ai Maestri del passato pur non allontanandosi mai da una poetica originalissima, con quella sua conoscenza consapevole della lettura, della filosofia, e non da ultimo dell’attualità del mondo dell’arte e infine con quel narrare surreale che non smette mai di sorprendere. Del resto è l’artista stesso ad aver di recente dichiarato che l’arte che funziona è quella che ti mette in una posizione diversa dalla realtà».