L’esposizione ripercorre le tappe che hanno portato alla nascita e allo sviluppo della celebre collezione milanese, attraverso una selezione di dipinti di autori dell’Ottocento italiano, tra cui Giovanni Boldini, Giovanni Fattori, Domenico e Gerolamo Induno, Angelo Morbelli.
La storia di una collezione privata si lega con la storia della persona che la crea. Si colora con gli avvenimenti della sua vita privata e pubblica, e permette di leggerci in controluce la personalità del collezionista. È questo il caso di Paolo Ingegnoli (1861-1935), facoltoso imprenditore milanese, fondatore nel 1884 – insieme ai fratelli Francesco e Vittorio – della società ‘Fratelli Ingegnoli’. Innamorato del bello, Ingegnoli ha riunito, tra fine Otto e inizio Novecento, una straordinaria raccolta di dipinti, ordinata seguendo le ragioni della passione e dell’amore per l’arte.
Dal 13 ottobre al 3 dicembre 2017, la Galleria Bottegantica di Milano (via Manzoni 45) ospita una mostra che ripercorrerà le tappe che hanno portato alla nascita e allo sviluppo di questa celebre collezione milanese. L’esposizione, curata da Enzo Savoia, Stefano Bosi e Valerio Rossi, in collaborazione con gli eredi Ingegnoli, proporrà una selezione di quindici tra i più importanti dipinti già nella raccolta milanese e attualmente conservati in collezioni pubbliche e private. Per concessione degli eredi Ingegnoli sarà inoltre possibile documentare – attraverso il materiale d’archivio in loro possesso – la storia di ogni singolo quadro, il rapporto personale intercorso tra Paolo Ingegnoli e gli artisti del suo tempo, l’allestimento originario della quadreria. La rassegna privilegia i nuclei più significativi della collezione Ingegnoli attraverso i suoi autori principali. La sezione dedicata agli italiani di Parigi annovera capolavori fra cui Il porto di Venezia di Giovanni Boldini. Il divisionismo è rappresentato da due dei suoi massimi esponenti: Angelo Morbelli con La sedia vuota, capolavoro che rientra nella serie dedicata al Pio Albergo Trivulzio di Milano, e Carlo Fornara con Lavoro dei campi, opera che ha avuto una lunga gestazione (1895-1936), e di cui l’artista è più volte intervenuto apportandovi modifiche sostanziali all’impianto compositivo. La sezione dedicata ai Macchiaioli toscani riunisce nelle sale di Bottegantica Il ghetto di Firenze di Telemaco Signorini e La raccolta delle foglie di Giovanni Fattori. Completano il percorso espositivo opere di Lorenzo Delleani, Giacomo Favretto, Domenico e Gerolamo Induno, Vincenzo Irolli, Luigi Nono e altri ancora.
Nelle intenzioni del suo creatore, la collezione doveva essere una summa della pittura dell’Ottocento italiano, senza discriminazione alcuna per scuole e artisti. La sua predilezione per il ‘nuovo’ lo portò a privilegiare principalmente le maestranze la cui poetica artistica è uscita indenne – in alcuni casi addirittura rafforzata – con il mutare del gusto e delle tendenze. La consapevolezza del prestigio artistico e culturale della sua quadreria convinse negli ultimi anni Paolo Ingegnoli a concedere alla cittadinanza di Milano l’onore di visitare questa straordinaria raccolta ubicata nel piano nobile del suo palazzo di Corso Buenos Aires 54.
La Raccolta Ingegnoli. Storia di una passione d’arte a Milano rientra tra le iniziative organizzate dagli eredi Ingegnoli per celebrare i duecento anni della fondazione dell’azienda di famiglia.