Dall’8 aprile al 18 giugno 2017, i Musei di Palazzo dei Pio di Carpi ospitano la mostra Alla corte del Re di Francia che indaga lo stretto rapporto, non solo politico, che, agli inizi del Cinquecento, s’instaurò tra Alberto Pio, signore di Carpi e i re francesi Luigi XII e Francesco I.
L’esposizione, curata da Manuela Rossi, oltre a ricostruire, attraverso documenti e lettere, la vicenda storica e politica intercorsa tra le due corti, presenterà una serie di quaranta tra dipinti, disegni, sculture, boiserie e molto altro, in grado di dare conto degli apporti culturali e artistici che artisti quali Riccardo da Carpi, Francesco Donella, i Cibelli e le maestranze carpigiane seppero portare ai cantieri della cattedrale fortezza di Albi e dei castelli di Fontainebleau e Gaillon e allo sviluppo del Rinascimento francese.
La rassegna, ideata e prodotta dal Comune di Carpi – Musei di Palazzo dei Pio, col contributo di BPER - Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Blumarine, Fondazione Cassa Risparmio di Carpi, CMB, Assicoop-Unipol Assicurazioni, si svolge su un unico binario di andata e ritorno tra l’Emilia Romagna e la Francia; si tratta di un viaggio che conduce a scambi reciproci di modelli e forme, dalla Francia a Carpi e da Carpi alla Francia, lungo un intero trentennio, che inizia nel 1505, ovvero con la prima missione diplomatica di Alberto Pio, come ambasciatore del duca di Mantova, e che si conclude con l’esilio francese del Pio dopo il 1527 e la sua morte nel gennaio del 1531 a Parigi, nella casa di rue Saint-Antoine.
Il percorso espositivo che si compone per capitoli narrativi tra di loro autonomi, inizia con una galleria di ritratti dei principali protagonisti di questa vicenda. Dipinti, medaglie, preziose scatole in cuoio, provenienti dai Musei civici di Pavia, dal Louvre e dal Musée di Ecouen riconsegnano ai visitatori le sembianze di Alberto Pio, di Luigi XII e della moglie Anna di Bretagna, di Francesco I e di Charles II d’Amboise che, durante il dominio francese in nord Italia, invitò Leonardo da Vinci a Milano.
Quindi si analizza il viaggio delle maestranze e degli artisti carpigiani che, tra 1505 e 1508, partirono alla volta della Francia, al seguito di Alberto Pio. Si tratta, in particolare, di un intagliatore, Riccardo da Carpi, che realizza nel castello di Gaillon (Bassa Normandia) le boiserie della cappella alta e di un’equipe di pittori guidati da Francesco Donella “de Carpo” che decorano la cattedrale di Santa Cecilia ad Albi, nel sud ovest della Francia, con uno spettacolare ciclo di affreschi.
Negli stessi anni, a Parigi, nella colonia di intagliatori italiani che vivono a Saint Germain des Prés, i documenti restituiscono nomi di artisti di origine carpigiana. Tra questi vi è sicuramente Gasparo Cibelli, che da Parigi nel 1515 invia la statua della Madonna Assunta per la Collegiata - ora conservata nella Cattedrale di Carpi - e che lascia in Francia un nipote, Francesco Scibec da Carpi che si ritrova come chef menuisier per le boiserie e i soffitti lignei dell’ala di Francesco I a Fontainebleau.
Palazzo dei Pio non si presenta solo come il contenitore della mostra, ma diventa esso stesso contenuto dei temi trattati. Qui, infatti, si potrà visitare l’appartamento “francese” decorato con un ciclo pittorico che omaggiava i potenti alleati francesi (e milanesi) del signore di Carpi, in vista del soggiorno di Charles d’Amboise: la sala dei Cervi, la Camera dei Re (o degli Stemmi), la sala dei Gigli costituiscono un unicum nella residenza del Pio.
L’esposizione si chiude con la sezione che ripercorre gli anni successivi al 1527 quando, Alberto Pio perduta Carpi, passata agli Estensi, a causa della sconfitta dei suoi alleati francesi nella battaglia di Pavia, fuggì in Francia, ospite del re Francesco I.
A Parigi, Alberto coltivò i suoi studi e acquisì un ruolo importantissimo nell’accogliere gli artisti italiani che lavoreranno a Fontainebleau, tra cui il carpigiano Scibec e Giovan Francesco Rustici che, nel 1535, realizzerà il monumento funebre in bronzo di Alberto Pio, oggi al Museo del Louvre. Questa sezione è dedicata all’intervento di Francesco Scibec da Carpi a Fontainebleau, con la realizzazione delle boiserie della galleria di Francesco I, e ai disegni di Rosso Fiorentino, del Primaticcio e di Nicolò dell’Abate.