È nata da poco, ma Gilda Contemporary Art si è già contraddistinta per un programma culturale che la rende una solida piattaforma per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea. Dopo la personale di Elena Monzo, arricchita dalla sezione di scultura di Annalù Boeretto, e l’iniziativa durante la Miart & Design Week dedicata alla ricerca artistica di Francesco Garbelli, è ora il turno, dal 4 maggio al 3 giugno 2017, di Luca Coser (Trento, 1965), una delle voci più interessanti del panorama nazionale.
La mostra dal titolo The Painting are names, curata da Cristina Gilda Artese,presenterà in anteprima il suo nuovo ciclo di dipinti realizzati su tela di lino grezza, cui si accompagna una serie di carte. Il titolo riprende quello di un saggio di Danilo Kiš, scrittore serbo, morto nel 1989. Una sorta di apologia dell’elencazione che parte dalla Bibbia, per passare a Omero e Rabelais, per giungere fino allo stesso Kiš.
“La pittura di Coser - scrive nel suo testo in catalogo Franco Broccardi, esperto di Economia della Cultura nonché grande appassionato d’arte e sofisticato lettore - è qualcosa che ha a che fare con la scrittura. Perché scrivere è sempre qualcosa che diviene. Perché chi scrive, in fondo, scrive sempre del mare, del proprio te, mai di nulla che sia fermo davvero, come portare aria fresca nelle stanze rinchiuse del delirio. Ma scrivere, scrivere davvero, è una proiezione, una prospettiva, l’interpretazione di una foto e non la foto stessa. È ciò che si intende senza bisogno di dirlo, quello che l’occhio vede ma non può fermare. È dare voce ai propri pensieri minoritari, coscientemente. Dare stile al caos, direbbe Pasolini. Dare voce al tempo”.
Il percorso, allestito negli spazi di via San Maurilio 14, nel quartiere delle 5 Vie, offrirà, attraverso una ventina di opere, la possibilità di conoscere l’arte di Luca Coser e la sua poetica che esprime la realtà della finzione artistica come linea guida, e in cui l’opera d’arte si giustifica come una sorta di pittura d’interni, lì dove l’architettura è data proprio dai prodotti dell’arte, siano essi letteratura, pittura, cinema.
Luca Coser agisce con lo spirito con cui potrebbero operare un ritrattista o un paesaggista davanti ai loro modelli, ma con una finalità opposta, che non è quella di uno sguardo-pensiero che riflette in pittura nella ricerca di forme fisiche, ma di uno sguardo-pensiero che riflette in pittura su se stesso. Nel suo lavoro di citazione di immagini obsolete, ciò che sembra veramente interessarlo è la possibilità di sovrapporsi con una propria traccia alla traccia della storia in una sorta di prospettiva rovesciata, mescolando le carte, destabilizzando le percezioni, mostrandoci in primo piano ciò che in realtà è stato concepito come sfondo.
“Dipingere la forma del tempo” così Cristina Gilda Artese, direttore artistico di Gilda Contemporary Art definisce la pittura di Coser. “Una pittura senza pretese narrative. La sua è una poetica del quotidiano dove oggetti, esperienze, letture, visioni e istanti si sovrappongono senza ordine di priorità e senza creare delle gerarchie interne. Il risultato è la percezione e la rappresentazione del tempo, con il suo trascorre inevitabile, inesorabile e inarrestabile, eppure in una formula senza soluzione di continuità”.