La mostra, a pochi anni dall’ultima esposizione sui retro d’affiches (2013) dedicata all’artista dalla Fondazione Marconi, si inserisce nell’ambito della rassegna “Mimmo Rotella 2016”, avviata sin dallo scorso settembre in diverse sedi espositive di Milano.
Il doveroso omaggio, che coincide con la ricorrenza dei dieci anni dalla scomparsa di Mimmo Rotella (Catanzaro 1918 - Milano 2006), è promosso dal Mimmo Rotella Institute.
Nato per volontà di Inna e Aghnessa Rotella nel 2012, con lo scopo di realizzare il catalogo ragionato e promuovere a livello nazionale e internazionale la conoscenza e la tutela della figura e dell’arte di Mimmo Rotella, il Mimmo Rotella Institute è diretto da Antonella Soldaini con il supporto scientifico di Veronica Locatelli. La rassegna “Mimmo Rotella 2016” intende porre in rilievo e valorizzare la multiforme produzione dell’artista il quale, oltre ai celebri décollages e retro d’affiches, ha realizzato una serie di opere – sperimentando diverse tecniche – come i riporti fotografici, gli artypos, gli effaçages, i frottages, le sculture, i blanks e le sovrapitture.
Agli inizi degli anni Cinquanta, Mimmo Rotella rimane colpito dai manifesti affissi sui muri di Piazza del Popolo a Roma e comincia ad appropriarsene. L’artista inizia a strapparli e li riporta direttamente sulla tela; una volta incollati sul supporto li elabora ulteriormente, intervenendo indifferentemente su fronte e/o sul retro. Nascono così i décollages, ovvero sovrapposizioni di carte lacerate, mai casuali, eseguite con l’intenzione di ottenere un equilibrio compositivo, con precisi rapporti cromatici e materici.
Oltre a una chiara ammissione di dissenso nei confronti della pittura tradizionale, il gesto di strappare i manifesti è per Rotella il modo di appropriarsi di un aspetto del reale, infatti nel 1960 verrà inserito da Pierre Restany nel gruppo del Nouveau Réalisme.
Di questa modalità operativa e della prolifica produzione di Rotella che subirà negli anni numerose mutazioni ed evoluzioni, lo Studio Marconi sarà, a Milano, un osservatorio privilegiato.
Mimmo Rotella e Giorgio Marconi infatti si conoscono già negli anni Sessanta, quando Rotella viaggia spesso tra Milano e Roma, ma il loro lungo e proficuo sodalizio inizia qualche anno più tardi, con un’esposizione importante: “Rotella ‘coperture’ 1980” (1981).
È questo il momento in cui vengono esposti per la prima volta i “blanks”. Così li definisce Pierre Restany “giudice attento e sicuro” della sua evoluzione artistica. Sono opere che evidenziano il nulla, il crollo informativo del manifesto, segnando il momento in cui il loro tempo di esposizione è definitivamente scaduto.
Per cancellare i messaggi visuali sovrapposti sui pannelli pubblicitari, gli specialisti li ricoprono d’uno strato di carta vergine, generalmente bianca. Nelle pieghe, nelle fessure, nelle sgualciture e nelle crepe di questo bianco, l’istinto appropriativo di Rotella ha riconosciuto di primo acchito la qualità di un vuoto pieno, la presenza dell’assenza e il luogo dell’attesa di un’infinità di immagini -P. Restany, Rotella ‘coperture’ 1980, 1981
Segue di pochi anni la mostra “Cinecittà 2 Cine Rotella” (1984) in cui vengono esposte opere realizzate a partire da manifesti dedicati al cinema hollywoodiano e ai film anni Sessanta che l’artista dapprima rifotografa a colori per poi stampare nel formato desiderato ed elaborare con interventi pittorici.
La collaborazione di Mimmo Rotella con Studio Marconi continua con una serie di mostre cruciali: “Rotella. Décollages 1954-1964” (1986); “Mimmo Rotella. ‘Sovrapitture 1987’” (1988); “Lamiere” (poi a Napoli, Show Room Castelli, 1989); “Avanguardia ‘60 Baj Rotella Spoerri” (1990); “Mimmo Rotella.
Ready Made 1990-1991” (1991); “Rotella for Swatch” (1994); “Mimmo Rotella. L’arte oggi” (1999).
Anche dopo la scomparsa dell’artista, la Fondazione Marconi prosegue nell’organizzazione di mostre monografiche incentrate sulla sua produzione come “Mimmo Rotella. Opere 1949- 1998” (2010) e “Mimmo Rotella. Retro d’affiche” (2013).
Oggi la collezione Marconi comprende opere che vanno dai primi décollages, eseguiti all’inizio degli anni Cinquanta, fino ad arrivare alle sovrapitture degli anni Ottanta e Novanta.
La vasta e importante selezione permette un ulteriore approfondimento sul contributo artistico di Rotella, sviluppatosi con tecniche e attraverso linguaggi diversi durante tutto il percorso della sua carriera. Tra i lavori esposti figurano: Estropeado (1960), Le cachet (1960), Scotch Brand (1960), Il punto e mezzo (1962), Mitologia (1962), Viva America (1963), il grande blank Senza titolo (1980-81), La lezione di anatomia (1987).
Mimmo Rotella nasce a Catanzaro nel 1918. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1945 si trasferisce a Roma. Del 1949 è l’invenzione dei primi poemi fonetici che chiama “epistaltici”.
Nel 1951-52 l’artista, titolare di una borsa della Fulbright Foundation, risiede all’Università di Kansas City e a partire dal 1953 realizza i suoi primi décollages, manifesti lacerati secondo una ricerca che si affida non all’estetica, ma all’imprevisto, agli stessi umori della materia, come dichiara l’artista.
Nel 1955 tiene la sua prima mostra personale come décollagista alla Galleria del Naviglio di Milano.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta comincia a dedicarsi al décollage figurativo e successivamente inizia la serie di Cinecittà usando i manifesti cinematografici, sceglie Marilyn Monroe come principale soggetto femminile contribuendo al suo mito e facendone un’icona della sua opera.
Nel 1960 viene invitato dal critico Pierre Restany ad aderire al gruppo del Nouveau Réalisme, da lui fondato l’anno precedente. Espone alla Galerie J di Parigi, al Festival du Nouveau Réalisme e alla grande esposizione “The Art of Assemblage” al MOMA di New York.
Al 1963 risalgono le sue prime opere di Mec Art. L’anno successivo la XXXII Biennale di Venezia gli dedica una sala. Nel 1966 espone i suoi primi artypos, prove di stampa tipografiche riportate su tela, al Teatro La Fenice di Venezia e alla Galerie Zunini di Parigi, mentre nel 1970 incomincia a lavorare agli effaçages e ai frottages. Nel 1972 pubblica la sua prima autobiografia, Autorotella. Autobiografia di un artista, e poco dopo prepara la raccolta dei suoi poemi fonetici.
Dopo essersi definitivamente trasferito a Milano, nel 1980, incomincia ad elaborare il blank (copertura), manifesti pubblicitari strappati e ricoperti con strisce monocrome di carta che vengono presentati alla Galerie Denise René di Parigi e allo Studio Marconi di Milano nel 1981.
Prende parte alle mostre “Arte Italiana 1960-1982” organizzata alla Hayward Gallery di Londra e nel 1986 alla collettiva “Les Nouveaux Réalistes” al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris.
Nel 1986 realizza le prime sovrapitture, figure, simboli, graffiti su manifesti lacerati ed incollati su lamiere. Negli anni Novanta partecipa a numerose mostre collettive tra cui: “Italian Art in the 20th Century 1900-1988” e “Pop Art” alla Royal Academy of Arts di Londra; “Art et Publicité” al Centre Pompidou di Parigi; “High and Low” al MoMA e “The Italian Metamorphosis” al Guggenheim di New York.
Molte sedi museali gli dedicano importanti antologie e retrospettive, tra le quali si segnala la mostra tenutasi al Musée d’Art Moderne et Contemporain di Nizza nel 1999.
Nel 2000 l’artista istituisce la Fondazione Mimmo Rotella, attualmente presieduta da Rocco Guglielmo e diretta da Piero Mascitti. Nel 2001 è presente con una sala personale alla Biennale di Venezia, curata da Harald Szeemann e nel 2005 alcune sue opere di dimensioni monumentali sono esposte presso il Museo Tinguely di Basilea e al Palais des Nations Unies di Ginevra per “Mimmo Rotella. Avenue Rotella”, a cura di Germano Celant.
L’8 gennaio del 2006 Mimmo Rotella muore a Milano.
Il suo lavoro viene ancora presentato in numerose occasioni presso sedi museali prestigiose in Italia e all’estero.
Si ricordi la mostra collettiva “Nouveau Réalisme” organizzata nel 2007 presso le Galeries Nationales du Grand Palais a Parigi e riproposta presso lo Sprengel Museum di Hannover.
Nel 2008 le Scuderie del Quirinale a Roma ospitano la mostra “Pop Art 1956-1968”, la GAM di Torino invece propone la mostra “Collage/Collages dal Cubismo al New Dada”; nello stesso anno ricordiamo le mostre “Mimmo Rotella. Lamiere”, curata da Alberto Fiz, presso il MARCA di Catanzaro e “Europop” presso la Kunsthaus di Zurigo.
Nel 2009 infine, il lavoro di Rotella è esposto in occasione delle mostre “Italics. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008”, a cura di Francesco Bonami, presso Palazzo Grassi a Venezia e “Nouveau Réalisme dal 1970 ad oggi”, presso il PAC di Milano, a cura di Renato Barilli.