In occasione della recente mostra personale a Vevey (Svizzera), Caroline Mesquita si è recata a Gruyères per visitare la casa/museo di HR Giger, pseudonimo di Hans Rudolf Giger. Controverso artista d’ispirazione surrealista e noto al grande pubblico per aver ideato la creatura antropomorfa protagonista del film ‘Alien’, Giger ha dato vita a creature biomeccaniche caratterizzate da un’affascinante miscela di bellezza erotica e ferocia. L’universo cupo di HR Giger, il fumetto fantastico di Moebius e capolavori del cinema di fantascienza come ‘Star Wars’ sono per Caroline Mesquita preziose ispirazioni e ricchi repertori di mondi e personaggi fantastici.
Sulla scia di queste suggestioni, gli esperimenti metallurgici della giovane scultrice francese sembrano appartenere ad un’altra dimensione e a un tempo non ben definito. Le misure umane delle sue creazioni permettono prima all’artista e poi allo spettatore di instaurare con esse una relazione più intima e fisica, quasi affettiva. Le nuove forme, cariche di tensione e di energia, vengono spesso collocate in posizioni particolarmente dinamiche e poi ‘pietrificate’ nell’istante stesso in cui stanno per muoversi, cadere o decollare.
‘Night Engines’, la prima mostra personale di Caroline Mesquita presso T293, trasforma la galleria in una sorta di ‘auto-show’ popolato da avveniristiche vetture simili a navicelle spaziali dalle forme volutamente originali e inedite. Il desiderio di creare qualcosa che non fosse riconducibile ad alcun modello familiare e che non fosse comprensibile da un’unica angolazione ha richiesto un lungo lavoro preparatorio e numerosi interventi successivi. Caroline Mesquita utilizza il metallo per le sue intrinseche proprietà di lucentezza, malleabilità e reazione che le consentono di ricevere una risposta immediata. Mentre in progetti recenti l’artista ha sperimentato prevalentemente ottone e rame per le loro reazioni cromatiche a processi di ossidazione attraverso sostanze chimiche, in occasione di questa mostra l’artista francese sceglie l’acciaio, più brillante e resistente. Al fine di ottenere volumi leggeri, a volte quasi morbidi, l’acciaio è stato sottoposto a complesse manipolazioni attraverso tagli, piegature, saldature e a successive ricollocazioni per dare alle sculture la giusta direzione, tanto che Mesquita ha dovuto in alcuni casi anche capovolgerle. Nel corso di questa produzione l’artista si è posta più come intermediatrice che autrice, dando vita - in un approccio dal sapore mistico - a forme che avevano bisogno di venire alla luce ma senza mai prendere il sopravvento su di esse.
Le nuove creazioni, al limite tra realtà e finzione, hanno l’aspetto di singolari astronavi aliene dalla bellezza indecifrabile, curiosi totem appartenenti ad una cultura ignota ma tecnologicamente avanzata, che richiamano alla mente le provocanti creazioni meccaniche di Eduardo Paolozzi e i futuristici Spomenik, maestosi monumenti alla memoria partigiana sparsi nei territori della ex Jugoslavia. Suggestioni surrealiste e oniriche ispirate alla visione e allo stile del regista americano di origine indiana M. Night Shyamalan emergono anche nel video ‘Night Engines’, interamente girato in notturna, il cui protagonista è un tassista solitario che in un periodo di luna piena incontra lungo la strada misteriosi personaggi tutti interpretati dallo stesso attore: ‘Mi piace cambiare l’identità delle persone, mettere in discussione concetti come genere, personalità, sessualità, marginalità, eccentricità e immaginare una sensualità più aperta’ (C. Mesquita).